tag:blogger.com,1999:blog-3000784679802964142024-03-12T07:45:37.300+01:00Un faro nella nebbiaBlog dedicato ai libri … perché la lettura è il vero "faro nella nebbia"Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.comBlogger84125tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-24231939412953863412023-01-02T13:34:00.008+01:002023-01-02T13:35:43.690+01:00Ricominciare con una diversa visione<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">“Un faro nella nebbia” è il mio primo blog, un esperimento che ha attraversato diverse fasi, ha subito diversi cambiamenti di impostazione, fino a quando non è stato completamente abbandonato.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Adesso il mio blog di riferimento è “Rainbow Book Corner” che rispecchia la mia passione sempre più forte per tutto ciò che verte intorno alla narrativa LGBTQ+.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Tuttavia, voglio riprendere questo blog e destinarlo alle recensioni che in qualche modo non trovano spazio nell’altro. Per cui … ricominciamo!</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPQxUF2x0iyykVrciHt3Rd5smq0PWharGEUFWpygCLwJheFoO0-fzbfjmHoS4W4UQjd0LlMKWVLSYrBFhlBtiTQ63DF9nhP-c__xW0fAZ4p-bORFJKf8M04ZGCDaJhEqbCcniVlt-Lz3yOCReBt4QR20ueOUs1gFLsIucvT-qxCKS4TzNFuXztYVIZRw/s1280/Introduzione.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="758" data-original-width="1280" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPQxUF2x0iyykVrciHt3Rd5smq0PWharGEUFWpygCLwJheFoO0-fzbfjmHoS4W4UQjd0LlMKWVLSYrBFhlBtiTQ63DF9nhP-c__xW0fAZ4p-bORFJKf8M04ZGCDaJhEqbCcniVlt-Lz3yOCReBt4QR20ueOUs1gFLsIucvT-qxCKS4TzNFuXztYVIZRw/s320/Introduzione.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-58007948383944985632019-05-20T21:01:00.000+02:002019-05-20T21:01:42.408+02:00Storie e sentimenti di giovani europei – “Alta marea” di Emanuele dal Farra<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Il mio viaggio letterario
europeo, attraverso i libri della collana di narrativa LGBT
Syncro/Europa, prosegue dopo Bilbao per approdare a Venezia con il
romanzo di Emanuele dal Farra "<i>Alta marea</i>"
incentrato sulla storia di quattro ragazzi, Giorgio, Lia, Corrado e
Bruno, i cui destini si intrecciano a seguito di un tragico evento,
la morte del nonno di Giorgio in un incidente automobilistico.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Alta marea</i>" è
narrato in un tempo presente ricco di suggestioni poetiche e
malinconiche, con i suoi protagonisti che si muovono, in preda alle
loro ansie e insicurezze, tra le calli e i ponti di Venezia, con
luci, colori, sfumature e l'avanzare della primavera che «<i>non
si misura dalle foglie sugli alberi, ben nascoste dai muri dei
giardini antichi, ma dal colore della pietra di cui è fatta la
città, prima azzurrina e grigia, poi, all'improvviso, dorata e
viva</i>». Una città che
lo stesso Giorgio ama dipingere nei suoi ritratti «i<i>n
tutte le stagioni, ma soprattutto nei pomeriggi domenicali, che lui
da sempre associa alla tristezza: sole, abbandono, strade, vicoli,
spiagge di topi e ricami di muschi</i>».</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXzILuNXuSf-FY4eihBXLnsuiC0Ivo2ezYWnovwIpS_02z4mvamtIs5tbV4bJ0daohfKe0ireOAtAlmI5q1IghX2fHMTnocyj3r8L_ThJcKBYVPmo_GQquwSVGmAF5PJLqbcqAtuN9f6te/s1600/Alta+marea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="549" data-original-width="365" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXzILuNXuSf-FY4eihBXLnsuiC0Ivo2ezYWnovwIpS_02z4mvamtIs5tbV4bJ0daohfKe0ireOAtAlmI5q1IghX2fHMTnocyj3r8L_ThJcKBYVPmo_GQquwSVGmAF5PJLqbcqAtuN9f6te/s320/Alta+marea.jpg" width="212" /></a><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Giorgio e Lia, diciottenni, sono
amici da tanti anni, ma da poche settimane hanno deciso di iniziare
una relazione, che lo stesso Giorgio stenta a definire. Forse un
rifugio per entrambi nel quale nascondere le paure che scaturiscono
da amori precedenti, conclusi in modo traumatico, con ferite che
hanno lacerato le loro anime e faticano a cicatrizzare. Ciò è vero
soprattutto per Giorgio che si ritrova in una fase in cui sta
vanamente cercando di negare la sua vera sessualità.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Corrado
e Bruno, venticinquenni, si conoscono dall'età di quindici anni e in
questo lasso di tempo hanno intrecciato un rapporto che va molto
oltre l'amicizia, una relazione assoluta che nessuno potrebbe
realmente comprendere se non loro due. Ma se per Bruno stare con
Corrado significa arrivare a casa, per quest'ultimo la tensione
emotiva è differente: <i>«Non
sono un bugiardo. Solo che io a casa non mi sento arrivato come
succede a te. Preferisco il viaggio. Il movimento. Arrivare in città
sconosciute».</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Corrado lavora come truccatore di
morti nell'agenzia funebre che si è occupata di organizzare il
funerale del nonno di Giorgio. Ed è quella l'occasione che fa
incontrare Corrado e Giorgio, li fa diventare amici fino a quando non
realizzano di provare un'attrazione reciproca che si trasforma in
qualcosa di speciale. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwt1rm1Zl96XqYVvUVVH_lnS5Na-i4zwE-DfZLWMpJfJVTwLdLpzvXZkABLgzbjJOKExSi5S3KveMhdr6nyOQrmEPW9SsYjhFWbIuCdzXy2x2sape86oCJTd8QiPmD3yD-Bc7SBdCBnnt5/s1600/Venezia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwt1rm1Zl96XqYVvUVVH_lnS5Na-i4zwE-DfZLWMpJfJVTwLdLpzvXZkABLgzbjJOKExSi5S3KveMhdr6nyOQrmEPW9SsYjhFWbIuCdzXy2x2sape86oCJTd8QiPmD3yD-Bc7SBdCBnnt5/s320/Venezia.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">I
due ragazzi, tuttavia, rimangono immobili, incapaci di compiere il
passo decisivo: <i>«Si
guardano all'improvviso in silenzio. Tutte le parole che quella sera
potevano essere pronunciate sono già state dette. Ora sarebbe il
momento dei gesti, ma le mani di entrambi restano lungo i fianchi,
inerti e vuote». </i>Il
più incerto è Corrado, forse perchè teme la differenza di età o
ha paura di compromettere il suo rapporto con Bruno. Al contrario,
Giorgio, anche se bloccato, vorrebbe davvero compiere quel passo,
uscire da un giardino nel quale si è ritrovato confinato per sua
stessa volontà. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Quella
spinta necessaria, che li costringe a rivelare i propri sentimenti,
arriva con un evento traumatico, la scomparsa di Lia, che sconvolge
la comunità e getta sull'intera vicenda un alone di mistero, dando
al romanzo un'ulteriore interessante sfaccettatura.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Alta
marea</i>" è un
romanzo che mostra una grande sensibilità nell'affrontare temi
importanti come l'amicizia, l'amore, la consapevolezza della propria
sessualità, in un racconto di formazione i cui protagonisti sono
costretti a fronteggiare i propri fantasmi, cercando di superare gli
ostacoli che impediscono loro di vivere pienamente sentimenti e
passioni. Ciò, nella consapevolezza che ogni rapporto, pur sincero
nei suoi pressupposti, porta con sè un brivido di precarietà che va
accettato con coraggio e determinazione.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3tAn1b6LZ9GHlM_Kx4fGu4R08H65nf0n6zOxIFGdY_Q_2OmcMvLNl7887_5aI1VZkymSG5M5pdt_-BKaTzhjyEygAHOauzdIfPNFrF3xbcr8pEJ1nZl-FXIj95iCC00LuPzVFAdz1YD8g/s1600/Amore.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3tAn1b6LZ9GHlM_Kx4fGu4R08H65nf0n6zOxIFGdY_Q_2OmcMvLNl7887_5aI1VZkymSG5M5pdt_-BKaTzhjyEygAHOauzdIfPNFrF3xbcr8pEJ1nZl-FXIj95iCC00LuPzVFAdz1YD8g/s320/Amore.jpg" width="320" /></a></div>
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-82757558928505219902019-04-13T20:54:00.001+02:002019-04-13T20:54:16.548+02:00Storie e sentimenti di giovani europei – “Il club basco” di Iker Barreiro
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Syncro/Europa
è un marchio editoriale creato, all'interno del gruppo Fandango, con
l’obiettivo di pubblicare una collana di romanzi a tematica LGBT,
un “</span></span><i><span style="font-weight: normal;">unico
romanzo in più capitoli della giovane Europa gay nei suoi tanti
protagonisti</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”,
storie che parlano di ragazzi normali, impegnati ad affrontare la
propria esistenza quotidiana, tra amori, aspirazioni, contrasti e
difficoltà. Romanzi che aiutano a comprendere cosa significhi
vivere la propria omosessualità in vari Paesi europei, dalla più
tradizionale Bucarest alla più aperta e progressista Bilbao.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmXg00lHTVXNKAnntrBR5KW-y2Id_eS_KGcdLaNNSvvnioRzqpNjCPykJQzvUkJGjw6_mHAvSM25RgZt9DZBGdelxz9dfQzGoGwsnBYHpj6xid6vmXmLtmsXJ2Q3p5L_cXJdJJpNYyfEiC/s1600/Il+club+basco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="549" data-original-width="365" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmXg00lHTVXNKAnntrBR5KW-y2Id_eS_KGcdLaNNSvvnioRzqpNjCPykJQzvUkJGjw6_mHAvSM25RgZt9DZBGdelxz9dfQzGoGwsnBYHpj6xid6vmXmLtmsXJ2Q3p5L_cXJdJJpNYyfEiC/s320/Il+club+basco.jpg" width="211" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Questo
viaggio letterario in Europa inizia proprio con Bilbao, la città
spagnola in cui è ambientato “</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
club basco</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”
di Iker Barreiro, un romanzo incentrato sulle vicende di tre ragazzi,
Mikel, Xabier e Aitor, che, per la loro avvenenza fisica, non passano
inosservati e si incontrano casualmente una sera in un locale gay di
Bilbao, definita “</span></span><i><span style="font-weight: normal;">città
di pirati e ombrelli</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”.
</span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Dopo
aver vinto a pari merito un improvvisato concorso di bellezza, si
recano a casa di Xabier, dove consumano subito un rapporto sessuale,
accesi da una passione che cede, poi, il posto a un solido legame di
amicizia. I tre si ritrovano in salotto a discutere dei benefici
della bellezza: Xabier e Aitor, in virtù di un’indole altruistica
e generosa, sono convinti che il proprio aspetto fisico debba in
qualche modo costituire un mezzo per aiutare gli altri, soprattutto
coloro che di quella bellezza non sono provvisti e finiscono
perennemente per essere vittime dell’insicurezza.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Mikel,
decisamente più realista, cerca di smontare i loro sogni e di
riportarli con i piedi per terra definendo la bellezza un dono
maledetto: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Ti
fa credere che tutto sia facile, che avere amici sia facile, che
avere amanti sia facile, che vivere sia facile. E poi scopri che non
è così e quando lo scopri non sei preparato e …</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».
Ma i suoi tentativi sono vani e non riescono a far desistere gli
amici che decidono di fondare il “</span></span><i><span style="font-weight: normal;">club
basco</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”
con lo scopo di avvicinare i cosiddetti “nerd”, ragazzi poco
attraenti e insicuri, per infondere loro fiducia e rafforzare la
capacità di credere in se stessi.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTYKmWOm581Pv8H98P3oF9EOYU-8aPirA3bIr-GIi48OmIloAc34v2crfW7ri4q1EL-QNwumYaFVxJIDcJjiEWIzL9Zgd8HD-J5fe9O7EnmgV61-qkGzwQBv_j1WH749MEtO24X3Rh8Kiu/s1600/Bilbao.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="354" data-original-width="528" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTYKmWOm581Pv8H98P3oF9EOYU-8aPirA3bIr-GIi48OmIloAc34v2crfW7ri4q1EL-QNwumYaFVxJIDcJjiEWIzL9Zgd8HD-J5fe9O7EnmgV61-qkGzwQBv_j1WH749MEtO24X3Rh8Kiu/s320/Bilbao.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
narrazione, fluida e accattivante, ci guida attraverso le vie di
Bilbao, una città borghese, ma non bigotta, invasa dagli squali
della finanza, sempre ostaggio di una sottile pioggia che “</span></span><i><span style="font-weight: normal;">puoi
decidere di sopportare o di mandare al diavolo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”,
in cui i nostri tre protagonisti si muovono alla ricerca dei loro
nerd da rassicurare. I loro caratteri sono delineati con grande
efficacia: Xabier, esperto di questioni sindacali, colto, sensibile
ed elegante; Aitor, giovane studente di economia, irrequieto e sempre
alla ricerca di conferme; Mikel, il più adulto e maturo, impegnato
col suo lavoro di elettricista, pessimista e a volte scostante, e a
cui da un giorno all’altro è stato affidato il compito di
prendersi cura del nipote sedicenne.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo ha un’evoluzione imprevista, l’incontro con Fernando, il
ragazzo che il bel Mikel avrebbe dovuto aiutare, ma con cui instaura
un rapporto di amicizia che finisce per trasformarsi in una delicata
storia d’amore, di cui gli altri membri del club sono tenuti
all'oscuro. È una storia che dimostra come l’amore possa essere
non solo un fine, un risultato che si realizza all’interno di una
relazione, ma anche uno strumento per migliorarsi, un’occasione per
crescere: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">I
ruoli previsti dal Club basco si erano ribaltati: non avevo nulla da
insegnare a Fernando, non volevo cambiare nulla di lui, semmai ero io
che mi sentivo incoraggiato a cambiare, seppure a fatica. Non mi era
mai successo di provare così tanto il desiderio di assomigliare a un
altro</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Eppure
il rapporto tra Fernando e Mikel si basa su una verità taciuta, su
un dettaglio nascosto, la missione del club che lo stesso Mikel si
trova a trasgredire (i membri del club non possono avere storie
d’amore con i loro “obiettivi”). Può la loro relazione
sopravvivere a questa bugia?</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<i><span style="font-weight: normal;">Il
club basco</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”
è, dunque, un romanzo ben strutturato, dotato di una certa
immediatezza, che combina insieme elementi di dolcezza e amarezza, di
solarità e pessimismo, un racconto sul “</span></span><i><span style="font-weight: normal;">non
detto</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”
che può avere le sue conseguenze, ma che dimostra come l’amore,
pur nei suoi esiti imprevisti, possa cambiare radicalmente le nostre
vite. </span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjA7DXiKCVQoevg-lYdNA1bsCbAW5My8aB6az8HYU8PhmN602F5JEkn08jkGzq3jwskTC81WsaRrse7MhKeGIYvo590PRHBqisFu788S10avAu6SwyhpDMZDKQOXYPM1UcIwzwAGsaHAplE/s1600/Pride%252B.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="642" data-original-width="960" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjA7DXiKCVQoevg-lYdNA1bsCbAW5My8aB6az8HYU8PhmN602F5JEkn08jkGzq3jwskTC81WsaRrse7MhKeGIYvo590PRHBqisFu788S10avAu6SwyhpDMZDKQOXYPM1UcIwzwAGsaHAplE/s320/Pride%252B.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><span style="font-family: inherit;"></span>Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-56668664586143880152019-03-21T23:07:00.000+01:002019-03-21T23:07:50.357+01:00Premio Strega 2019 – Brevi note sui dodici libri candidati
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: inherit;">Si
torna anche quest’anno a parlare del Premio Strega, uno dei premi
letterari più discussi e amati, con l'inevitabile susseguirsi di
polemiche e dibattiti, complici anche i numerosi interessi in gioco. </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: inherit;">Il
regolamento introdotto l’anno scorso è stato confermato anche
quest’anno, per cui gli Amici della Domenica hanno avuto la
possibilità di trasmettere le loro segnalazioni, corredate da un
breve giudizio critico, da lunedì 4 febbraio a giovedì 7 marzo. I
romanzi segnalati sono stati 57, un numero addirittura più elevato
di quello dell’anno scorso (41), a dimostrazione che la formula
adottata dalla Fondazione Bellonci continua a riscuotere un grande
apprezzamento. </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: inherit;">Il
Comitato direttivo ha avuto il compito di scegliere i 12 candidati
che si contenderanno il Premio finale. La prima votazione, per la
selezione della cinquina dei finalisti, avrà luogo il 12 giugno nel
Tempio di Adriano – Camera di Commercio di Roma. Infine, la
votazione per l’elezione del vincitore si svolgerà il 4 luglio al
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcsVvtZisI2LZ45dRlb9BiJatm4cawpqLakGXHEUWT4aNW8_gB00P__J1kSoi6hmalwQwJGT4MalD3ovzjViUtFU6c1q-uUwcu4EXJAG-w4iknAqeXcbM_CoYdwad1SctzISJHxrz-CKid/s1600/Strega.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="1024" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcsVvtZisI2LZ45dRlb9BiJatm4cawpqLakGXHEUWT4aNW8_gB00P__J1kSoi6hmalwQwJGT4MalD3ovzjViUtFU6c1q-uUwcu4EXJAG-w4iknAqeXcbM_CoYdwad1SctzISJHxrz-CKid/s320/Strega.jpg" width="320" /></a><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><span style="font-family: inherit;">Di
seguito, ho predisposto brevi schede dedicate ai singoli candidati,
con alcuni cenni biografici, le sinossi dei romanzi (tratte dai siti
di acquisto online) e il giudizio critico che ha accompagnato la
segnalazione preliminare. </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">1.
Valerio Aiolli - Nero ananas (Voland)</span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Valerio
Aiolli è nato nel 1961 a Firenze, dove vive. Ha esordito nel 1995
con la raccolta di racconti Male ai piedi (Franco Cesati Editore).
Con Edizioni E/O ha pubblicato: </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Io
e mio fratello</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(1999), suo primo romanzo, </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Luce
profuga</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2001), </span></span><i><span style="font-weight: normal;">A
rotta di collo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2002), </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Fuori
tempo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2004); nel 2007 esce </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Ali
di sabbia </span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(Alet,
2007) e nel 2014 </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
sonnambulo </span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(Gaffi).</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Nero
ananas” (Voland) è un romanzo ambientato nei primi “anni di
piombo”: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Tutto
comincia un secondo dopo il botto. Il botto che ha cambiato l’Italia,
che ha chiuso l’età dell’innocenza e aperto la strategia della
tensione. Il botto del 12 dicembre 1969, Piazza Fontana. Gli
estremisti di destra, invisibili, si incontrano, commentano,
ricordano, tramano, pianificano. Un anarchico si trascina di città
in città, di nazione in nazione, di sconfitta in sconfitta, in
attesa del momento del riscatto. Un politico, cosi devoto da essere
soprannominato il Pio, comincia la sua lenta ma inesorabile scalata
al potere. E poi ci sono i servizi segreti, italiani e americani, che
provano a capire, sapere, influenzare. C’è un ragazzino, in una
famiglia come tante, in una Firenze non da cartolina, che quel giorno
ha visto sparire sua sorella e farà di tutto per riuscire a
ritrovarla. Quattro anni di destini intrecciati, di fughe, ritorni,
di amore e di odio. Quattro anni incandescenti della storia d’Italia,
dal 1969 al 1973, raccontati con precisione e sorprendente capacità
evocativa</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Luca Formenton che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Nero
Ananas di Valerio Aiolli ricostruisce gli eventi drammatici che hanno
segnato la storia d’Italia nei cinque anni che vanno dalla strage
di piazza Fontana del 12 dicembre 1969 alla strage della Questura di
Milano del 17 maggio 1973. Verosimiglianza e realtà si confondono in
quest’opera, che ha il merito di essere riuscita in un’impresa
senza dubbio difficile: restituire quel periodo della nostra
coscienza culturale e storica senza cedere alla pura mediazione della
cronaca, ma mettendo in scena una narrazione corale, universale – a
volte intimamente vertiginosa –, e capace di raccogliere in queste
pagine una moltitudine policroma di voci, spesso antagoniste tra
loro</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikYgE3pL0T0xHAl7rbbxmQcHTEQGRAEsaIifGaYRnfZ_8Six-Mklt4Bm9n_FhbZfYCxrjMW8wJq10ltM439ULlO5JptXE_AAVwrHbRLoK3hd1ZLc8MzSpnRwPKKAauizwOihmjEOzMWpoK/s1600/Aiolli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="321" data-original-width="221" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikYgE3pL0T0xHAl7rbbxmQcHTEQGRAEsaIifGaYRnfZ_8Six-Mklt4Bm9n_FhbZfYCxrjMW8wJq10ltM439ULlO5JptXE_AAVwrHbRLoK3hd1ZLc8MzSpnRwPKKAauizwOihmjEOzMWpoK/s320/Aiolli.jpg" width="220" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">2.
Paola Cereda - Quella metà di noi (Perrone)</span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Paola
Cereda è nata in Brianza, è psicologa e appassionata di teatro.
Dopo un lungo periodo come assistente alla regia, ha girato il mondo
fino ad approdare in Argentina, dove si è avvicinata al teatro
comunitario. Vive a Torino e si occupa di progetti artistici e
culturali nel sociale. Ha vinto numerosi concorsi letterari, è stata
finalista al Premio Calvino 2009 con il romanzo </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Della
vita di Alfredo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Bellavite). Piemme nel 2014 ha pubblicato </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Se
chiedi al vento di restare</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Quella
metà di noi” (Perrone) è la storia di Matilde Mezzalama: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Alle
volte ci si ritrova nel mezzo: di due case, di più lingue. Nel mezzo
di più vite, di decisioni ancora da prendere, di bisogni
contrastanti. È qui che sta Matilde, maestra in pensione che si
reinventa badante, alle prese con una parte di se stessa che credeva
di non dover mai affrontare. I segreti sono spazi di intimità da
preservare, nascondigli per azioni incoerenti, fughe, ma anche regali
senza mittente per le persone</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span><i><span style="font-weight: normal;">che
amiamo. Ma cosa resta di autentico nei rapporti quando si omette una
parte di sé? Dove si sposta il confine tra sentimento e calcolo?
Matilde lo scoprirà nel confronto con sua figlia, con l’ingegnere
di cui si prende cura, con gli spaccati di vite sempre in bilico del
quartiere di periferia in cui vive: ogni rapporto ci trasforma, in
una dimensione di reciprocità che, attraverso l’altro, ci permette
di valutare quanto, alla fine, siamo disposti a cedere di quella metà
di noi.</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Elisabetta Mondello che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Quella
metà di noi è un romanzo intenso e coinvolgente, ambientato nella
Torino dei nostri giorni, in cui si muovono una folla di personaggi a
cui Paola Cereda affida il compito di narrare le contraddizioni e le
difficoltà della condizione contemporanea. Il romanzo, sostenuto da
una lingua precisa ed essenziale, pagina dopo pagina diviene la
narrazione della condizione liminare che, in alcune fasi della vita,
tutti dobbiamo affrontare e interroga il lettore sulla possibilità
di non restare sulla soglia ma di diventare capace di immaginare,
scegliere e progettare il futuro</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi83cwyYopJDz9W9qNsGcl90d3VH2n0OWadPaMywEiRhe3dTxGg7-q9Kd-KMZhXwRDBPusdP1gVwZ95Ncrn10Ck94_KFD7l0utfoJjEFjKnKw_Z_EW6ownrzlR0P8l08BXawFlg7SJGiP3z/s1600/Cereda.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi83cwyYopJDz9W9qNsGcl90d3VH2n0OWadPaMywEiRhe3dTxGg7-q9Kd-KMZhXwRDBPusdP1gVwZ95Ncrn10Ck94_KFD7l0utfoJjEFjKnKw_Z_EW6ownrzlR0P8l08BXawFlg7SJGiP3z/s1600/Cereda.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">3.
Benedetta Cibrario - Il rumore del mondo (Mondadori) </span></span></b>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Benedetta
Cibrario è nata a Firenze nel 1962, da padre torinese e madre
napoletana. Vive a Londra. Nel 2007 esordisce con il romanzo
</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Rossovermiglio</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Feltrinelli, premio Campiello 2008). </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Rossovermiglio</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
viene tradotto e pubblicato in diversi paesi, tra cui la Germania,
l’Olanda, il Portogallo, la Grecia. Nel 2009 esce </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Sotto
cieli noncuranti </span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(Feltrinelli,
premio Rapallo Carige 2010) e, successivamente, </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Lo
Scurnuso </span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">(Feltrinelli,
2011).</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
rumore del mondo” (Mondadori) ruota intorno alle vicende di Anna
Bacon durante il periodo risorgimentale: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">L'ufficiale
piemontese Prospero Carlo Carando di Vignon, di stanza a Londra,
sposa Anne Bacon, figlia di un ricco mercante di seta. Quando, dopo
essere stata vittima del vaiolo, arriva a Torino, Anne è molto
diversa. La vita coniugale si annuncia come un piccolo inferno
domestico, ma il suocero Casimiro la invita a occuparsi della
proprietà del Mandrone, il cui futuro soltanto a lui - conservatore
di ferro - sembra stare a cuore. Tra i due si stabilisce
un'imprevedibile complicità e Anne matura amore e dedizione per la
vita appartata e operosa che vi conduce. La storia della famiglia
Vignon si intreccia ai fili dello spirito del tempo, e non di meno a
quelli della seta. Anne Bacon scopre come conquistarsi un posto nella
storia di un paese non ancora nato, di un orizzonte ideale che
infiamma il mondo. Progressisti e conservatori, al di là degli
schieramenti politici, si trovano davanti alla necessità di
rispondere al cambiamento e lo fanno agendo - nell'economia, nel
costume, nella morale, nella cultura. E l'Italia appare, vista da
lontano (complici anime migranti come Anne, e il suo entourage
femminile), vista come utopia e come sfida</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Giorgio Ficara che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Fondato
su minuziosi studi d’archivio e sostenuto da una verve narrativa
personalissima, il lavoro di Benedetta Cibrario ci mostra un punto di
vista non convenzionale sul Risorgimento: Anne Bacon, inglese
malinconica e operosa in un piccolo Piemonte aristocratico, è un
personaggio originale in grado di registrare e testimoniare, giorno
dopo giorno, ogni impulso di una straordinaria evoluzione storica nel
cuore stesso di un mondo arcaico i cui segreti non risultano
tuttavia, per nessun aspetto, meno preziosi</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2pqT4S9Fg0r_ONtQuiLlMweuIoWiNlUOCKCUN3Ay_fCd-IJRmcW4FXGOPfS3K7-j0j9qLhUJ7UM5ZFevtO5ezblu-LwS6oM-icQxbHvO3u4njVaTJ34pRQ42qqjl2hqKZCjFLbSfhkwdA/s1600/Cibrario.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="340" data-original-width="221" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2pqT4S9Fg0r_ONtQuiLlMweuIoWiNlUOCKCUN3Ay_fCd-IJRmcW4FXGOPfS3K7-j0j9qLhUJ7UM5ZFevtO5ezblu-LwS6oM-icQxbHvO3u4njVaTJ34pRQ42qqjl2hqKZCjFLbSfhkwdA/s320/Cibrario.jpg" width="208" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">4.
Mauro Covacich - Di chi è questo cuore (La nave di Teseo) </span></span></b>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Mauro
Covacich è nato a Trieste nel 1965 ed è autore della raccolta di
racconti </span></span><i><span style="font-weight: normal;">La
sposa</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Bompiani, 2014, finalista Premio Strega) e di numerosi romanzi, tra
cui quelli che compongono il ciclo delle stelle: </span></span><i><span style="font-weight: normal;">A
perdifiato</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Mondadori, 2003) e, tutti editi Einaudi, </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Fiona</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2005), </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Prima
di sparire</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2008) e </span></span><i><span style="font-weight: normal;">A
nome tuo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2011). Nel 2017 ha pubblicato con La nave di Teseo </span></span><i><span style="font-weight: normal;">La
città interiore</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(finalista Premio Campiello). Nel 1999 l’Università di Vienna gli
ha conferito l’Abraham Woursell Prize. Vive a Roma.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Di
chi è questo cuore” (La nave di Teseo) è un romanzo a sfondo
autobiografico: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Una
piccola anomalia cardiaca viene scoperta all’uomo che ha il nome e
le sembianze dell’autore, allontanandolo da un’attività sportiva
ai limiti del fanatismo e infrangendo l’illusione di un’efficienza
fisica senza data di scadenza. È questo l’innesco di un romanzo
sul corpo, ma soprattutto sul cuore come luogo dei sentimenti e dei
destini individuali. C’è un ragazzo caduto, o forse lasciato
cadere, da una finestra di un albergo di Milano durante una gita
scolastica. Ci sono gli esseri umani, fragili e pieni di voglie. La
solitudine e il desiderio. Ma la storia gira attorno alla relazione
dell’autore con la sua compagna, alle trasferte di lavoro, alle
tentazioni a cui sono esposti, alla fiducia e al sospetto di cui si
nutre la convivenza. Chi è, ad esempio, quell’uomo che si infila
in casa loro la notte? Una pista porterebbe nel quartiere, il
Villaggio Olimpico di Roma, popolato da figure che sembrano carte dei
tarocchi e che lo scrittore consulta nelle sue camminate erranti.
Dopo La città interiore, Mauro Covacich compone una nuova, potente
avventura narrativa che ha il coraggio dell’autobiografia più
vera. Un romanzo capace di entrare con esattezza nel presente che
plasma le nostre vite</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Loredana Lipperini che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Di
chi è questo cuore forza e supera i confini di quella che oggi
chiamiamo autofiction iscrivendosi in un progetto artistico che
Covacich persegue da anni, e si pone anzi come culmine della sua
intera opera. La scoperta da parte dell’io narrante di una lieve
anomalia cardiaca è il punto di partenza per un’esplorazione
lucida e inquieta, che può soffermarsi a scrutare il mondo degli
affetti e sollevarsi a guardare lontano, verso le piccole e grandi
indifferenze del nostro presente. È uno sguardo che si rivolge ai
molti ultimi delle città (i senzatetto e i lavavetri che abitano
Roma, dove i condomini possono decretare la mutilazione degli alberi
per decoro, ma ignorano le vite piccole che si muovono nelle strade e
negli argini del fiume), e che insieme guarda alla mutazione che il
tempo impone ai corpi e allo stare nel mondo. È uno sguardo che
legge, nettamente e con passione, soprattutto i cambiamenti dei corpi
femminili, che si votano a un’ascesi che li scolpisce e
smaterializza o ritrovano entusiasmi di ragazza pur nella vecchiaia.
Per linguaggio, stile, profondità e innovazione formale, Di chi è
questo cuore si pone tra le prove più alte nel panorama letterario
contemporaneo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi66v03CptJ1SDvw3lK3PB6kxb3g6XkbVA7pmqqwSIIDIljXMXYZhmpOz7YGrdfzGBT3cXTT3bkbeHDqzrkO2Ovst6YLAzd-SuVULn8EgLvaifwJE1hfSwqpf6NhV6T3rH-jVCp7HfKVlyB/s1600/Covacich.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="324" data-original-width="221" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi66v03CptJ1SDvw3lK3PB6kxb3g6XkbVA7pmqqwSIIDIljXMXYZhmpOz7YGrdfzGBT3cXTT3bkbeHDqzrkO2Ovst6YLAzd-SuVULn8EgLvaifwJE1hfSwqpf6NhV6T3rH-jVCp7HfKVlyB/s320/Covacich.jpg" width="218" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">5.
Claudia Durastanti - La straniera (La nave di Teseo)</span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Claudia
Durastanti è nata a Brooklyn nel 1984 ed è scrittrice e
traduttrice. Con Marsilio ha pubblicato </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Un
giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2010, suo romanzo d’esordio, con cui ha vinto il Premio Mondello
Giovani) e </span></span><i><span style="font-weight: normal;">A
Chloe, per le ragioni sbagliate</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2013); nel 2016 esce </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Cleopatra
va in prigione</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Minimum fax). È stata Italian Fellow in Literature all’American
Academy di Roma. È tra i fondatori del Festival of Italian
Literature in London. Collabora con “la Repubblica” e vive a
Londra.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">"La
straniera" (La nave di Teseo) è il racconto di un’educazione
sentimentale contemporanea: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">“La
storia di una famiglia somiglia più a una cartina topografica che a
un romanzo, e una biografia è la somma di tutte le ere geologiche
che hai attraversato”. Come si racconta una vita se non
esplorandone i luoghi simbolici e geografici, ricostruendo una mappa
di sé e del mondo vissuto? Tra la Basilicata e Brooklyn, da Roma a
Londra, dall’infanzia al futuro, il nuovo libro dell’autrice di
Cleopatra va in prigione è un’avventura che unisce vecchie e nuove
migrazioni. Figlia di due genitori sordi che al senso di isolamento
oppongono un rapporto passionale e iroso, emigrata in un paesino
lucano da New York ancora bambina per farvi ritorno periodicamente,
la protagonista della Straniera vive un’infanzia febbrile, fragile
eppure capace, come una pianta ostinata, di generare radici ovunque.
La bambina divenuta adulta non smette di disegnare ancora nuove rotte
migratorie: per studio, per emancipazione, per irrimediabile amore.
Per intenzione o per destino, perlustra la memoria e ne asseconda gli
smottamenti e le oscurità. Non solo memoir, non solo romanzo, in
questo libro dalla definizione mobile come un paesaggio e con un
linguaggio così ampio da contenere la geografia e il tempo, Claudia
Durastanti indaga il sentirsi sempre stranieri e ubiqui. La straniera
è il racconto di un’educazione sentimentale contemporanea,
disorientata da un passato magnetico e incontenibile, dalla
cognizione della diversità fisica e di distinzioni sociali
irriducibili, e dimostra che la storia di una famiglia, delle sue
voci e delle sue traiettorie, è prima di tutto una storia del corpo
e delle parole, in cui, a un certo punto, misurare la distanza da
casa diventa impossibile</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Furio Colombo che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo merita attenzione per tre aspetti del tutto insoliti (oltre
all’insolito percorso biografico e di lavoro dell’autrice, che è
e non è una straniera). Il primo aspetto è certamente il
linguaggio. Riflette in modo curioso (sorprendente) una vita, in modo
più efficace di una sequenza di notizie. È un linguaggio
lontano-vicino, familiare ed estraneo, molto bello e senza alcuna
preziosità o deliberata ricerca di stile. Una seconda ragione è la
storia, che appartiene, allo stesso tempo, al genere “familiare”
ma anche a una sequenza di avventure con scarti sorprendenti rispetto
all’attesa abilmente creata. Ovvero si carica e si libera della
memoria personale e familiare, spingendo continuamente il lettore a
rifare la mappa del mondo e del tempo che sta percorrendo. Infine
merita attenzione il talento espressivo (che non è il linguaggio, ma
la costruzione del racconto) che rende La Straniera non una raccolta
di memorie, ma il punto in cui nasce (anche, ma non solo da ciò che
è accaduto) una storia nuova</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilLL44fGRx4XYVOjeoIM-rscsEu-eEXt3AwXC4HOOOnIMbu-nQh_bIDMKdVyEOPc-jTS6tdLFQmbEqD8sLGap2B99wphX6siQTsjq5wHqgPMv_W_pmDKmQu89NWRycK_72byNUEF5zdH_M/s1600/Durastanti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilLL44fGRx4XYVOjeoIM-rscsEu-eEXt3AwXC4HOOOnIMbu-nQh_bIDMKdVyEOPc-jTS6tdLFQmbEqD8sLGap2B99wphX6siQTsjq5wHqgPMv_W_pmDKmQu89NWRycK_72byNUEF5zdH_M/s1600/Durastanti.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">6.
Pier Paolo Giannubilo - Il risolutore (Rizzoli)</span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Pier
Paolo Giannubilo è nato a San Severo nel 1971 e vive a Campobasso,
dove insegna Letteratura Italiana e Latina in un liceo. Ha pubblicato
saggi, racconti, un libro di poesie e i romanzi </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Corpi
estranei</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Il Maestrale, 2008) e </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Lo
sguardo impuro</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Meridiano Zero, 2014). È presente in varie antologie: la più
recente, </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Giro
d’Italia, Van gewest tot gewest</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">,
edita dall’editore Bonardi di Amsterdam, riunisce in un’edizione
bilingue olandese-italiano i maggiori scrittori italiani selezionati
regione per regione.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
risolutore” (Rizzoli) è la storia di Gian Ruggero Manzoni -
pronipote di Alessandro e cugino di Piero: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Col
tempo sarebbe giunto a pensare di poter fare tutto ciò che voleva
senza doverne rispondere a nessuno, e avrebbe finito col prenderci
gusto. Due vite. Più nomi di quanti un uomo possa ricordare. Un
bagaglio pieno di segreti inconfessabili. Per oltre vent'anni, la
storia di Gian Ruggero Manzoni - pronipote di Alessandro e cugino
dell'irriverente Piero - è stata una messinscena dai toni tragici,
un buco nero da cui nessuno sarebbe potuto uscire vivo. Figuriamoci
raccontarla. Fino all'incontro con Pier Paolo Giannubilo, un'onda
d'urto da cui è nato questo romanzo, il ritratto impietoso e intimo
di un uomo qualunque con un cognome fatale che ha saputo fare di sé,
del bambino Palla di grasso bullizzato dai coetanei a Lugo di
Romagna, un'inspiegabile leggenda. Dalla militanza nella Bologna del
'77, segnata dall'amicizia con Tondelli e Pazienza e dal clima
libertino del Dams, al reclutamento nei Servizi, dalle missioni under
cover in Libano a quelle nei Balcani in fiamme, passando per ingaggi
da killer, prodezze erotiche e sogni d'artista affascinato dalle
avanguardie degli anni Ottanta: Ruggero firma ogni suo gesto con
l'inchiostro dell'eccesso, dannato e insieme eroe, fuori da ogni
schema e per questo irresistibile, sempre disposto a tutto pur di
restare umano. Con struggente lucidità Giannubilo ci racconta ciò
che dell'altro gli fa più paura come se si stesse guardando allo
specchio, mettendo a nudo le contraddizioni che rendono unica una
vita. Nelle sue pagine la grande Storia abbraccia la vicenda
avventurosa di un irregolare fino a rendere impossibile riconoscere
dove finisca l'una e inizi l'altra. Ed è questo il punto esatto dove
si fa letteratura</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Ferruccio Parazzoli che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Per
la perturbante libertà di quanto è narrato e per la forza del
racconto, il libro di Pier Paolo Giannubilo si presenta come una
sorprendente novità. L’autore chiede di seguirlo attraverso i
percorsi del protagonista dall’inaspettato cognome: Gian Ruggero
Manzoni è, infatti, il pronipote di Alessandro. Una curiosa
parentela che desta viva dissonanza con gli accadimenti che
ripercorrono gli anni, appena trascorsi, d’intensi e
destabilizzanti scuotimenti. L’autore convince il suo avventuroso
personaggio a riversare il fiume delle proprie esperienze, la sua
vita di individualista che ama egualmente il rischio e l’amore, la
scena internazionale e quella di famiglia. Storie contrastanti: i
moti politici e studenteschi del ’77, gli incontri con personaggi
simbolo di quegli anni, Tondelli, Pazienza, le simpatie per il
sinistrismo di azione, i terrori della prigionia, l’entusiasmo, più
che la costrizione, a divenire risolutore di estreme situazioni,
quale informatore sotto copertura, in Libano, e nei Balcani.
Difficile trovare oggi nella narrativa italiana chi abbia, come Pier
Paolo Giannubilo, un vivificante senso anarchico della letteratura,
la libertà di trasformare la realtà in finzione e la finzione in
realtà</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxipXQw8HTp170LTiL50JjW_8wuEBB5h5sLoYz6k6Mf4NRk0zy2sebRDkFZN3LkD-bdjrOHsq0h_7Oa3GBoMVXbV9lp04t7H9BVp16Yg7IOi0APL20tCgpLcIQAcOthbM81Snx5OS3sJoV/s1600/Giannubilo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="342" data-original-width="222" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxipXQw8HTp170LTiL50JjW_8wuEBB5h5sLoYz6k6Mf4NRk0zy2sebRDkFZN3LkD-bdjrOHsq0h_7Oa3GBoMVXbV9lp04t7H9BVp16Yg7IOi0APL20tCgpLcIQAcOthbM81Snx5OS3sJoV/s320/Giannubilo.jpg" width="206" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">7.
Marina Mander - L’età straniera (Marsilio)</span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Marina
Mander è nata a Trieste, ma vive a Milano. Tra le sue opere di
narrativa: </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Ipocondria
fantastica</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Transeuropa 2000, et al. 2012), </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Catalogo
degli addii</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Editions du Rouergue, 2008, et al. 2010), </span></span><i><span style="font-weight: normal;">La
prima vera bugia</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(et al. 2011), tradotto in diversi paesi europei e negli Stati Uniti,
</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Nessundorma</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Mondadori 2013), </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
potere del miao. I gatti che mi hanno cambiato la vita</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Mondadori 2015). Ha scritto per “Il Piccolo”, “Vanity Fair”
e “The New York Times”.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L’età
straniera” (Marsilio) è incentrato sulle vicende di Leo e Florin
«</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Leo
non studia molto, ma è bravo a scuola. Non fuma tanto, ma un po’
d’erba sì. Ha una madre, Margherita, che lavora come assistente
sociale e un padre che è stato matematico, è stato intelligente, è
stato vivo l’ultima volta nel mare e poi è scomparso tra le onde
con il pigiama e le ciabatte. Leo odia i pigiami, le ciabatte e non
si fida più del mare, forse di nessuno. Odia tutte le cose fino a
quando nella sua vita non arriva Florin, un ragazzino rumeno che non
studia, non ha una casa, non ha madre né padre – o magari sì ma
non ci sono – e si prostituisce. Florin si prostituisce e la madre
di Leo decide di ospitarlo, sistemandolo nella camera del figlio,
perché l’appartamento è piccolo e perché «forse potete farvi
bene l’un l’altro». Leo che non ha mai fatto l’amore con
nessuno e Florin che fa l’amore con tutti condividono la stessa
stanza. Leo pensa di odiare Florin, che comunque è meglio di una
cosa, è vivo. Leo è tutto cervello e Florin è tutto corpo: questo
pensa Leo, che racconta la storia. La “scimmia” lo chiama, come
una delle tre scimmiette: Iwazaru, quella che non parla. In realtà
entrambi i ragazzi sono ancora forti di una fragile interezza, perché
sono adolescenti e hanno ferite profonde ma corpi e sentimenti
giovani. Comincia così, tutta storta, l’avventura del loro viaggio
a occidente, fra estraneità e appartenenza: mistico per Leo – in
continuo contatto con un tribunale immaginario che cerca di
convincerlo di avere ucciso il padre – e fisico per Florin – in
balia di uomini violenti in un mondo più violento ancora. Scritto in
una lingua immaginifica e ironica, intelligente e musicale, L’età
straniera racconta un mondo vocale: è nelle voci che questa storia e
tutte le storie si sviluppano – le parole di Florin che mancano,
quelle in cui Leo si rifugia</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Benedetta Tobagi che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Perché
leggiamo romanzi? Come antidoto alla solitudine esistenziale, per
trovare, nelle pagine, noi stessi; per poterci riconoscere, trovare
parole per la nostra ombra, per sentimenti così sottili da non avere
nome, o una ferita segreta, diranno alcuni. Per vivere “vite che
non sono la mia”, incontrare l’alterità totale, estendere
l’empatia oltre i confini dei territori a noi familiari, diranno
altri. Più spesso, tutt’e due le cose. Il primo elemento di grande
fascino de L’età straniera di Marina Mander sta nel fatto di
consentirci entrambe le esperienze, trascinandoci nella penombra di
uno spazio liminale, nella schiuma tra terraferma e mare, come
nell’immagine di copertina. Marina Mander ci mostra il mondo
attraverso il suo sguardo, che penetra la realtà come un coltello e
ha la cruda verità del sole meridiano, uno sguardo invecchiato dal
precoce disincanto e insieme fresco, persino ingenuo, nei mille dubbi
di chi si affaccia alla vita</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQW2ObRX-ADhkCp_QIroBHGusOYw_hM2J95qmvxo0DaFiA3D7FZ-NSYtfRZLmoOWcDz_kv3h0b7A_-VRpqWQKiyYMHc2sSLvRbkbL4M7BSFhdqnYJup7QXWSLcn6g32v1c09j2bI-sEF4-/s1600/Mander.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="339" data-original-width="221" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQW2ObRX-ADhkCp_QIroBHGusOYw_hM2J95qmvxo0DaFiA3D7FZ-NSYtfRZLmoOWcDz_kv3h0b7A_-VRpqWQKiyYMHc2sSLvRbkbL4M7BSFhdqnYJup7QXWSLcn6g32v1c09j2bI-sEF4-/s320/Mander.jpg" width="208" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">8.
Eleonora Marangoni - Lux (Neri Pozza)</span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Eleonora
Marangoni è nata a Roma nel 1984, si è laureata a Parigi in
letteratura comparata e lavora come copywriter e consulente di
comunicazione. Ha pubblicato il saggio </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Proust
et la peinture italienne</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Michel de Maule, 2011), il romanzo illustrato </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Une
demoiselle</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Michel de Maule, 2013) e </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Proust.
I colori del tempo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Mondadori Electa, 2014). Nel 2017 ha vinto il Premio Neri Pozza con
</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Lux</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Lux”
(Neri Pozza) è la storia di Thomas Edwards alle prese col ricordo di
un amore finito: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Ci
sono molti modi di trasformare qualcuno in un fantasma, e Thomas
Edwards si è scelto il suo. La sua vita non ha proprio niente che
non va: Tom è un giovane italoinglese di buona famiglia, che abita a
Londra e viaggia spesso per lavoro. Architetto, gestisce con successo
uno studio di light design, e da quasi un anno fa coppia fissa con
Ottie Davis, una chef in carriera con un figlio di sette anni,
Martin. Ma Thomas abita il mondo solo in superficie: schivo e in
parte irrisolto, lascia che la vita scorra senza pensarci troppo; il
suo ricordo di un amore finito, quello per Sophie Selwood, è una
presenza costante e tangibile, che illumina gli eventi e le cose che
lo circondano, e ci racconta di come l’amore, o il ricordo
dell’amore, possano trasformarsi in una composta e implacabile</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span><i><span style="font-weight: normal;">ossessione.
Una strana eredità da parte di un eccentrico zio costringe Thomas a
uscire</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
</span></span><i><span style="font-weight: normal;">dalla
quotidianità. Un viaggio verso un’isola del sud Italia, un albergo
affascinante e malandato e un fine settimana imprevisto – in
compagnia della gente del posto e degli altri forestieri giunti a
loro volta sull’isola – saranno l’occasione perfetta per
sparigliare le carte, guardare le cose da un altro punto di vista e
fare finalmente i conti con il passato, questo animale saggio e al
contempo grottesco che sembra sempre volerci indicare la strada</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Sandra Petrignani che afferma:
«</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Marangoni
conosce l’arte finissima di rendere reale l’immaginario, riesce a
farti credere nella presenza di una nuvola in salotto più che nella
forza dei sentimenti che legano un certo uomo a una certa donna.
Insomma come di ogni libro complesso, non è facile parlare di Lux: è
stravagante, allegro e malinconico, sapiente e leggero. C’è dentro
una voce sferzante, ironica, saggia, che si muove sul solido terreno
di radici letterarie comuni per proiettarsi in un oltre giovanissimo
e carico di futuro</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqoDOPWtz2JbFzpBX49EDVEYxmIpwtV95y2Ey7_cVLiL1_VzAGSiqm4XC9gNWNYKUPNeiqHSzwhGASjYiAHcG1cZhk7u60JejRmyUgtCyhm7ZmO3W-bZcFf5Fo4sFoTJxGHoVqTEEtOrJ2/s1600/Marangoni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="371" data-original-width="221" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqoDOPWtz2JbFzpBX49EDVEYxmIpwtV95y2Ey7_cVLiL1_VzAGSiqm4XC9gNWNYKUPNeiqHSzwhGASjYiAHcG1cZhk7u60JejRmyUgtCyhm7ZmO3W-bZcFf5Fo4sFoTJxGHoVqTEEtOrJ2/s320/Marangoni.jpg" width="190" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">9.
Cristina Marconi - Città irreale (Ponte alle Grazie)</span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Cristina
Marconi vive dal 2011 a Londra, da dove scrive di politica, economia
e cultura per “Il Messaggero”, “Il Foglio” e altre testate.
Laureata in Filosofia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ha
vissuto anche a Parigi e per molti anni a Bruxelles. </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Città
irreale</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
è il suo primo romanzo.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Città
irreale” (Ponte alle Grazie) è la storia di Alina e di una
formazione sentimentale: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Nel
2008, quando lascia l’Italia, Alina ha 26 anni: Roma le sta stretta
e lei non ama limiti e definizioni. La sua meta è una Londra finora
sognata, che si trova proprio alla vigilia della crisi, nell’ultimo
momento di porte aperte e possibilità infinite per la sua
generazione. Fra piogge improvvise e sprazzi di sole, inerzie e
incontri fortunati, trova un lavoro più promettente di quello che ha
lasciato da noi e inizia a farsi strada nell’unica società a cui
spera un giorno di appartenere. Per lei, credeva, l’identità è un
concetto fluido, da piegarsi a piacimento. Scopre che non è così
quando entra in scena Iain, giovane medico inglese, e con lui il suo
giro di amici. Alina se ne innamora ma il riserbo britannico di lui e
l’ostinazione di Alina nel guardare solo al futuro alzeranno la
prima barriera fra la ragazza e il suo mondo elettivo. Perché anche
Iain ha conosciuto più di un altrove. Nei tardi anni Novanta, a
neppure vent’anni, lui e la giovane Vicky avevano lasciato le loro
belle case londinesi per andare a vivere in Italia lavorando come
volontari. Il fantasma di quel periodo ha ombre lunghe che toccano
Alina, costretta a misurarsi con una realtà più inafferrabile del
previsto e con il rischio costante di restare sospesa fra due mondi</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Masolino d’Amico che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Dopo
essere stata swinging negli anni sessanta, con i Beatles e Carnaby
Street, Londra torna a essere un polo di attrazione negli anni
Novanta e Duemila, quando diventa una delle capitali della finanza
mondiale. Da allora la narrativa si è spesso occupata di questo
luogo dalle mille opportunità, in particolare puntando sugli
emigranti provenienti dal cosiddetto terzo mondo. Meno frequente il
trattamento di un caso come quello della protagonista di Città
irreale, che proviene dalla fascia (non meno numerosa) dei
professionisti qualificati. La storia di Alina è quella di una
formazione anche sentimentale in mezzo a esponenti della fauna
internazionale che agisce nella città non poi tanto irreale del
titolo, sempre descritti con un occhio attento a molti particolari
rivelatori e con una prosa autorevole, da scrittore in pieno
controllo del suo strumento espressivo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">». </span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx63norwTNfREKB72YM5U2hohpMjCCkLNDaUWyqAvnRBnubq115PtiUtcz-tK1sOZSuzAhbuHRC_ew9kT26pEzTDMgkQLkGIkShVSvghWxKGAQxIeQX8dnk43SVWQMla_h9gIu216vu9Wz/s1600/Marconi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="331" data-original-width="221" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgx63norwTNfREKB72YM5U2hohpMjCCkLNDaUWyqAvnRBnubq115PtiUtcz-tK1sOZSuzAhbuHRC_ew9kT26pEzTDMgkQLkGIkShVSvghWxKGAQxIeQX8dnk43SVWQMla_h9gIu216vu9Wz/s320/Marconi.jpg" width="213" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">10.
Marco Missiroli - Fedeltà (Einaudi)</span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Marco
Missiroli è nato a Rimini e vive a Milano. Ha vinto il Premio
Campiello Opera Prima con il suo romanzo d’esordio, </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Senza
coda</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Fanucci, 2005; Feltrinelli, 2016). Per Guanda ha pubblicato </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
buio addosso</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2007), </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Bianco</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2009) e </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
senso dell’elefante</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2012; Premio Selezione Campiello). Ha pubblicato il bestseller </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Atti
osceni in luogo privato</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Feltrinelli, 2015), con cui ha vinto il Premio Super Mondello. Per
Einaudi ha pubblicato Fedeltà (2019).</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Fedeltà”
(Einaudi) è una storia di dubbi e presunti tradimenti: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">“Il
malinteso”, così Carlo e Margherita chiamano il dubbio che ha
incrinato la superficie del loro matrimonio. Carlo è stato visto nel
bagno dell'università insieme a una studentessa: «si è sentita
male, l'ho soccorsa», racconta al rettore, ai colleghi, alla moglie,
e Sofia conferma la sua versione. Margherita e Carlo non sono una
coppia in crisi, la loro intesa è tenace, la confidenza il gioco
pericoloso tra le lenzuola. L</span></i><i><span style="text-decoration: none;"><span style="font-weight: normal;">e
parole fra loro ardono ancora, così come i gesti. Si definirebbero
felici. Ma quel presunto tradimento per lui si trasforma in
un'ossessione, e diventa un alibi potente per le fantasie di sua
moglie. La verità è che Sofia ha la giovinezza, la libertà, e
forse anche il talento che Carlo insegue per sé. Lui vorrebbe
scrivere, non ci è mai riuscito, e il posto da professore l'ha
ottenuto grazie all'influenza del padre. La porta dell'ambizione,
invece, Margherita l'ha chiusa scambiando la carriera di architetto
con la stabilità di un'agenzia immobiliare. Per lei tutto si
complica una mattina qualunque, durante una seduta di fisioterapia.
Andrea è la leggerezza che la distoglie dai suoi progetti familiari
e che innesca l'interrogativo di questa storia: se siamo fedeli a noi
stessi quanto siamo infedeli agli altri? La risposta si insinua nella
forza quieta dei legami, tenuti insieme in queste pagine da Anna, la
madre di Margherita, il faro illuminante del romanzo, uno di quei
personaggi capaci di trasmettere il senso dell'esistenza. In una
Milano vivissima, tra le vecchie vie raccontate da Buzzati e i nuovi
grattacieli che tagliano l'orizzonte, e una Rimini in cui sopravvive
il sentimento poetico dei nostri tempi, il racconto si fa talmente
intimo da non lasciare scampo</span></span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Sandro Veronesi che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Ci
sono romanzi che sembrano provenire dal futuro. Romanzi che sembrano
ritornare a noi, qui e oggi, da un tempo nel quale finalmente molti
problemi sono stati risolti, cioè ricondotti alla propria perduta,
primordiale naturalezza. Di questi romanzi si usa dire che “fanno
epoca”. Fedeltà di Marco Missiroli è uno di essi, e il nodo che
vi viene sciolto, nella scrittura soda e però anche fluida e
lucente, nei personaggi perfettamente definiti e però anche nella
formidabile trazione generata dalla loro dissolvenza l’uno
nell’altro, è quello del dolore: è energia vitale, il dolore,
null’altro che energia vitale, e la specie umana è concepita per
trasmetterselo. Nelle sue pagine risieda la risposta che solo la
letteratura poteva dare allo stupore espresso da Freud dinanzi
all’incapacità della libido di separarsi dai suoi oggetti, «uno
di quei fenomeni che non si possono spiegare ma ai quali si
riconducono altre cose oscure». Il guaio non è soffrire, il guaio è
farlo nel modo sbagliato. La sofferenza in questo romanzo è come la
miseria in Céline: è liberatoria, viene voglia di viverla</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpxESZRWnVG4eXg7hPdvNQUG2T_ulCtujfrWV3G3Q1D1vuObkzH_LEr9_DibFxEiCXZWdUhAc9knCEwFFImLLibehLshcSBbeTHE39rMw3dkLQB9GklmR3ydU_yhYXjlrbue3VU6WYT3Ad/s1600/Missiroli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="221" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpxESZRWnVG4eXg7hPdvNQUG2T_ulCtujfrWV3G3Q1D1vuObkzH_LEr9_DibFxEiCXZWdUhAc9knCEwFFImLLibehLshcSBbeTHE39rMw3dkLQB9GklmR3ydU_yhYXjlrbue3VU6WYT3Ad/s320/Missiroli.jpg" width="202" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">11.
Antonio Scurati - M. Il figlio del secolo (Bompiani)</span></span></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Antonio
Scurati è nato a Napoli nel 1969 ed è docente di Letterature
contemporanee presso la IULM di Milano. Ha esordito nel 2002 con </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
rumore sordo della battaglia</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Mondadori – premio Kihlgren, premio Fregene, premio Chianciano).
Nel 2005, con </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
sopravvissuto</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Bompiani), ha vinto la XLIII edizione del premio Campiello e nel
2008, con </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Una
storia romantica</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Bompiani), il Mondello. Sempre con Bompiani ha pubblicato: </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
bambino che sognava la fine del mondo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2009), </span></span><i><span style="font-weight: normal;">La
seconda mezzanotte</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2011), </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
padre infedele</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2013) e </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Il
tempo migliore della nostra vita</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(vincitore sia del premio Viareggio sia del premio Selezione
Campiello). </span></span></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">M.
Il figlio del secolo” (Bompiani) è il romanzo di Mussolini: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Lui
è come una bestia: sente il tempo che viene. Lo fiuta. E quel che
fiuta è un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della
democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici. Allora lui si
mette a capo degli irregolari, dei delinquenti, degli incendiari e
anche dei “puri”, i più fessi e i più feroci. Lui in un
rapporto di Pubblica Sicurezza del 1919 è descritto come
“intelligente, di forte costituzione, benché sifilitico, sensuale,
emotivo, audace, facile alle pronte simpatie e antipatie,
ambiziosissimo, al fondo sentimentale”. Lui è Benito Mussolini, ex
leader socialista cacciato dal partito, agitatore politico indefesso,
direttore di un piccolo giornale di opposizione. Sarebbe un
personaggio da romanzo se non fosse l’uomo che più d’ogni altro
ha marchiato a sangue il corpo dell’Italia. Non è inventato nulla
del dramma di cui qui si compie il primo atto fatale, tra il 1919 e
il 1925: nulla di ciò che Mussolini dice o pensa, nulla dei
protagonisti – D’Annunzio, Margherita Sarfatti, un Matteotti
stupefacente per il coraggio come per le ossessioni che lo divorano –
né della pletora di squadristi, Arditi, socialisti, anarchici che
sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di
sovreccitazione creativa. Il risultato è un romanzo documentario
impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a
cui l’autore attinge, ma soprattutto per l’effetto che produce.
Fatti dei quali credevamo di sapere tutto, una volta illuminati dal
talento del romanziere, producono una storia che suona inaudita e
un’opera senza precedenti nella letteratura italiana</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Francesco Piccolo che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Scurati
racconta con dedizione e ostinazione la nascita del fascismo in
Italia, non tralasciando nessun dettaglio decisivo alla comprensione
della nostra Storia, attenendosi ai fatti documentati e appassionando
i lettori per pagine e pagine, come hanno dimostrato le reazioni fin
dal primo giorno della sua comparsa nelle librerie. Il racconto
corale, con al centro la figura di Benito Mussolini, compie il
miracolo di farci comprendere come i fatti prendano consistenza e poi
potenza in pochi anni, con la complicità dell’indifferenza e della
superficialità di un intero popolo. Nonostante quest’anno tra i
candidati al premio Strega siano presenti libri e autori che
apprezzo, propongo M. di Antonio Scurati perché è un evento nella
letteratura italiana, uno dei romanzi importanti dei nostri anni, che
merita per questo non solo di partecipare al Premio Strega ma di
vincerlo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0T8c62jiVtea29dxq3boQRQq8vkNTPN8_1R_s1QRVt1Gxk2VFomTqPU-F3oWUGHERFIlCxcgvHdS-XF6mWAOjd2zkbhx9QYVmAenz3nCyN4Qd3LTw-_ly5U0vosxbIR4LKzForMjXW2G5/s1600/Scurati.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="309" data-original-width="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0T8c62jiVtea29dxq3boQRQq8vkNTPN8_1R_s1QRVt1Gxk2VFomTqPU-F3oWUGHERFIlCxcgvHdS-XF6mWAOjd2zkbhx9QYVmAenz3nCyN4Qd3LTw-_ly5U0vosxbIR4LKzForMjXW2G5/s1600/Scurati.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">12.
Nadia Terranova - Addio fantasmi (Einaudi) </span></span></b>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Nadia
Terranova è nata a Messina nel 1978, ma vive a Roma. Per Einaudi
Stile Libero ha scritto il romanzo </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Gli
anni al contrario</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2015, vincitore di numerosi premi tra cui il Bagutta Opera Prima, il
Brancati e l’americano The Bridge Book Award) e </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Addio
fantasmi</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(2018). Ha scritto anche diversi libri per ragazzi, tra cui </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Bruno
il bambino che imparò a volare</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Orecchio Acerbo 2012) e </span></span><i><span style="font-weight: normal;">Casca
il mondo</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">
(Mondadori 2016), È tradotta in francese, spagnolo, polacco,
lituano. Collabora con “la Repubblica” e altre testate.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Addio
fantasmi” (Einaudi) è incentrato sulla ricerca della figura
paterna: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Ida
è appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l'ha
richiamata in vista della ristrutturazione dell'appartamento di
famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli
oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e
cosa buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l'ha
segnata quando era solo una ragazzina. Ventitre anni prima suo padre
è scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e
non è piú tornato. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati
i silenzi feroci con la madre, il senso di un'identità fondata
sull'anomalia, persino il rapporto con il marito, salvezza e
naufragio insieme. Specchiandosi nell'assenza del corpo paterno, Ida
è diventata donna nel dominio della paura e nel sospetto verso ogni
forma di desiderio. Ma ora che la casa d'infanzia la assedia con i
suoi fantasmi, lei deve trovare un modo per spezzare il sortilegio e
far uscire il padre di scena. Fra il tramonto e la cena, l'assenza di
mio padre tornava a visitarmi. Aprivo il balcone sperando che il
temporale filtrasse dai soffitti e squarciasse le crepe sul muro,
supplicavo la tramontana di trasformarsi in uragano e rovesciare in
terra l'orologio e le sedie, all'aria il letto, i cuscini, le
lenzuola. Non vuoi sapere che sono diventata grande, non ti
interessa?, chiedevo, e nessuno rispondeva</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il
romanzo è stato proposto da Pierluigi Battista che afferma: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">In
questo romanzo emozionante e profondo Nadia Terranova, come Telemaco
alla ricerca del padre Odisseo, torna nella sua città natale e nella
casa messinese della sua infanzia alla ricerca di tracce della figura
paterna che si è come volatilizzata, rendendosi assente al mondo ma
non nella memoria della protagonista. Il padre è scomparso: con ogni
probabilità è morto tanti anni prima, ma il suo corpo non è mai
stato trovato. E non c’è funerale possibile per un morto che forse
non è morto. Mentre Telemaco parte da Itaca per conoscere il destino
del padre, Nadia Terranova torna a Itaca-Messina perché attraverso
gli oggetti della sua infanzia, gli odori e i colori della sua città,
l’atmosfera della casa che la madre ha deciso di mettere in
vendita, può finalmente fare i conti con se stessa e con il fantasma
di un padre che non c’è più. E mettere a punto, nel tratto di
mare che separa Scilla e Cariddi, la cerimonia degli addii
indispensabile per continuare a vivere dopo aver portato a termine il
lutto</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">».</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5pKhJ3ruS_uPWNM5dex-Lqx-PDzFBW6yZiZpnVVnUOsTxNzagZujq4fpd3nFHmXoBGuSkNQ4_Wk4PECYfuzs-zuSVFg2FieDvlFTDYp4QU0dsVhObg2jYDk5RiaowzAgYn-ka3BggkaTR/s1600/Terranova.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="356" data-original-width="221" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5pKhJ3ruS_uPWNM5dex-Lqx-PDzFBW6yZiZpnVVnUOsTxNzagZujq4fpd3nFHmXoBGuSkNQ4_Wk4PECYfuzs-zuSVFg2FieDvlFTDYp4QU0dsVhObg2jYDk5RiaowzAgYn-ka3BggkaTR/s320/Terranova.jpg" width="198" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-42581150806716085302019-02-07T23:00:00.001+01:002019-02-07T23:00:37.081+01:00Novità letterarie – “Sonno bianco” di Stefano Corbetta
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;">«</span><i>Si
avvicinò piano e il cono di visuale si strinse sfocando le pareti
laterali. Più avanzava, più Bianca diventava riconoscibile, il
profilo dagli zigomi alti e le labbra sottili congelate in un lieve
sorriso eterno. Un senso di trionfo emergeva dal suo corpo immobile,
come l’eroina di un tempo passato, vittima del più terribile degli
incantesimi. Lei, quel corpo ancestrale al centro di un sonno
bianco</i><span style="font-style: normal;">».</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<i>Sonno
bianco</i><span style="font-style: normal;">”
(Hacca Edizioni), il secondo romanzo di Stefano Corbetta, è la
storia di un’assenza e del dolore che inevitabilmente da tale
assenza deriva, è una disamina sincera e commossa dei sentimenti di
una famiglia che si trova a fare i conti con quel dolore così
smisurato, una famiglia i cui membri, cercando di reagire, trascinano
ogni giorno la propria vita alla ricerca di un possibile equilibrio.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">Bianca
ed Emma sono due gemelle, tanto identiche nell’aspetto fisico
quanto diverse nel carattere, protettiva ed estroversa la prima, più
chiusa e insicura la seconda. Hanno nove anni quando, nel corso di
una gita scolastica in montagna, vengono travolte da un camion: Emma,
nel rincorrere una pallina di gomma, aveva attraversato la strada
senza accorgersi del pericolo imminente, mentre Bianca le si era
buttata addosso cercando di metterla in salvo. Emma viene gravemente
ferita a una gamba che, dopo numerose operazioni, rimane più corta
dell’altra costringendola per sempre a un’andatura claudicante.
Bianca, invece, colpita alla testa, entra in uno stato di coma
vegetativo. </span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;"></span><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5jDLFXvx8JGCPPKHO-uZ3wxriWw2Z6IS_khLevYx0sJkyMgkyj9wcTs7GZa4zJrcJQbHdGfaqGhJHvbPZmiiysYrUTZTzdHLhgUw8sThcpdFVrXWdnVx7MSB8-LT19GGgl74PkUHfGhkT/s1600/Corbetta-Sonno-bianco_rid.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="596" data-original-width="413" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5jDLFXvx8JGCPPKHO-uZ3wxriWw2Z6IS_khLevYx0sJkyMgkyj9wcTs7GZa4zJrcJQbHdGfaqGhJHvbPZmiiysYrUTZTzdHLhgUw8sThcpdFVrXWdnVx7MSB8-LT19GGgl74PkUHfGhkT/s320/Corbetta-Sonno-bianco_rid.jpg" width="221" /></span></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;"></span><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">Per
i successivi nove anni, dunque, Emma e i suoi genitori, Enrico e
Valeria, si ritrovano a dover gestire questa dolorosa situazione, tra
rancori e rimorsi per non essere riusciti a evitare un incidente
simile e con la speranza che Bianca un giorno si risvegli per tornare
a vivere con loro uscendo da quella stanza con le bianche pareti
all'interno dell’istituto in cui è ricoverata da tanto tempo.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;">Con
la sua scrittura sobria, limpida, scorrevole, quasi musicale,
l’autore fa emergere una sofferenza che, grazie anche alla
descrizione attenta e minuziosa di gesti e azioni dei singoli
personaggi, sembra quasi dilatarsi in un tempo immobile, come se
tutto fosse rimasto fermo a quella drammatica giornata in cui
l’incidente è avvenuto: «</span><i>Era
come se tutto, dopo l’incidente, si fosse ridotto a pochi giorni
messi in fila, vuoti e senza significato, in cui l’unico sentimento
sopravvissuto era un senso di colpa latente che inquinava ogni cosa e
non li abbandonava mai. E tutto era sempre stato neutralizzato con il
silenzio</i><span style="font-style: normal;">».</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;">Il
silenzio di un’assenza, che pian piano scava dentro annullando ogni
reazione, è uno degli elementi chiave che emerge dalla narrazione.
Il silenzio cui Bianca è costretta a causa del suo sonno bianco,
sembra a poco a poco indurire il cuore dei suoi familiari, come un
“</span><i>velo sottile
e invisibile</i><span style="font-style: normal;">”
che si posa su di loro: invece di farsi forza reciprocamente,
sembrano allontanarsi ogni giorno di più costruendo una parete
sempre più spessa. </span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;"></span><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8mCC2bCPA980S3_aUPzMjL2wevL9HBjdFeeLc9noDosIj1SuHBDaaprusr6XsB6OrAoCHHOOv4chDpgTJG4MdW1oQyfupZaN-o_OXGC8GAcoQJgaWkNqrkn2zfcqfQbJBDFcg9kbOUNuh/s1600/Ospedale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="638" data-original-width="960" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8mCC2bCPA980S3_aUPzMjL2wevL9HBjdFeeLc9noDosIj1SuHBDaaprusr6XsB6OrAoCHHOOv4chDpgTJG4MdW1oQyfupZaN-o_OXGC8GAcoQJgaWkNqrkn2zfcqfQbJBDFcg9kbOUNuh/s320/Ospedale.jpg" width="320" /></span></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;"></span><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-family: inherit;">Il
romanzo si concentra, quindi, sull'evoluzione interiore dei singoli
componenti di quella famiglia in rapporto al dolore che vivono
quotidianamente. In particolare, Emma sembra schiacciata dai sensi di
colpa, il pensiero di sua sorella diventa quasi ossessivo, le pare
addirittura di vederla mentre si trova sul palco del teatro per le
prove della compagnia di cui fa parte. Era Bianca che avrebbe dovuto
fare l’attrice, è questo a cui pensa spesso Emma, come se stesse
vivendo una vita non sua e avesse usurpato il posto di sua sorella. E
la ragazza sembra voler tradurre questo suo angosciante rimorso in
una scultura di creta realizzata a scuola, due mani giunte in cui
viene posizionata quella pallina di gomma che Emma stava rincorrendo
il giorno dell’incidente. Un pensiero che le impedisce di vivere
pienamente, che la costringe a ritrarsi non appena un’occasione di
felicità si protrae all’orizzonte, nonostante il piccolo Mattia,
vicino di casa e prodigioso pianista, e il suo giovane maestro Leon
cerchino di restituirle quella dimensione di intima familiarità che
a casa orma era scomparsa da tempo.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;">Perché
a casa c’è sua madre Valeria che sembra quasi aver abdicato al suo
ruolo materno, rinchiusa nel suo dolore e nel rancore verso sua
figlia e suo marito, che come lei devono pagare il prezzo di quella
tragedia, con il silenzio «</span><i>che
aveva iniziato a prendere l’intero spazio della sua vita</i><span style="font-style: normal;">».
E c’è suo padre Enrico, che, pur cercando di mettere insieme i
pezzi delle loro vite e di intravedere il fondo del tunnel, può solo
constatare quanto le donne della sua vita si siano ormai allontanate
da lui.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<i><span style="font-weight: normal;">Sonno
bianco</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">”
è, dunque, un romanzo coinvolgente da cui emerge una sentita
partecipazione al profondo dolore di tante famiglie che si ritrovano
ad avere un parente in uno stato vegetativo, è una storia di silenzi
e rancori, ma in cui a un certo punto si avverte come ineludibile
l’esigenza di alzare la testa e lottare, di colmare l’assenza e
il silenzio, di rimediare ai tanti errori commessi.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJUgCVhTyDUpD1g1th6g62buEWYUBR2yvUb4CsuuQFQtOFyoOwTzmlWa7p0G7-UlaxWWaRursqIP6kP7KyudK1K302u5CiB-3jyH7tqVz8xfTL4ztoYgvJ_357iTFt3qGnWcwyII9r3hll/s1600/Stefano+Corbetta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="400" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJUgCVhTyDUpD1g1th6g62buEWYUBR2yvUb4CsuuQFQtOFyoOwTzmlWa7p0G7-UlaxWWaRursqIP6kP7KyudK1K302u5CiB-3jyH7tqVz8xfTL4ztoYgvJ_357iTFt3qGnWcwyII9r3hll/s320/Stefano+Corbetta.jpg" width="320" /></span></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-66162118034919927812019-01-14T23:29:00.000+01:002019-01-14T23:29:23.386+01:00Il libro del mese – "Amicizie profane" di Harold Brodkey
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><b>«</b><i><span style="font-weight: normal;">Si
desidera l'amore in varie forme. Si desidera un nudo mondo di amore
in luogo di quello della malinconica quotidianità, un mondo in cui
ci siano la passione del cuore e la passione dei sensi, un mondo
invaso da un tale calore, da un tale sgomento di luce, che potrebbe
anche essere l'Inferno</span></i><span style="font-weight: normal;">».</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-weight: normal;">Harold
Brodkey scrisse "</span><i><span style="font-weight: normal;">Amicizie
profane</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">"
nel 1992 durante un suo lungo soggiorno a Venezia, su invito del
Consorzio Venezia Nuova, in un'edizione fuori commercio che fu
successivamente rivista, ampliata e pubblicata da Mondadori nel 1994
con la traduzione di Delfina Vezzoli.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">"</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Amicizie
profane</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">"
è un romanzo essenzialmente dedicato all'amore e al ricordo. È la
storia di un rapporto di amicizia che nasce tra due ragazzi,
l'americano Nino (voce narrante) e il veneziano Onni, nel momento in
cui, ancora bambini, le loro vite si incrociano sui banchi di scuola,
per poi proseguire attraversando fasi alterne fino a sfociare in una
forma particolare di amore, divenendo, appunto, un'amicizia
"profana".</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTDTbnFgdqU-WfcjuuPx4FP6-ZeBQrUJFWKu1zYp6dV34Hx7GU3xE2BaK_OUpShQGqIymrVZkD2jXTZ2L9PMW6ScourkvxubkOWEUqdqY1o5oZciyGEd9L4DY0Kd-zsVvaKgibVC2yGzgh/s1600/Amicizie+profane.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="316" data-original-width="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTDTbnFgdqU-WfcjuuPx4FP6-ZeBQrUJFWKu1zYp6dV34Hx7GU3xE2BaK_OUpShQGqIymrVZkD2jXTZ2L9PMW6ScourkvxubkOWEUqdqY1o5oZciyGEd9L4DY0Kd-zsVvaKgibVC2yGzgh/s1600/Amicizie+profane.jpg" /></a><span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">L'autore,
con una scrittura elegante, travolgente, fortemente introspettiva e
ricca di divagazioni filosofiche e spunti di riflessione, analizza
nel dettaglio le dinamiche dei rapporti tra i due ragazzi attraverso
i vari stadi in cui si sviluppa questa loro amicizia "profana",
tra momenti di tenerezza e aspri contrasti, avvicinamenti e rifiuti,
in un ritrovarsi reciproco a volte ossessivo e morboso. Un'indagine
profonda senza alcuna autocensura ("</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Mi
riservo il diritto di essere pornografico. Senza pudore</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">"
afferma l'autore nel prologo) alla scoperta continua di ogni
sfaccettatura del sentimento e della sessualità.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Durante
l'infanzia, ovvero la prima fase di questo rapporto, Nino pare
avvertire fin da subito il particolare magnetismo di Onni, nella sua
bellezza infantile che già inizia a farsi notare. Tra di loro nasce
un legame quasi simbiotico e di dipendenza, che finisce per scatenare
pure qualche sentimento di gelosia e avversione tra i familiari dei
ragazzi. Ma ormai chiunque abbia modo di osservarli non riesce più a
considerarli come due elementi separati. È un legame molto forte,
fatto anche di giochi violenti e di litigi, ma che si interrompe
bruscamente nel momento in cui Onni inizia a farsi coinvolgere dal
regime mussoliniano assumendo le vesti di '</span></span><i><span style="font-weight: normal;">bambino
fascista</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">'.
Nino, profondamente deluso e trascurato, fa ritorno in America con la
famiglia prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">La
seconda fase, al termine della guerra, è segnata dal ritorno a
Venezia di Nino che, ormai quattordicenne, non appare pienamente
felice ed entusiasta («</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Non
avevo voglia di chiamare nessuno. All'inizio non avevo nessuna
energia e nessuna volontà, nessun desiderio preciso, né una voglia
particolare di vivere attivamente. Ero ammalato di adolescenza, di
infedeltà dell’attenzione»</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">),
almeno fino al suo casuale riavvicinamento a Onni, divenuto uno
splendido sedicenne. È a questo punto che i caratteri e i sentimenti
dei due protagonisti iniziano a delinearsi con maggior precisione.
Nino è un ragazzo riservato, pudico, pacifista e si ritrova di
fronte a un Onni decisamente più trasgressivo e ardimentoso, perso
nel suo desiderio di rivalsa, nella sua incontenibile volontà di
emergere e di sfondare come attore. È una fase in cui i sentimenti
di Nino verso Onni sono ancora poco chiari, divisi tra il legame di
affetto amichevole, il fascino della seduzione, il disagio nei
confronti di quell'elemento di perversa corruzione che in Onni ormai
insisteva (vittima di violenza sessuale durante il conflitto, aveva
iniziato a prostituirsi spinto dalla madre e dalla zia), per la sua
disinibita e sfrontata sensualità, per i loro primi approcci
sessuali.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVslQgrgEhNWE2Y7VAIh6YACoBeRJdTv4aeEVlmSV5-KkqFTWGzCRMLo4OTah3UhfvuKfFNqb8h2P7NPJKaBkzzzKQBsS-Y-UAzdzCpgwWd5EZB_fcpxOZyKnRsPeRA7C00mWxoerNx-03/s1600/Venezia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVslQgrgEhNWE2Y7VAIh6YACoBeRJdTv4aeEVlmSV5-KkqFTWGzCRMLo4OTah3UhfvuKfFNqb8h2P7NPJKaBkzzzKQBsS-Y-UAzdzCpgwWd5EZB_fcpxOZyKnRsPeRA7C00mWxoerNx-03/s320/Venezia.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;"><br /></span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Nella
terza fase, li ritroviamo ormai adulti e girovaghi per Venezia, in
una lunga notte di bagordi in cui Nino ha ormai raggiunto una maggior
consapevolezza del proprio potere, delle proprie sensazioni e di
quelle di Onni: «</span></span><i><span style="font-weight: normal;">Lui
non ha mai amato … Io rappresento tutto ciò che sa dell’amore …
Generalizza a partire da me. Sta riempiendo le lacune nel suo
repertorio, e soffre … Il tanto amato Onni sta elaborando sospetto
e antipatia, meschinità e rabbia in quello stomaco bruto, rabbia e
ossessione per essere ossessionato da qualcuno in calde ondate di
ebbrezza che montano e si frangono nei flussi e riflussi di una marea
travolgente. Sentii una grande paura, sentii la verità dei miei
sentimenti … sentimenti diversi … sentii una specie di risata
rassegnata e un’irrefrenabile risata interiore di esultanza, come
se stessi nuotando in alto mare tra onde enormi sopra vasti abissi.
Penso che Onni sia un innamorato che non sa amare, e io sono uno che
sa amare ma che non lo amerà oltre un certo limite</span></i><span style="font-weight: normal;">».</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Infine,
a Venezia giunge la vecchiaia, il ricordo nostalgico del passato,
della giovinezza, il rimpianto inutile per ciò che avrebbe potuto
essere e non è stato, per non aver trovato un "<i>amore
destinato a durare tutta la vita, solido come una piramide, massiccio
e davvero immortale</i><span style="font-style: normal;">",
magari con una persona diversa, la successiva consapevolezza che in
fondo ciò che conta è aver amato ed essere stati amati.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;">"</span><i>Amicizie
profane</i><span style="font-style: normal;">" è anche una lunga
e profonda riflessione sulla realtà, sul tempo e sul ricordo, in cui
il ricordo viene considerato come uno strumento non adatto, per sua
natura, a cogliere la continuità del tempo – ove il tempo è
costituito da una sequenza di momenti che, a loro volta, risultano
nascosti tra le pieghe del ricordo stesso - essendo una visione
fugace, incapace di intravedere il momento reale: </span><span style="font-style: normal;">«</span><i>Avete
mai pensato al fascino dell'idea di onnipotenza? Per me, nel ricordo,
Onni esiste privo di peso, privo di presenza, di volumi, di masse e
di umori, e privo della sua volontà. Nella mente non si trovano
statue sepolte o antiche città. La mente non porta niente di
tangibile dentro di sé. Tutto è memoria e opinioni. È spettrale.
Che strano posto per cercarvi lo spirito e la carne di un amore
reale</i>».</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSUjvA-H4yHwS4bJisiT1GrsgfUKI0L0fiV42K5-qQVvsceuNUaPXGuyBNsvFlOJsgkCFVmdgh0P0gn2yynY75Y7E1JN1j4X_fodtlmRS8tKALfUvfodmYXtqXW9pTFasEzYR7qTNf-yvg/s1600/Venezia+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSUjvA-H4yHwS4bJisiT1GrsgfUKI0L0fiV42K5-qQVvsceuNUaPXGuyBNsvFlOJsgkCFVmdgh0P0gn2yynY75Y7E1JN1j4X_fodtlmRS8tKALfUvfodmYXtqXW9pTFasEzYR7qTNf-yvg/s320/Venezia+2.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Eppure
Nino mostra un certo disagio verso la realtà, quasi un'amarezza e un
senso di persecuzione, desiderando, piuttosto, intraprendere una
conoscenza sentimentale: «<i>La
realtà, la realtà vera e propria, ha per me un fascino nervoso e
nauseante, ma io anelo alla pace di quella assoluta libertà di
schizzare in avanti, di lato o indietro che trovi solo nei libri. O
in una storia che non sia questa</i><span style="font-style: normal;">»</span><span style="font-style: normal;">.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;">Brodkey
ci regala, poi, un ritratto vivido di Venezia, che è forse la vera
protagonista del romanzo, colta nella sua grandiosità e nei suoi
dettagli architettonici e monumentali, intarsiata di "</span><i>palpebre
tremolanti</i><span style="font-style: normal;">"
e con un occhio vigile che dà l'impressione di sentirsi sempre
osservati e non consente mai una vera e propria solitudine. È una
Venezia dipinta con colori fervidi e ricchi di sfumature, tra giochi
di luce e di ombre che accompagnano gli stati d'animo e le
peregrinazioni sentimentali dei due protagonisti tra calli, ponti,
canali e campielli. Una Venezia su cui il narratore insiste
fermamente fino alla fine, osservandola dopo tanti anni nella sua
vecchiaia e fragilità, con la sua evidente dolcezza perversa, quasi
che la sua decadenza si sia accompagnata pian piano a quella dei suoi
personaggi.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;">"</span><i>Amicizie
profane</i><span style="font-style: normal;">"
è, dunque, un complesso e grandioso romanzo veneziano, un racconto
di formazione e una spietata e lucida analisi di rapporti e
sentimenti tra amicizia e amore, un viaggio lungo una vita tra
struggimenti, ossessioni morbose e rimpianti, il </span><span style="font-style: normal;">«</span><i>tentativo
di rappresentare un piccolo aspetto dell'amore nelle sue dimensioni
limitate e nel suo colore, nella sua pochezza</i><span style="font-style: normal;">»</span><span style="font-style: normal;">.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisGumU6lFS22kdkabBi18FWf2gTwxa67OZnxCe7DZNPHmaKyqed2fKvKPXOcEMO87gqNJD_MFH3dlYlmlB__VR8NeJil2Lh6Oe5JmJ3jfwqeLXsNmHRaMHGIAhja71zQ65rg-rq3ghvWNo/s1600/Harold.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisGumU6lFS22kdkabBi18FWf2gTwxa67OZnxCe7DZNPHmaKyqed2fKvKPXOcEMO87gqNJD_MFH3dlYlmlB__VR8NeJil2Lh6Oe5JmJ3jfwqeLXsNmHRaMHGIAhja71zQ65rg-rq3ghvWNo/s1600/Harold.jpg" /></a></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-70602039790256921882018-10-24T22:27:00.001+02:002018-10-24T22:28:08.145+02:00Premio Campiello 2018 – "Le assaggiatrici" di Rosella Postorino<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>Entrammo una alla volta.
Dopo ore di attesa, in piedi nel corridoio, avevamo bisogno di
sederci. La stanza era grande, le pareti bianche. Al centro un lungo
tavolo di legno su cui avevano già apparecchiato per noi. Ci fecero
cenno di prendere posto».</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Le assaggiatrici</i>" (Feltrinelli),
il romanzo di Rosella Postorino vincitore del Premio Campiello 2018,
trae ispirazione dalla vera storia di Margot Wölk, l'ultima
assaggiatrice di Hitler, ed è incentrato, appunto, sulle vicende di
dieci donne cui viene affidato il compito di assaggiare i piatti
destinati a costituire i tre pasti giornalieri del feroce dittatore
tedesco al fine di verificare che il cibo adoperato non sia stato
avvelenato o contaminato.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Le assaggiatrici, una volta
ricevuta la visita di alcuni soldati delle SS che hanno annunciato
loro il delicato e pericoloso compito che dovranno svolgere nei mesi
successivi al servizio del Führer, vengono quotidianamente prelevate
dalle loro case e condotte in un ex edificio scolastico adibito a
caserma dove è stata predisposta una mensa, ovvero il posto in cui
dovranno procedere all'assaggio giornaliero dei tre pasti. </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5wtcQddP8jMWtQGIUwi5thuB33squXAoUDoZyXmGq9LTRgpx5ZqTxVTdxZDSCv1w3Ye7PNpY2HjL-AHbYa19qOxJW233xvCSXl4Cip9C6CCYLdZgjTWntMBtxbpkFPEqzqHfM1o_aB8RW/s1600/Le+assaggiatrici.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1022" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5wtcQddP8jMWtQGIUwi5thuB33squXAoUDoZyXmGq9LTRgpx5ZqTxVTdxZDSCv1w3Ye7PNpY2HjL-AHbYa19qOxJW233xvCSXl4Cip9C6CCYLdZgjTWntMBtxbpkFPEqzqHfM1o_aB8RW/s320/Le+assaggiatrici.jpg" width="204" /></a><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">E quella mensa, luogo di
costrizione e convivenza forzata, diviene un punto di convergenza di
angosce e paure, di rivalità e contrasti, soprattutto tra le
fedelissime di Hitler, soprannominate le "<i>invasate</i>",
e le altre donne, avverse, invece, ai sentimenti filonazisti. Un
luogo in cui il muro di diffidenza tra alcune donne, che contro la
propria volontà si ritrovano a servire il Führer, vien pian piano
sgretolato lasciando il posto a un sentimento reciproco di
solidarietà e di sostegno, specialmente nell'affrontare il terrore
della morte, che può verificarsi a ogni boccone ingoiato, che si
tratti di un innocuo piatto di fagiolini o di una gustosa torta al
miele.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">La voce narrante è quella di
Rosa Sauer, giovane segretaria berlinese che dalla sua città, a
causa dei bombardamenti che hanno gravemente danneggiato la casa in
cui abitava, deve trasferirsi dai suoceri a Gross-Partsch, la
cittadina in cui aveva sede il quartier generale di Adolf Hitler sul
fronte orientale, il Wolfsschanze. Con il pensiero costantemente
rivolto a suo marito Gregor, inviato in Russia a causa della guerra
in corso (era il 1943), Rosa, una volta giunta a Gross-Partsch,
viene subito assoldata tra le assaggiatrici e vede così aggravare il
suo drammatico calvario interiore.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0EI2tkzKL08TD2WAUYQa9kcUSVf5wwICmve2zYfkfCXL9P_9-MKEV50Zctx7vTuiAZnGJ58bTI2JJUl_4DqPoUQfq9ksvmp0MfeX8-TBlJhq4NyIC_exJvnJ3rwb4gTjTo6IsQDF1WZXo/s1600/Tana+del+Lupo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="427" data-original-width="640" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0EI2tkzKL08TD2WAUYQa9kcUSVf5wwICmve2zYfkfCXL9P_9-MKEV50Zctx7vTuiAZnGJ58bTI2JJUl_4DqPoUQfq9ksvmp0MfeX8-TBlJhq4NyIC_exJvnJ3rwb4gTjTo6IsQDF1WZXo/s320/Tana+del+Lupo.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Il romanzo si presenta con una
scrittura quasi a scatti, veloce, intensa, costituita da frasi brevi
e incisive, con i pensieri che si accavallano nel flusso di coscienza
di Rosa, tra i ricordi di infanzia e le sensazioni del suo primo anno
di matrimonio con Gregor, tra incubi e immagini che si ripropongono
in modo ossessivo nella sua mente.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">E mentre tali immagini scorrono,
possiamo percepire l'anima di Rosa in balia di continui contrasti e
contraddizioni. Lei ama profondamente Gregor e cade nella
disperazione più nera nel momento in cui le viene annunciato che suo
marito risulta disperso in Russia. Cerca di farsi forza, di
confortare i suoceri, di credere che un giorno lo rivedranno
comparire sulla porta magro e affamato, ma nel ripensare a lui a
volte viene assalita da rimpianti e rancori, perché ha preferito
partire per la guerra e non stare con sua moglie, per essere un buon
tedesco piuttosto che un buon marito, o perché non ha voluto darle
un bambino, per la sua assurda idea che mettere al mondo un figlio
significa condannarlo a morte.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Eppure "<i>i tedeschi amano
i bambini</i>", Rosa non fa che ripeterlo continuamente nel
corso del romanzo. È soprattutto Hitler ad amare i bambini, per lui
le donne hanno un valore solo nel momento in cui fanno tanti figli,
arrivando persino a premiarle per questo, affinché gli garantiscano
un popolo vasto che rinsaldi il suo potere. E i bambini diventano
un'ossessione anche per Rosa, un desiderio che chissà se mai
realizzerà, che magari potrà solo sfiorare, osservando quei figli
delle sue compagne assaggiatrici, i loro occhi azzurri, i capelli,
persino le scapole alate, immaginando un bimbo che abbia quelle
caratteristiche e che possa correre felice.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Tra le tante immagini che
ossessivamente ritornano nella mente di Rosa c'è anche quel gesto
d'amore con Gregor, quelle dita reciprocamente spinte in bocca
sapendo che la bocca non avrebbe morso: «<i>Avrei potuto serrare la
mandibola, morderlo. Gregor non ci aveva nemmeno pensato. Si è
sempre fidato di me</i>». Un gesto di affetto, di intimità e
soprattutto di fiducia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">La fiducia è, infatti, un tema
ricorrente nel romanzo, un elemento cardine di rapporti che si
costruiscono con fatica e che rischiano continuamente di essere
incrinati dal tradimento. Mi viene in mente il conflittuale rapporto
con la compagna Elfride, quel primo scontro in bagno, quel "<i>ti
voglio bene</i>" pronunciato a mezza voce dopo aver capito di
potersi fidare reciprocamente. Oppure l'immagine di Gregor che,
prima di essere dato per disperso, cercava, per quanto possibile, di
scrivere lettere dalla Russia e in una delle ultime missive aveva
accennato a un vecchio detto russo secondo cui un soldato non può
essere ucciso in guerra almeno finché sua moglie gli è fedele. E
Gregor non può che fidarsi di Rosa.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Quella immagine assume quasi le
sembianze di una profezia nel momento in cui Gregor viene dato per
disperso e Rosa, trascorsi alcuni mesi dalla notizia, inizia una
relazione con un tenente delle SS. Si concretizza quel tradimento
della fiducia che Gregor aveva escluso e che Rosa inizia a vivere con
un profondo tormento, ripercorrendo quelle sensazioni che provava da
piccola, quando si chiudeva nella sua stanza ed enumerava le sue
colpe e i suoi segreti.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">È una relazione tormentata che
Rosa non riesce a capire bene come vivere, combattuta tra i sensi di
colpa e la sensazione di intimità e tenerezza che lui riesce a
trasmetterle, tra la consapevolezza di non potersi fidare fino in
fondo di lui, nello stesso modo in cui, invece, poteva fidarsi di
Gregor e quel desiderio di libertà che lei stessa va inseguendo nel
momento in cui lui compare davanti alla sua finestra e tutto il
resto sembra scomparire: «<i>C'era, in quel gesto di uscire che
chiunque ignorava, una ribellione. Nella solitudine del mio segreto
sentivo una libertà integrale: sottratta a ogni controllo sulla mia
stessa vita, mi abbandonavo all'arbitrarietà degli eventi</i>».</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZfey4D37dl0kB_o8mpgqoR2MWAnayIoSxc2YEujvHzA8sz3a4bsGb6XmOPX55cPsg6O9GdkDnsnkb1ZipyxMQPRP9vgrtCB0UD3BNDnw_lBLsF7MXZvDr0qHi31FJSd4u1tC4-j_9-IXq/s1600/Filo+spinato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="642" data-original-width="960" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZfey4D37dl0kB_o8mpgqoR2MWAnayIoSxc2YEujvHzA8sz3a4bsGb6XmOPX55cPsg6O9GdkDnsnkb1ZipyxMQPRP9vgrtCB0UD3BNDnw_lBLsF7MXZvDr0qHi31FJSd4u1tC4-j_9-IXq/s320/Filo+spinato.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Rosa avverte in modo pressante
tale esigenza di ribellione dal momento che la libertà, altro tema
fondamentale del romanzo, appare una meta quasi impossibile da
realizzare, soprattutto in un regime dittatoriale che condiziona ogni
gesto, ogni parola. I rapporti che Rosa si trova ad avere con le
persone che la circondano sono, infatti, spesso frutto di una
situazione di costrizione, fino al punto di provare quasi
continuamente la sensazione che le proprie azioni siano indotte dagli
altri: deve mangiare per il Führer, rischiare la vita per lui,
essere sottoposta ad analisi e verifiche, rimanere rinchiusa in una
stanza con le compagne in caso di sospetto avvelenamento. Ma non c'è
solo questo a condizionare la sua libertà, anche fuori dalla caserma
l'angosciante sensazione di costrizione sembra prolungarsi: <i>«Perché,
da tempo, mi trovavo in posti in cui non volevo stare, e
accondiscendevo, e non mi ribellavo, e continuavo a sopravvivere ogni
volta che qualcuno mi veniva portato via? La capacità di adattamento
è la maggiore risorsa degli esseri umani, ma più mi adattavo e meno
mi sentivo umana</i>».</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Eppure la separazione, pure per
quei rapporti nati dalla costrizione, appare comunque dolorosa, un
elemento di tragicità da cui la narrazione non può prescindere. Vi
è per Rosa la drammatica perdita dei genitori, queste figure che
tornano di continuo nella sua mente: suo padre che non ha mai voluto
sottomettersi al nazismo, che al risuonare delle sirene che
annunciano i bombardamenti preferisce rimanere a letto sprimacciando
il cuscino e poi torna in sogno a rimproverarle di lavorare per i
nazisti; sua madre di cui ricorda l'odore, molto simile al suo e che
nel sogno rivede vestita come nel giorno in cui è morta, con un
cappotto sopra la camicia da notte nella fretta di rifugiarsi in
cantina per scappare dalle bombe che cadono inesorabilmente. E poi ci
sono tutti gli altri che lei ha conosciuto e che via via scompaiono
senza che lei possa ribellarsi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Le assaggiatrici</i>"
è, infine, il romanzo della sopravvivenza, di chi vede la fine di un
regime che ha odiato, ma che è stato costretto a servire, di chi è
stanco di vivere e di trascinarsi, di vedere le persone care andare
via, al punto da rifiutare di prendere un pezzo di carta per scrivere
un messaggio perché non può più tollerare di scrivere per non
avere risposta, ma che nonostante tutto riesce a trovare la forza di
sopravvivere e di chiudere un cerchio. È un romanzo che colpisce nel
profondo, che lascia sconcertati e rabbiosi, perfino impotenti, di
fronte a ciò che l'uomo è in grado di fare nei confronti dei propri
simili: «<i>Ma mentre giacevo fra quei vestiti, l'enormità della
tragedia si rivelò per intero. Era un evento talmente grande,
intollerabile, che stordì il dolore, si espanse tanto da occupare
ogni centimetro dell'universo, divenne l'evidenza di ciò che
l'umanità era capace di fare».</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2hJxSa_-RiOoadnm-esOXKPR07ozC1MoBf5erKOQukfPGGUrJQoSwJegbdOToiI1IFqCzfIAYPVPxx4JTqLQidfjrmiFPOAzACUby6SMV3te7qzUaPFSqVN1qaQmHcNSatTFTXGVLeIm8/s1600/Rosella+Postorino.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="656" height="195" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2hJxSa_-RiOoadnm-esOXKPR07ozC1MoBf5erKOQukfPGGUrJQoSwJegbdOToiI1IFqCzfIAYPVPxx4JTqLQidfjrmiFPOAzACUby6SMV3te7qzUaPFSqVN1qaQmHcNSatTFTXGVLeIm8/s320/Rosella+Postorino.png" width="320" /></a></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-78099040123128201952018-09-16T20:50:00.000+02:002018-09-17T22:13:34.116+02:00Premio Strega 2018 – "Come un giovane uomo" di Carlo Carabba<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>Da
sempre aspettavo che la neve tornasse a cadere su Roma». </i>La
delusione di fronte al compimento di un desiderio la cui
realizzazione è stata lungamente attesa appare come uno dei fili
conduttori di "<i>Come
un giovane uomo</i>"
(Marsilio), il romanzo di Carlo Carabba incluso tra i 12 candidati al
Premio Strega 2018. Un romanzo strutturato come un monologo interiore
con una profonda analisi introspettiva che, partendo dal ricordo di
episodi dell'infanzia e dell'adolescenza fino a giungere al racconto
di accadimenti più recenti, dà vita a una sequenza di riflessioni e
ragionamenti sul complesso passaggio dalla giovinezza all'età
adulta, sui legami interpersonali e sul rapporto con la morte e il
lutto, un rapporto che inevitabilmente spaventa e inquieta.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Tale sequenza di riflessioni
rende la struttura narrativa complessa e non sempre di agevole
lettura, avvalendosi di continui incisi e rinvii ad altri
argomenti, anche grazie ai frequenti viaggi a ritroso con la
memoria. Si tratta, comunque, di una narrazione ricca di interessanti
spunti letterari e forte di uno stile preciso ed elegante.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix9umBxLhvpGzkMOWnSakovumXMf6tugnmphaC5Hzb1z48d-evjprOZsnIQlJPQtSYpAvP35qL-gqy8JVgOm6ekbQgXYs5CGpT4gui1gyheou4rMDcdJ-x-kWV7hAsFxfKkMvccuPaVD-Z/s1600/Come+un+giovane+uomo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="491" data-original-width="320" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix9umBxLhvpGzkMOWnSakovumXMf6tugnmphaC5Hzb1z48d-evjprOZsnIQlJPQtSYpAvP35qL-gqy8JVgOm6ekbQgXYs5CGpT4gui1gyheou4rMDcdJ-x-kWV7hAsFxfKkMvccuPaVD-Z/s320/Come+un+giovane+uomo.jpg" width="208" /></span></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Il racconto degli eventi prende
avvio con il ricordo, denso di nostalgia, di una nevicata avvenuta a
Roma nei primi anni Ottanta, di cui il protagonista conserva una
memoria visiva i cui contorni sono resi incerti dal tempo ormai
trascorso e dall'immaginazione che spesso finisce per modificare i
tratti essenziali che gli accadimenti passati assumono nella mente,
come ad esempio il viso della persona con cui il protagonista ebbe
modo di recarsi al parco per osservare la natura imbiancata e
calpestare la neve, un viso reso sfuocato e privo di lineamenti come
i personaggi di un fumetto Disney con Topolino ed Eta Beta. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Quel ricordo per il protagonista
è inevitabilmente associato ad altre reminiscenze della sua
infanzia, soprattutto al rapporto con i compagni di scuola nei cui
confronti ha sempre provato una inevitabile forma di disagio, forse
perché vittima di una certa paura di adattarsi alla vita, oltre che
del timore di crescere e di non essere in grado di affrontare il
futuro. Ma il ricordo è soprattutto un sogno lungamente vagheggiato
di rivedere la neve cadere su Roma: «<i>Nel
corso degli anni, ormai cresciuto, avrei tentato più volte,
passeggiando o correndo, di risalire a quel tempo smarrito, sperando
che il contatto con lo stesso suolo che avevo visto coperto di bianco
[...]sapesse ritrovare la vibrazione originaria che aveva prodotto
l'eco dei ricordi che da tanti anni risuonava nella mia mente,
restituendomi il centro perduto della reminiscenza e dell'oblio di
cui ignoravo tanto e da cui tanto di quello che ero e sono dipende:
la mia infanzia</i><i>»</i><i>.</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Il sogno si realizza circa
venticinque anni dopo, ma il desiderio, ormai compiuto, lascia il
posto a una profonda insoddisfazione cui il protagonista tenta man
mano, forse inutilmente, di dare una spiegazione razionale. Ma
certamente il suo intento a lungo coltivato di ritrovare l'incanto
dell'infanzia, al fine di ricongiungere in qualche modo il passato
con il presente tramite una epifania capace di svelare profonde
verità sull'esistenza, risulta purtroppo vano.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKIhg7K0H9ncDMdKSFLGbzO16JbDq7iboIbPgevPXZJcV5puzfAt9cqDotCs4Cty6wAbWC55iGwpL4-2uJOEdP7xW2vU80MnPBdgb1BjDJfI2EEVCUWqJEBBO9K-cUiSYyBFgSeqI30OoE/s1600/Neve.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="635" data-original-width="960" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKIhg7K0H9ncDMdKSFLGbzO16JbDq7iboIbPgevPXZJcV5puzfAt9cqDotCs4Cty6wAbWC55iGwpL4-2uJOEdP7xW2vU80MnPBdgb1BjDJfI2EEVCUWqJEBBO9K-cUiSYyBFgSeqI30OoE/s320/Neve.jpg" width="320" /></span></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Nel romanzo sembrano assumere un
ruolo essenziale le coincidenze di eventi apparentemente distanti tra loro,
coincidenze spesso vissute con un senso di colpa e il vano tentativo
di attribuire loro un particolare significato. La principale
coincidenza è, senza dubbio, tra la nevicata di circa venticinque
anni dopo e un evento tragico, un incidente che coinvolge Mascia, una
cara amica del protagonista, che entra in coma e muore dopo pochi
giorni. E in tal caso il senso di colpa, col senno di poi, è legato
al fatto di aver vissuto le ore precedenti la scoperta di tale
drammatica notizia in preda a sciocchi dubbi e falsi buoni auspici
legati alla neve, cui verrà attribuito, poi, quasi un ruolo nefasto e
di malaugurio.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Quel tragico accadimento si porta
dietro notevoli conseguenze per il protagonista che fin da subito
sembra quasi aver messo tra parentesi la notizia ricevuta, creando
una parete protettiva che, se da un lato sembra almeno
temporaneamente proteggerlo dal dolore, dall'altro lo trascina in un
vortice di sensi di colpa che si acuiscono progressivamente
inducendolo a credere di avere un cuore arido e insensibile. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">L'unico modo per cercare di
uscire da quel ginepraio di sensazioni - in cui si inserisce anche un
importante richiamo a un libro di Adelbert Von Chamisso, "<i>Storia
straordinaria di Peter Schlemihl</i>",
il cui protagonista si ritrova a dover scegliere tra la propria ombra
o la propria anima - è quello di elaborare il lutto richiamando
alla mente episodi precedenti in cui l'io narrante ha dovuto
affrontare il dolore di una perdita, come quello della nonna materna,
e cercando di ricostruire il rapporto con Mascia fin dal loro
incontro e dal tentativo di definire un nuovo approccio alla vita:
«<i>Quella sera, tra le nostre due identità appena nate
(...) avvenne un riconoscimento, fondato però non sulla certezza che
in noi era avvenuto un cambiamento, una trasformazione in persone
sicure di sé, indurite dalle avversità della vita, rese ciniche dai
rovesci del cuore, ma sulla necessità reciproca di credere che
questo cambiamento ci fosse stato davvero, offrendoci soccorso e
protezione dallo scetticismo di chi ci conosceva da tempo e che,
sentivamo, avrebbe ritenuto impossibile che mutassimo realmente</i>».</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Come un giovane uomo</i>"
è, dunque, una coraggiosa e sincera confessione che denota una
notevole capacità di scavare a fondo nella mente e di districarsi
all'interno di un labirinto di sensazioni e pensieri contrastanti che
spesso rimbalzano da un lato all'altro del proprio cervello,
affrontando l'inevitabile smarrimento e cercando una possibile via
d'uscita.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS6bIUPdWwBarlLT-o2zZrT7pz430t5e3Vk7bG7BeETUJwhVg2aIzoF3Zd0kB7dP6AbcMQiSL3gyoKZW-QDW8c4nzuTOIQNXuG3-O-MqS2gZPHEPZRB2fOOwwJrJ-l_9iDJyTkhyphenhyphen_We_jD/s1600/Carabba.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" data-original-height="684" data-original-width="950" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS6bIUPdWwBarlLT-o2zZrT7pz430t5e3Vk7bG7BeETUJwhVg2aIzoF3Zd0kB7dP6AbcMQiSL3gyoKZW-QDW8c4nzuTOIQNXuG3-O-MqS2gZPHEPZRB2fOOwwJrJ-l_9iDJyTkhyphenhyphen_We_jD/s320/Carabba.jpg" width="320" /></span></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-51552046407069245142018-09-09T18:25:00.000+02:002018-09-09T18:25:25.190+02:00Novecento italiano – Leonardo Sciascia e "A ciascuno il suo"
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>Che un delitto si offra agli
inquirenti come un quadro i cui elementi materiali e, per così dire,
stilistici consentano, se sottilmente reperiti e analizzati, una
sicura attribuzione, è corollario di tutti quei romanzi polizieschi
cui buona parte dell'umanità si abbevera. Nella realtà le cose
stanno però diversamente: e i coefficienti di impunità e
dell’errore sono alti non perché (o non soltanto, o non sempre) è
basso l'intelletto degli inquirenti, ma perché gli elementi che un
delitto offre sono di solito assolutamente insufficienti. Un delitto,
diciamo, commesso o organizzato da gente che ha tutta la buona
volontà di contribuire a tenere alto il coefficiente di impunità. </i></span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><i>Gli elementi che portano a
risolvere i delitti che si presentano con carattere di mistero o di
gratuità sono la confidenza diciamo professionale, la delazione
anonima, il caso. E un po’, soltanto un po’, l’acutezza degli
inquirenti</i>».</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Leonardo Sciascia, nato a
Racalmuto nel 1921 e morto a Palermo nel 1989, è una delle grandi
figure del Novecento italiano ed europeo e con le sue opere ha dato
vita a una mirabile, affascinante e originale contaminazione tra
romanzo giallo e romanzo di denuncia civile.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTieyHjnDMdeuOvE5cx5NV3mfW21PGrcVEYmVHZYJQq5MCehWRF2KSxgPfWBMpRPe7q2Mt_V3sbummtAXc5r32UvcKKTdgV9A6wqQz2lSZ3JzF1NdnFhDWs-DMfJVVVSWGnzKySkyT2R_C/s1600/Sciascia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="217" data-original-width="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTieyHjnDMdeuOvE5cx5NV3mfW21PGrcVEYmVHZYJQq5MCehWRF2KSxgPfWBMpRPe7q2Mt_V3sbummtAXc5r32UvcKKTdgV9A6wqQz2lSZ3JzF1NdnFhDWs-DMfJVVVSWGnzKySkyT2R_C/s1600/Sciascia.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Mediante un'assidua
frequentazione giovanile della biblioteca del suo paese e la lettura
di numerosi classici tra cui Diderot e Manzoni, Sciascia giunse a
una solida formazione letteraria che i critici definirono di stampo
illuminista e moralista. Egli era considerato, infatti, un
illuminista in quanto credeva fortemente nella
ragione e nella libertà, e un moralista per la sua tendenza a
frugare nelle pieghe dell'anima nel tentativo di capire le
motivazioni dell'agire umano e le sue sensazioni.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">L'illuminismo di Sciascia si
distacca, tuttavia, dai suoi maestri francesi per la sua venatura
pessimistica, pur rimanendo ferma la fiducia nell'attitudine
dell'uomo a comprendere e giudicare: se Diderot confida nella
possibilità che la società e il singolo progrediscano, Sciascia
nutre il dubbio che tutto sia bloccato e immodificabile, pur lottando
per il progresso e la verità. Di fronte alla violenza, alla
corruzione, allo sfruttamento e soprattutto alla mafia, l'autore
mantiene la lucidità nella diagnosi e la fermezza nella condanna. Ma
il suo pessimismo fa sì che i suoi eroi finiscano per essere
sconfitti. (1) </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>A ciascuno il
suo</i>" rispecchia tale impostazione pessimistica. Il romanzo
prende avvio con la consegna di un'anonima lettera di minacce al
dott. Manno, il farmacista di un piccolo paese siciliano. Il
farmacista e i suoi amici sono indotti, pur con qualche timore non
totalmente manifesto, a ritenere tale lettera minatoria un semplice
scherzo o forse un tentativo di impedire al farmacista e al suo
amico, il dott. Roscio, medico del paese, di prendere parte all'avvio
della stagione di caccia. Quando, pochi giorni dopo, i due vengono
ritrovati uccisi, le indagini iniziano a concentrarsi sull'ipotesi di
un delitto passionale legato a un'ipotetica infedeltà del
farmacista.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4e9i2mEOk6C5wF-D78ej7qXaEVG5hveBABjRbjKELClCdzzT-bBe983rz4YW8yVx32oGRov4VB-FffE-837ne6O_KMA54_pIvUQNX_91Qh0WyEHICXvW8OkIrdhMbUMGnthvoYeHY6-BE/s1600/A+ciascuno+il+suo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="499" data-original-width="292" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4e9i2mEOk6C5wF-D78ej7qXaEVG5hveBABjRbjKELClCdzzT-bBe983rz4YW8yVx32oGRov4VB-FffE-837ne6O_KMA54_pIvUQNX_91Qh0WyEHICXvW8OkIrdhMbUMGnthvoYeHY6-BE/s320/A+ciascuno+il+suo.jpg" width="187" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">I<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">l
prof. Laurana, amico del dott. Roscio, viene colpito da un
particolare, una parola "UNICUIQUE" che risalta ai suoi
occhi nel momento in cui si ritrova a osservare il retro della
lettera minatoria, un dettaglio che lo induce a pensare che i pezzi
di giornale per la composizione della missiva siano stati tratti dal
quotidiano "L'Osservatore romano". Tale particolare lo
spinge a iniziare una sua personale indagine, con dettagli sempre
maggiori che vengono svelati quasi per caso mediante incontri e
delazioni e che gli fanno scoprire una realtà di affari loschi,
tradimenti e inganni.</span></span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Lo stile di Sciascia può ben
considerarsi sobrio ed essenziale, privo di orpelli retorici, ma
pienamente efficace nel tratteggiare i caratteri dei vari personaggi,
nell'indagare e mostrare gli stati d'animo che accompagnano le
rispettive azioni, le reazioni di fronte a eventi imprevisti, i
conflitti interiori dinnanzi alla necessità di difendersi da
pericoli e minacce, una necessità che spesso rischia di prevalere
sull'esigenza di giustizia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Ne
è un esempio la descrizione delle sensazioni che il farmacista Manno
prova di </span></span>fronte alla minacciosa missiva appena
recapitata, nel momento in cui cerca di capire le ragioni di un
simile gesto nei suoi confronti. Un fatto del genere accadeva proprio
a lui che si considerava una persona tranquilla, che non aveva mai
avuto discussioni, nemmeno di carattere politico, ma che anzi
considerava la politica un argomento di cui non valeva la pena
parlare. È, dunque, inevitabile lo sgomento di fronte alla perfidia
altrui: «<i>Così, con
leggerezza lo sogguardò il farmacista: ma un così leggero pensiero
subito si versò nell'amarezza di chi, ingiustamente colpito, ecco
che scopre alta sulla cattiveria altrui la propria umanità, e si
condanna e compiange perché alla cattiveria inadatto</i>».</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Sciascia ci restituisce, poi,
l'immagine tipica di un paese popolato da gente un po' pettegola con
una mentalità chiusa e bigotta, in cui si fa subito strada l'idea
che il colpevole sia stato spinto a commettere il duplice omicidio da
un movente passionale, mentre con grande facilità viene individuato
un capro espiatorio da mettere sul rogo, l'incolpevole ragazza che
spesso si recava dal farmacista con numerose ricette: «<i>Convinto
il commissario, alla ragazza restava da convincere un paese intero,
7500 abitanti, i suoi familiari inclusi. I quali, appena rilasciata
dal commissario, ad ogni buon conto si avventarono su di lei e
silenziosamente, tenacemente, accuratamente la picchiarono».</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvtwTtDQsC5AJZxG8ca7B-DxmnCb_2T3NU_yT8V5nzTLZ41OpsaT2l8v2VNKu0QBPMgVwv1mfbW4j9nbruU2a1zXXkgG4yC7ocZcIskoWiy2E2ENE4G_HbWRjlvY2cgMZypIdvfxF0vtsa/s1600/Racalmuto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="691" data-original-width="1200" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvtwTtDQsC5AJZxG8ca7B-DxmnCb_2T3NU_yT8V5nzTLZ41OpsaT2l8v2VNKu0QBPMgVwv1mfbW4j9nbruU2a1zXXkgG4yC7ocZcIskoWiy2E2ENE4G_HbWRjlvY2cgMZypIdvfxF0vtsa/s320/Racalmuto.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Il professor Laurana è senza
dubbio il protagonista principale e il suo animo viene indagato a
fondo nel corso del romanzo. Insegnante di italiano e latino al liceo
classico del capoluogo, gentile, timido, ma irremovibile nel
giudizio, «<i>un uomo onesto, meticoloso, triste; non molto
intelligente, e anzi con momenti di positiva ottusità, con scompensi
e risentimenti che si conosceva e condannava».</i> Egli non
considerava il dottor. Roscio, di cui era stato un compagno di liceo,
un vero e proprio amico (di amici in realtà non ne aveva affatto),
ma una persona con cui chiacchierare ogni tanto di episodi degli anni
di scuola, oltre che un buon medico che ogni tanto visitava sua madre
quando accusava taluni disturbi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Non è il dispiacere per la morte
di Roscio - un dispiacere che certamente provava - a indurre Laurana
ad avviare la sua personale indagine, ma una curiosità
essenzialmente intellettuale, quasi un puntiglio, alimentato dalle
confidenze e dai dettagli che man mano vengono svelati grazie a
numerosi incontri: un amico parlamentare, il padre di Roscio, famoso
oculista ormai vecchio e cieco, Benito, il bizzarro fratello di un
vecchio compagno di studi, il cui dialogo con Laurana assume la veste
di uno sproloquio apparentemente stralunato, ma fortemente lucido in
alcune parti e ricco di interessanti spunti di riflessione:</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>“Non esce mai di casa?”</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">“<i>Mai,
da parecchi anni … Ad un certo punto della mia vita ho fatto dei
calcoli precisi: che se io esco di casa per trovare la compagnia di
una persona intelligente, di una persona onesta, mi trovo ad
affrontare, in media, il rischio di incontrare dodici ladri e sette
imbecilli, che stanno lì, pronti a comunicarmi le loro opinioni
sull'umanità, sul governo, sull’amministrazione municipale, su
Moravia… Le pare che valga la pena?”</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
“<i>No, effettivamente no”</i>».</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Pur arrivando, senza alcun
indugio, a capire chi sia il colpevole, Laurana è come bloccato in
quella incertezza pessimistica cui accennavo sopra, che lo induce, da
un lato, a una certa diffidenza verso gli strumenti della legge e
della giustizia, da cui si sente profondamente lontano ("<i>quanto
Marte sia lontano dalla Terra"</i>) per un «<i>oscuro amor
proprio che gli faceva decisamente respingere l'idea che per suo
mezzo toccasse giusta punizione ai colpevoli</i>», e, dall'altro
lato, verso una forma di disagio per un'involontaria complicità con
i colpevoli, che si unisce al turbamento per l'attrazione verso la
vedova Roscia, un'attrazione che mette in luce tutta la vulnerabilità
di Laurana e rischia di divenire pericolosa: «<i>E qui si faceva
ambigua anche la sensualità, il desiderio: la gelosia, immotivata,
gratuita, carica di tutte le insoddisfazioni, timidezze e repressioni
della sua vita, da una parte; un acre piacere, quasi l’appagamento
del desiderio in una sorta di visuale prossenetismo, dall’altra. Ma
tutto ciò molto confusamente, in un baluginare allucinato,
febbrile</i>». </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>A ciascuno il suo</i>"
è un intenso romanzo di denuncia contro la violenza e la
prevaricazione, una denuncia che, tuttavia, sembra ormai aver
acquisito la consapevolezza che al male non si può rimediare, ma se
ne può soltanto prendere atto, in una situazione di immobilità
dettata dalla paura e dal senso di sfiducia verso la giustizia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxmSwsTS0yqztksqRdBs7ItFDNPY0E81QNajYDJb-2OFcTn4iBkqOO9VDA7oO3FG7cGP5zbQB_zU1kw3qLueyj1Gj5pXGkIAoHor7lqujoeaZldZyduhQKYAmkb6oMyWvbrgkGR4nEa0LH/s1600/Lettera.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="242" data-original-width="372" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxmSwsTS0yqztksqRdBs7ItFDNPY0E81QNajYDJb-2OFcTn4iBkqOO9VDA7oO3FG7cGP5zbQB_zU1kw3qLueyj1Gj5pXGkIAoHor7lqujoeaZldZyduhQKYAmkb6oMyWvbrgkGR4nEa0LH/s320/Lettera.png" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit; font-size: xx-small;">(1).
V. Faggi " Il nipote di Diderot" in "Il Secolo XIX"
21 novembre 1989</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
</div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><span style="font-family: inherit;"></span>Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-8473159815333365012018-09-01T22:01:00.001+02:002018-09-01T22:01:53.648+02:00Novità letterarie – "Ripaferdine (storie di cortile)" di Paolo Vitaliano Pizzato
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>Avevo trattato la zona con
indifferenza, come un vecchio amico che si è smesso di frequentare,
un ex compagno di scuola sbiadito insieme agli insegnanti amati e
odiati, alle aule e ai loro odori, abbandonato nell'eterno
sovrapporsi dei giorni. Avevo avuto le mie buone ragioni per
comportarmi così, lo sapevo bene, ma in quel momento era come se le
motivazioni di un tempo avessero perduto la loro importanza. Adesso
c'era soltanto la zona, e il terrore di perderla per sempre</i><i>»</i><i>.</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Ripaferdine (storie di
cortile)</i>" (Giraldi Editore) è un romanzo molto particolare
di Paolo Vitaliano Pizzato, composto da una sequenza di quadri, di
storie, di stralci di vita che alternano momenti di ironia, tenerezza
e coraggio, ma anche di paura e scoramento. Sono storie legate tra
loro dal filo della memoria, dalla nostalgia di un uomo che intende
narrare tali vicende per cercare in qualche modo di trattenere e
rievocare il passato, sforzandosi di impedire che i pezzi che lo
compongono vadano inesorabilmente perduti a causa dell'inarrestabile
avanzare del progresso.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLfvTDFrKLru1Wpahq7QcSB1grw-HNOJenMUET4JCtfQ8lCuBJQVJWlg_nyK9nIr1Dknw7KBOcLYWD-bXz7dA170X9bBhRGUU2U5iNzCYw1cqhSl6qSojOw6SewTRbNjlXI_rUZTrXwXn8/s1600/Ripaferdine.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1518" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLfvTDFrKLru1Wpahq7QcSB1grw-HNOJenMUET4JCtfQ8lCuBJQVJWlg_nyK9nIr1Dknw7KBOcLYWD-bXz7dA170X9bBhRGUU2U5iNzCYw1cqhSl6qSojOw6SewTRbNjlXI_rUZTrXwXn8/s320/Ripaferdine.jpg" width="210" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">L'uomo che cerca di realizzare
tale salvifica narrazione è un ingegnere che ha trascorso la sua
infanzia e adolescenza in un quartiere periferico di Milano, "<i>un
quadrilatero, una serie di vie che tagliano schiere di palazzi e
piccoli negozi</i>", confidenzialmente ribattezzato "<i>la
zona" </i>dai suoi abitanti, e che ora vi ritorna per svolgere
il suo lavoro, ovvero vigilare sull'esecuzione di un piano di
ristrutturazione che, in vista dell'Expo 2015, avrebbe dovuto
coinvolgere l'intera <i>zona</i> trasformandola radicalmente.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">La paura dell'ingegnere è che la
<i>zona</i> con questo profondo stravolgimento possa perdere i suoi
connotati essenziali, quelle caratteristiche che in un certo senso
l'avevano resa un luogo unico e a cui i suoi ricordi di bambino sono
legati in modo indissolubile. Per questo motivo vuole affidare tali
ricordi alla scrittura, da cui emerge un'assai variopinta galleria di
personaggi, ognuno con il proprio mondo interiore da cogliere e
svelare nella sua essenza.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">L'io narrante - inizialmente
rappresentato dall'ingegnere che nelle pagine successive ritorna a
essere semplicemente Paolo, quel bambino che giocava in cortile con i
suoi amici - si trasforma acquisendo un punto di vista collettivo,
ovvero quel gruppo di ragazzini che della <i>zona </i>costituisce
l'anima, lo spirito vitale, l'acuto occhio indagatore. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">I ragazzi vivono la <i> zona </i>
con i loro giochi, i litigi, i conflitti e le competizioni, i primi
tormenti amorosi e un profondo sentimento di fratellanza che nel
corso degli anni li unisce. La <i>zona </i> diviene il loro punto di
riferimento rispetto a cui paragonare ogni altra parte della città
che, di conseguenza, «<i>diventa
miraggio, qualche volta desiderio, qualche altra invece, quando
decidiamo di avventurarci oltre la nostra zona, diventa scoperta</i><i>»</i><i>.
</i>E, percorrendo la strada principale, talmente lunga e dritta che
non se ne vede la fine, nella <i>zona </i>finiscono per arrivare i
protagonisti delle diverse storie, persone che i ragazzi non possono
fare a meno di osservare con attenzione imparando col tempo a
capirle.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX1g9EGHRMkNK_qA9LqogdeGQHP6Z0UPa2k0I3QrYp-nGcQx3ggwPDVQsb3EF27JriWRcPbvcrirrVqcrdKLWFoJDkoHFXnv9vdRRKqnvL8TWbuXGTNhi0N7dwJ_XV-6p1vunfMnh4znx1/s1600/Milano_quartiere_Missaglia_1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="690" data-original-width="1024" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX1g9EGHRMkNK_qA9LqogdeGQHP6Z0UPa2k0I3QrYp-nGcQx3ggwPDVQsb3EF27JriWRcPbvcrirrVqcrdKLWFoJDkoHFXnv9vdRRKqnvL8TWbuXGTNhi0N7dwJ_XV-6p1vunfMnh4znx1/s320/Milano_quartiere_Missaglia_1.JPG" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Ripaferdine"</i>,
in continuità con i precedenti romanzi di Pizzato, denota una forte
esigenza di analisi introspettiva, che viene resa efficacemente
attraverso la combinazione di altri elementi, tra cui la narrazione
di carattere memoriale e, per certi aspetti, il romanzo di
formazione, e assume una dimensione corale, collettiva, di umana
partecipazione alle vicende di uomini e donne che si sentono
sconfitti dalla vita, ma che in qualche modo riescono a non essere
completamente infelici: «<i>gli
uni avevano gli altri, seppur in una comunione umana confusa, in una
babele d'affetti che scambiava per autentico interesse una morbosità
pruriginosa, in un immaturo labirinto di invidie, separazioni,
alleanze che mutavano a un ritmo impressionante; vivevano una vita da
villaggio, obbedienti alla regola non scritta di una mutua
trasparenza, ciascuno esibendo se stesso, il ladro come il fallito,
la puttana come l'ubriaco</i>».</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Ho
parlato prima di "<i>romanzo
di formazione</i>",
in quanto i ragazzi, come risulta particolarmente evidente nella
narrazione, crescono e maturano in quella "<i>comunione
umana confusa"</i>,
imparano a capire il mondo che li circonda, traendone numerosi
insegnamenti di vita, e in tal modo, si fortificano cercando di
comprendere come affrontare la morte, la malattia, la solitudine, la
disperazione, la follia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">L'autore
conferma di possedere uno stile originale, con una scrittura precisa
e ben articolata, forse ancor più matura rispetto alle precedenti
opere, ricca di descrizioni accurate di luoghi e sensazioni, ben
incanalate attraverso il punto di vista dei vari protagonisti. È un
romanzo denso di una poeticità malinconica che trapela da ogni
storia. </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYkaq03OLFft0UgpjA8MjInkC8oCmQcdx7Jgr9mYNF7mL_cFz2Ci7IVI9BjGNZVoTUR23U5-R85QK4JLGhFYckHEoTj8c1UqzOh552blw9M6aLbsMlSS2StPgmhYPWo22HUd3VSQmOA_lu/s1600/Calcio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="539" data-original-width="960" height="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYkaq03OLFft0UgpjA8MjInkC8oCmQcdx7Jgr9mYNF7mL_cFz2Ci7IVI9BjGNZVoTUR23U5-R85QK4JLGhFYckHEoTj8c1UqzOh552blw9M6aLbsMlSS2StPgmhYPWo22HUd3VSQmOA_lu/s320/Calcio.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Con
le strampalate avventure del ladro Arnaldo, che del furto vorrebbe
fare la propria professione, ma che si ritrova alle prese con un
camion da rubare e una brutta sorpresa, emerge un racconto fortemente
ironico e scanzonato con un personaggio fuori dal comune che non
sembra volersi piegare alle avversità di un destino beffardo, ma ne
affronta le conseguenze cercando di mantenere sempre il suo "<i>contegno
di ladro</i>".</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Tenera
e struggente è, invece, la storia del giovane Emilio che, per il suo
lieve ritardo mentale si sente rifiutato dal padre, deriso dai
coetanei e anche da persone più grandi, e cerca, quindi, di sfuggire
a tale triste realtà aggrappandosi all'oscurità della notte per
inseguire sogni e illusioni, urlando il suo amore disperato per una
ragazza.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">La
signora Angela, ne "<i>La
donna e i cani</i>",
è la protagonista di un racconto malinconico, ma decisamente
istruttivo, che si concentra sul tema dell'abbandono dei cani, delle
sofferenze e delle sevizie che spesso tali animali subiscono per
opera di persone senza scrupoli. Angela con amore e dedizione si
prende cura di loro prima al canile e poi con le adozioni, e si
ritrova circondata dall'affetto e dalla comprensione dei ragazzini
della <i>zona </i>che,
dopo la morte di Biscotto, il primo cane adottato da Angela, si
sentono responsabili e partecipi, quasi volessero prendersi una
rivincita sulla morte.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>L'innamorato
riflesso in un vetro</i>"
è, infine, la drammatica parabola di Desiderio, che vuol diventare
ricco e farsi re come il sovrano longobardo di cui porta il nome,
conosciuto studiando storia sui banchi di scuola. Ma Desiderio, in
questa sua corsa, finisce per costruirsi intorno una barriera che lo
porta a rifiutare la sua adolescenza, a opporsi a ogni coinvolgimento
sentimentale e a ogni perdita di tempo che potrebbe distrarlo dal suo
obiettivo, una barriera che, più in là con gli anni, mostrerà
tutta la sua fatale fragilità.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Ripaferdine</i>"
è, dunque, una narrazione corale di storie di persone sconfitte
dalla vita, che cercano un modo per essere un po' meno infelici, ma è
anche un racconto che ci parla dell'importanza della memoria. Non ci
si può illudere che il mondo, specialmente quello della propria
infanzia, possa rimanere per sempre inalterato e uguale a se stesso,
in quanto ogni progresso è inevitabile e ogni rimpianto è inutile.
Ma la memoria è un bene che nessuno può sottrarci e tentare di
salvarla, trasmetterla, diffonderla, diventa una necessità ineludibile.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk6qoeG1Jl7niSXqusYkIOMHOOXyGKFaW0vRgRh5TGZFJYA0MIxQyf2KaEdYIB6Mfgpk_XTuA0efM7sPPH_TNI285T3rrkkr5k-vv2bLkOmzww1jQMAjnUwG6sj_DAJdaWSDEjuFDkPV3B/s1600/Paolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="487" data-original-width="487" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk6qoeG1Jl7niSXqusYkIOMHOOXyGKFaW0vRgRh5TGZFJYA0MIxQyf2KaEdYIB6Mfgpk_XTuA0efM7sPPH_TNI285T3rrkkr5k-vv2bLkOmzww1jQMAjnUwG6sj_DAJdaWSDEjuFDkPV3B/s320/Paolo.jpg" width="320" /></a></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-67016039908259818492018-08-30T23:58:00.000+02:002018-08-31T08:21:52.215+02:00Eventi casuali e storie da raccontare: "La panne"<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>Ci
sono ancora storie possibili, storie per scrittori</i>?».
È questo il quesito, a tratti allarmante, che lo scrittore Friedrich
Dürrenmatt pone all’inizio del suo delizioso racconto “<i>La
panne</i>”. È una
domanda che, in realtà, nasce da alcune considerazioni sui possibili
temi che un autore può affrontare nel realizzare le sue opere,
considerazioni che si basano su una determinata logica.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Si inizia tale ragionamento
escludendo che un autore voglia parlare di sé, raccontare le proprie
“<i>speranze e
sconfitte</i>”. Si
ipotizza, invece, che voglia lavorare al proprio tema ponendosi “<i>come
uno scultore di fronte alla materia da cui trarre una statua</i>”.
Tale limitazione finisce necessariamente per trasformare la scrittura
in un mestiere irto di notevoli difficoltà. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Escludendo, poi, di dedicarsi a
valori elevati, moralità e sentenze di facile uso, per rimanere,
piuttosto, sulla superficie, lo scrittore si chiede cosa altro vi sia
da raccontare e arriva, quindi, a constatare che il destino ha ormai
definitivamente abbandonato la scena artistica appostandosi dietro le
quinte, per cui vi sono soltanto incidenti, eventi che accadono
casualmente senza alcun legame con il fato, con l’insieme
dell’universo. Proprio questi accadimenti potrebbero formare
oggetto della scrittura.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk4vj2ETwj4_Fg5E_phNXcSx6_3Aex1-cTm9aohOWtbnflmYq99y3ho7Jad9QuyLcQsDIJZ13zpx7et4GhM_vCLVUWcZqDo4MO1hinGjwgsXSY1G8HAgD-6N9UlKINOd544m7oK3hMYWgR/s1600/La+panne.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="641" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhk4vj2ETwj4_Fg5E_phNXcSx6_3Aex1-cTm9aohOWtbnflmYq99y3ho7Jad9QuyLcQsDIJZ13zpx7et4GhM_vCLVUWcZqDo4MO1hinGjwgsXSY1G8HAgD-6N9UlKINOd544m7oK3hMYWgR/s320/La+panne.jpg" width="189" /></a><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Ed è proprio da un evento
casuale, una panne, che la storia narrata prende avvio. Il racconto,
dopo tale interessante prologo, parte subito con l’incidente di
lieve entità che coinvolge Alfredo Traps, un rappresentante di
articoli tessili, un guasto alla sua auto che lo costringe a
pernottare in paese.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">L’uomo inizia, quindi, a girare
per il ridente villaggio ai cui margini si trova l’officina cui ha
appena affidato la sua auto per le necessarie riparazioni, non senza
prima aver espresso una certa ironia nei confronti della categoria
dei meccanici: «<i>Traps
fumò una sigaretta e poi fece quanto gli restava ormai da fare. Il
meccanico che rimorchiò infine la Studebaker disse che non avrebbe
potuto riparare il guasto, un difetto all'alimentazione, prima
dell'indomani. Non c'era modo di sapere se fosse davvero così né
era prudente tentare di scoprirlo: siamo alla mercé dei meccanici
come i nostri antenati erano alla mercé dei predoni e, ancora prima,
delle divinità locali e dei demoni</i>»</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">È, dunque, il caso che lo induce
a fermarsi in quel simpatico paesello, oltre al desiderio di
un’avventura galante. Ed è sempre il caso a condurlo presso una
villa in cui riceve ospitalità per la notte. Una villa di proprietà
di un giudice in pensione, in cui, come di consueto, vengono ospitati
altri tre bizzarri personaggi, un pubblico ministero, un avvocato
difensore e un boia, tutti ormai giunti a quell'età in cui diviene
necessario cessare la propria età lavorativa.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">I quattro personaggi, come avrà
modo di scoprire molto presto il rappresentante tessile, sono soliti
inscenare, per trascorrere il loro tempo libero ormai dilatato, i
grandi processi della storia (Socrate, Gesù, Giovanna D'Arco,
Dreyfus), ciascuno nel ruolo ricoperto durante la propria attività
lavorativa. E quando un ospite si unisce a loro, questi diviene il
principale imputato, con un divertimento di gran lunga maggiore,
considerato lo sforzo per ricostruire il delitto commesso e decidere
quale pena applicare.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjueNLyrqHrHoUVuGUevzwrW9yJAGzBaYgoD82BTt_4M7mKVaZ3nIDyrzI6ALxHLFCxNUdle-J8kq7ov7RtOph3dgiCdBFa4BFu15f1Vs1RUm7K6P21YURJrMz_uJoIH9q81qfkOqVf6c9y/s1600/La_pi%25C3%25B9_bella_serata_della_mia_vita.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="384" data-original-width="704" height="174" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjueNLyrqHrHoUVuGUevzwrW9yJAGzBaYgoD82BTt_4M7mKVaZ3nIDyrzI6ALxHLFCxNUdle-J8kq7ov7RtOph3dgiCdBFa4BFu15f1Vs1RUm7K6P21YURJrMz_uJoIH9q81qfkOqVf6c9y/s320/La_pi%25C3%25B9_bella_serata_della_mia_vita.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Il geniale racconto, nella
coinvolgente sequenza narrativa, pone in evidenza la totale ingenuità
di Alfred Traps che, nonostante le raccomandazioni dell'avvocato
difensore e l'invito alla cautela, viene invischiato in pieno nel
processo e irretito dal vortice delle domande del pubblico ministero,
che ricava ogni elemento utile per la definizione della causa, con
accusa di colpevolezza, dal racconto di Traps su eventi della propria
vita. Eventi che mostrano come il rappresentante tessile sia un uomo
dagli orizzonti assai limitati al punto da non avere piena
consapevolezza e coscienza della spregiudicatezza di certe sue
condotte e dei relativi effetti.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">In un certo senso, i suoi quattro
compagni di una serata dalle abbondanti libagioni e dalle
sconvenienti confessioni, sembrano porre in atto un processo
catartico, con una presa di coscienza delle conseguenze delle proprie
azioni e delle relative responsabilità, consentendo la visione di un orizzonte di giustizia che sembra porsi al di là della giustizia ordinariamente gestita dagli uomini con procedure burocratiche.</span><br />
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>La
panne</i>" è un
racconto coinvolgente e accattivante, a tratti paradossale, con una
costruzione narrativa estremamente lucida e densa di ironia, che
sembra quasi dimostrare un teorema: mettendo da parte il destino e le
leggi universali e partendo da un incidente casuale, si arriva
comunque a percorrere una sequenza di eventi che dal particolare
giunge all'universale, dal circoscritto ed egoistico ambito personale
perviene, seppure con una certa bizzarria, alla scoperta di un ideale
di giustizia.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic-glM3kfHHbL6uAXLTUyMfkWOCM4MyWbZRNi82QS-q5Ab16EGfLWy67O_xdGdkNJwMZmdXR1BuNfJkhnj9BUcSsNxkftudCKfKbUPwCXo6MpOEzzwHopHGrYyX1x3sKZXxsyvTJfrK2SL/s1600/Durrenmatt.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="743" data-original-width="672" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEic-glM3kfHHbL6uAXLTUyMfkWOCM4MyWbZRNi82QS-q5Ab16EGfLWy67O_xdGdkNJwMZmdXR1BuNfJkhnj9BUcSsNxkftudCKfKbUPwCXo6MpOEzzwHopHGrYyX1x3sKZXxsyvTJfrK2SL/s320/Durrenmatt.jpg" width="289" /></a></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-39084349366826902902018-08-05T20:25:00.000+02:002018-08-30T23:43:40.488+02:00Il libro del mese – "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di Erich Maria Remarque<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>Dovevano essere per noi diciottenni tutori e guide all'età virile, condurci al mondo del lavoro, al dovere, alla cultura e al progresso; insomma all'avvenire. Noi li prendevamo in giro e talvolta facevamo loro dei piccoli scherzi, ma in fondo credevamo a ciò che ci dicevano. Al concetto dell'autorità di cui erano rivestiti, si univa nelle nostre menti un'idea di maggior saggezza, di più umano sapere. Ma il primo morto che vedemmo mandò in frantumi questa convinzione. Dovemmo riconoscere che la nostra età era più onesta della loro, che ci sorpassavano soltanto nelle frasi e nell'astuzia. Il primo fuoco tambureggiante ci rivelò il nostro errore, e fece crollare la concezione del mondo che ci avevano insegnato</i>».<br />"<i>Niente di nuovo sul fronte occidentale</i>" di Erich Maria Remarque è uno straordinario romanzo sugli orrori e sull'assurda follia della Prima Guerra Mondiale, un romanzo che indubbiamente risente dell'esperienza personale dell'autore, che nel 1916 fu spinto ad arruolarsi volontariamente e nel 1917 fu spedito sul fronte occidentale, dove rimase gravemente ferito.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Il romanzo ruota intorno alle vicende di quattro ragazzi, Paul Baumer, la voce narrante, Albert Kropp, ritenuto il più intelligente del gruppo, Muller, che in caserma e sul fronte ancora si tirava dietro i suoi libri di scuola sognando una sessione di esami di emergenza, Leer, barbuto e con una predilezione per le ragazze dei bordelli riservati agli ufficiali. Quattro diciottenni, compagni di scuola, che decidono di arruolarsi volontariamente e di recarsi a combattere al fronte, spinti dai discorsi esaltati del loro professore, Kantorek, che cerca in ogni modo di imprimere loro il senso del dovere verso la patria e la necessità di difenderla da ogni pericolo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;"></span><span style="font-family: inherit;"></span><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0aujZpWRO9oqnsPXO1GczhmWKhiMRLIhUekXxGHhhVBVQOUlUI3aPRZyYoeshfbV2U0DfwF6gvkldUlgH7oV2NUr0bZrQE3nFhjnE0RmrUMgWxA3ezGlZMsQyfzu0IF7GYMvG5C11cygx/s1600/Niente+du+nuovo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1526" data-original-width="1001" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0aujZpWRO9oqnsPXO1GczhmWKhiMRLIhUekXxGHhhVBVQOUlUI3aPRZyYoeshfbV2U0DfwF6gvkldUlgH7oV2NUr0bZrQE3nFhjnE0RmrUMgWxA3ezGlZMsQyfzu0IF7GYMvG5C11cygx/s320/Niente+du+nuovo.jpg" width="209" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
Kantorek era un idealista, come ve ne erano tanti all'epoca, che si
considerava favorevole all'intervento in guerra pur rimanendo in
patria e, ammantato di una parvenza di saggezza, aveva creato nelle
menti dei giovani in procinto di arruolarsi un mondo illusorio,
destinato a crollare con il primo compagno morto, colpito da una
granata.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
La narrazione si apre immergendoci subito negli orrori della guerra,
con un apparente cinismo che vuol essere un modo per fuggire
mentalmente da quella barbarie, cercando gli aspetti positivi e
inseguendo una sensazione di leggerezza. I giovani soldati hanno
appena ricevuto il cambio al fronte e stanno facendo ritorno nelle retrovie,
dopo aver ricevuto un duro attacco da parte dei nemici e aver subito
numerose perdite. Eppure mettono da parte lo spavento e il dolore e
si aggrappano a tutto ciò che di positivo ci può essere, come una
doppia razione di rancio, una sigaretta in più, un paio di stivali,
pensando alla possibilità di starsene alcune ore tranquilli all'aria
aperta a leggere, a giocare carte e a parlare.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
Il dramma di questi ragazzi, come viene ribadito più volte nel
romanzo, soprattutto nelle riflessioni di Paul, è il non aver fatto
in tempo a mettere radici, essendo troppo giovani per creare progetti
in vista dell'avvenire e per costruire propri saldi punti di
riferimento: si sono presentati al fronte rivestiti di ideali
romantici, ben presto distrutti e soppiantati da un senso pratico che
rischia di farli apparire spietati. </span>Illuminante in tal senso è un episodio di cui è protagonista Muller, che appare quasi ossessionato dal desiderio di difendere gli stivali del compagno in fin di vita.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
Questo senso pratico deriva loro soprattutto dall'addestramento:
«<i>Divenimmo
duri, diffidenti, spietati, vendicativi, rozzi; e fu un bene: erano
proprio quelle le qualità che ci mancavano. Se ci avessero mandato
in trincea senza quella preparazione, la maggior parte di noi sarebbe
impazzita. Così invece eravamo preparati a ciò che ci attendeva</i><i>»</i><i>. </i></span><span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcV0tdQPawNjVF53ZJZvnmJRhXR6IFn0J0aW04wM4AUoSNYYsPbtARDixA6pOD5qxtQY76yZTOGbQFGZk9r6ct-zTCbENdLZMI8Hvv0Nwy9kaXtuuR4vQrfrcwBUDeoxJzQkWl2K5yuQmu/s1600/Immagine+film.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="212" data-original-width="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcV0tdQPawNjVF53ZJZvnmJRhXR6IFn0J0aW04wM4AUoSNYYsPbtARDixA6pOD5qxtQY76yZTOGbQFGZk9r6ct-zTCbENdLZMI8Hvv0Nwy9kaXtuuR4vQrfrcwBUDeoxJzQkWl2K5yuQmu/s1600/Immagine+film.png" /></a><span style="font-family: inherit;"><i><br /></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<span style="font-family: inherit;">In questo contesto, diventa forte il legame che Paul e i suoi compagni stringono con altri soldati, un legame fatto di sostegno reciproco, di confidenze e di conforto pur di fronte al dolore e alla morte. Un rapporto che si concretizza anche in accese discussioni su svariati e interessanti temi, partendo dal tentativo di spiegare perché uomini modesti nella vita ordinaria diventano spietati tormentatori in caserma, per poi arrivare alla ricerca dei motivi che spingono i Paesi a dichiararsi guerra.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Il legame è molto forte
soprattutto con Katczinsky, il capo della squadra, tenace e scaltro
quarantenne, che riesce a cavarsela in ogni situazione, capace di
trovare ovunque i mezzi per sopravvivere, soprattutto cibo in
abbondanza, un vero emblema del cameratismo: «<i>Anziché
spezzarci ci adattammo, aiutati in questo dai nostri vent'anni, che
pure ci rendevano tanto duri altri sacrifici. Ma importante fu che
tra noi venne in tal modo sviluppandosi un forte sentimento di
solidarietà, il quale poi al fronte si innalzò a quanto di meglio
abbia prodotto la guerra: il cameratismo</i><i>»</i><i>. </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel romanzo la caratterizzazione dei personaggi è molto forte: Remarque non manca mai di presentarci i suoi protagonisti con pennellate decise, con quei tratti che li contraddistinguono e li accompagnano nelle alterne vicende belliche. Ma la forza della narrazione risiede soprattutto nella capacità di scolpire immagini indelebili, forti e crude, oppure ilari e spassose, spesso dense di una poeticità struggente, in grado di far rivivere le sensazioni di smarrimento di ragazzi al fronte che, privi di saldi punti di riferimento, non riescono a intravedere un futuro e si sentono ormai perduti.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOkfjs-cwbMvFp1Au5vU8bMpEe4ktNm-gKJGVyQTj-l-oIR2TlZ_ktEB7awy0Z4qLNuQ9NFaAVHlIOngGCsEd-hepecwCHgoBulNnw4QAESVzuSmkq37iwirwgwDOGPZlPdj6nDqUp4Tjc/s1600/Trincee.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="243" data-original-width="400" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOkfjs-cwbMvFp1Au5vU8bMpEe4ktNm-gKJGVyQTj-l-oIR2TlZ_ktEB7awy0Z4qLNuQ9NFaAVHlIOngGCsEd-hepecwCHgoBulNnw4QAESVzuSmkq37iwirwgwDOGPZlPdj6nDqUp4Tjc/s320/Trincee.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Si alternano le descrizioni
dettagliate degli scenari e delle operazioni di guerra, con una
precisione tecnica accompagnata da una tensione emotiva che trapela
con violenza. Paul pensa al fronte come a un orribile gorgo che
attrae con forza, ma nello stesso tempo benedice la terra che lo
protegge e in cui si ritrova avvolto contro il pericolo delle
schegge che piovono continuamente, spinto da un atavico istinto di
sopravvivenza che di seguito viene descritto con grande maestria: «<i>Al
fischio delle prime granate, al primo strappo dell'aria solcata dalle
detonazioni, subito nelle nostre vene, nelle mani, negli occhi è
come un'attesa sommessa, un origliare, un essere più svegli, una
singolare duttilità dei sensi: all'improvviso tutta la persona si
trova in piena efficienza</i><i>»</i><i>.</i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
"<i>Niente di nuovo sul fronte occidentale</i>" è, dunque,
un capolavoro della letteratura mondiale, un romanzo che necessità
di una lettura lenta, affinché ogni immagine, ogni pagina possa
sedimentare dentro. È il racconto di una generazione perduta a
causa della guerra, ragazzi strappati alla loro vita e mandati al
fronte, purtroppo consapevoli che se anche venisse loro restituito il
paesaggio della loro gioventù, non saprebbero goderne, ormai
completamente slegati dal loro mondo iniziale: «<i>abbandonati
come bambini, disillusi come anziani, siamo rozzi, tristi,
superficiali. Io penso che siamo perduti</i><i>»</i>.
E questa sensazione Paul la sperimenta durante la prima licenza
trascorsa a casa.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
È, in conclusione, una narrazione di vicende belliche che sa
tradursi splendidamente in poesia tenera e tragica: «<i>Un
piccolo soldato e una voce benevola, e se gli faceste una carezza,
forse non vi capirebbe più: ha gli scarponi ai piedi e il cuore
pieno di terra; e marcia così, e ha tutto dimenticato fuorché il
marciare. Non sono forse fiori quelli all'orizzonte, e un paesaggio
così quieto che gli viene voglia di piangere, al soldato? Non ci
sono forse là immagini che lui non ha perduto perché non le ha mai
possedute? Immagini che lo turbano, ma che per lui sono passate via?
Non sono forse là i suoi vent'anni?</i>»</span></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9su_vNTprxSDGuqHtDfhhxpTuVpwXUVhLZ3A24tr_lAl5h__xNPlyLSytwUUiqEKFiU92WhmJC1yyFGm2sgJuHXkwdSIsfPNVplX3SnHZ8p1gCyahJ3HDaH85t8BpBJAX1XnjJ-ilwT9M/s1600/Erich_Maria_Remarque1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="275" data-original-width="179" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9su_vNTprxSDGuqHtDfhhxpTuVpwXUVhLZ3A24tr_lAl5h__xNPlyLSytwUUiqEKFiU92WhmJC1yyFGm2sgJuHXkwdSIsfPNVplX3SnHZ8p1gCyahJ3HDaH85t8BpBJAX1XnjJ-ilwT9M/s1600/Erich_Maria_Remarque1.jpg" /></a></div>
<br />Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-43971832300807481992018-06-26T23:17:00.000+02:002018-06-27T23:07:39.880+02:00Premio Strega 2018 – "Questa sera è già domani" di Lia Levi<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
Continuano le mie recensioni su alcuni dei dodici libri candidati al
Premio Strega 2018, dopo i romanzi di <a href="http://unfaronellanebbia.blogspot.com/2018/05/premio-strega-2018-resto-qui-di-marco_20.html">Marco Balzano</a> e <a href="http://unfaronellanebbia.blogspot.com/2018/06/premio-strega-2018-il-figlio-prediletto_35.html">Angela Nanetti</a>.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"></span><br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
***</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>Gli sembrava che
tutto procedesse come se un treno, dopo aver deragliato, continuasse
la sua corsa sul terreno. Infido, pericoloso, pieno di buche, ma pur
sempre terra ferma e in qualche modo rassicurante. La spinta umana a
rassegnarsi è davvero così forte? Quello che ieri era sembrato
insostenibile, oggi si riusciva a inghiottirlo quasi senza fatica</i>».
</span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Questa
sera è già domani</i>"
(Edizioni E/O) di Lia Levi – finalista al Premio Strega 2018,
nonché vincitore del Premio Strega Giovani - è un romanzo storico
ambientato durante il periodo fascista e incentrato sulle vicende dei
Rimon, una famiglia ebrea vittima delle persecuzioni antisemite e
delle leggi razziali. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">La storia della famiglia Rimon
può ben paragonarsi alla corsa di un treno che inizia il suo viaggio
placidamente, pur se tra piccoli conflitti e incomprensioni, in una
città, Genova, apparentemente tranquilla, in cui il fascismo non
sembrava destare particolari preoccupazioni, dal momento che «<i>faceva
parte di quasi tutte le loro vite, anche se magari in dosi
variabili</i>». E la
famiglia sembra davvero procedere normalmente lungo il suo percorso
fino a quando all'improvviso non incontra un ostacolo, quella Storia
che si intromette nelle intime vicende personali e decide
diversamente rispetto ai progetti prestabiliti creando uno
sconvolgimento senza precedenti. </span><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCPOIaRLlwGcY-4fsimheDgzq6d-SbRlZwkofgynphwpjie9EbvhCdCl7PqyUvLr7tmCVnyZzO8y1zqWRmV7BwGbph4zl5wppYyCWbIHqhgO5zxBd8gspkKdijiIEV81ghCVko0JPmnuvc/s1600/Questa+sera+%25C3%25A8+gi%25C3%25A0+domani.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="568" data-original-width="640" height="284" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCPOIaRLlwGcY-4fsimheDgzq6d-SbRlZwkofgynphwpjie9EbvhCdCl7PqyUvLr7tmCVnyZzO8y1zqWRmV7BwGbph4zl5wppYyCWbIHqhgO5zxBd8gspkKdijiIEV81ghCVko0JPmnuvc/s320/Questa+sera+%25C3%25A8+gi%25C3%25A0+domani.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>La
normalità non sa di esserlo. Procede a tratti brevi, programmi
abituali, iniziative di piccolo passo, non sai nemmeno se ti
piacciono le cose che stai facendo</i>».
Almeno fino a quando la normalità non subisce un profondo strattone
spostandosi su di un terreno più infido e scivoloso in cui la
risoluzione di ogni problema sembra essere sempre più lontana.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
Il romanzo di Lia Levi presenta una struttura classica, con una
narrazione lineare e uno stile semplice e incisivo, che a tratti
mostra una poeticità struggente, specialmente nello svelare i
pensieri e le inquietudini del piccolo Alessandro, il protagonista
principale, quel bimbo prodigio che appare come una luce attorno a
cui si concentrano le attenzioni dell'intera famiglia, dei suoi
genitori Emilia e Marc, degli zii Osvaldo e Wanda, del nonno Luigi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
Alessandro mostra sin da subito un'intelligenza e una sensibilità
particolarmente spiccate, oltre che una precoce propensione alla
scrittura e alla lettura, al punto che, una volta iscritto alla
scuola elementare, si ritrova immediatamente a saltare da una classe
all'altra, avendo già acquisito le nozioni necessarie, fino a
giungere al ginnasio con due anni di anticipo.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
È in quel momento che iniziano le sue prime difficoltà, quando
tenta di instaurare rapporti di amicizia con ragazzi più grandi, già
in età adolescenziale: il suo essere un bambino prodigio si rivela
più che altro uno svantaggio che lo pone in una condizione di
diversità, condizione legata anche alle sue origini ebraiche. E la
descrizione della sua sensazione di solitudine è semplice, ma
commovente: «<i>Non c'era mai nessuno che avesse voglia di fargli
compagnia. A loro non vado bene, non dico le frasi che bisogna dire,
non so nemmeno quali sono queste frasi, se no magari fingerei. Scappo
sempre prima di essere respinto, una felice trovata, così vinco io.
Quella storia del troppo piccolo o troppo grande è una scusa,
cerchiamo di essere almeno sinceri con noi stessi. Forse essere ebreo
è questo. Tu li cerchi e fuggi, loro ti accettano e ti cacciano. Si
sentiva diverso, a disagio, non su faccende di anni o di scuole ma
dappertutto, in ogni angolo o punto di sé, anche nella maglietta del
Genova che prima di andare all'edicola aveva voluto indossare per
forza. Essere l'ebreo degli ebrei ... per questo, è vero, ci voleva
un po' più di fantasia</i>».</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4fFA7KMqPgRwfF1yeen6zm_cvYjfZmTUyrE1Z6aZC4IHBEnXWsL3NaSBo59fExY1U52adET0Lw1L7Y3YpwwE4ixrsZtJzOBwkVD40G2TAYEkdVHBH2poP3FgtPETl6ImYYpFKUAs-rvzy/s1600/Genova_piazza_della_Vittoria_anni_trenta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="414" data-original-width="636" height="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4fFA7KMqPgRwfF1yeen6zm_cvYjfZmTUyrE1Z6aZC4IHBEnXWsL3NaSBo59fExY1U52adET0Lw1L7Y3YpwwE4ixrsZtJzOBwkVD40G2TAYEkdVHBH2poP3FgtPETl6ImYYpFKUAs-rvzy/s320/Genova_piazza_della_Vittoria_anni_trenta.jpg" width="320" /></a><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
Il romanzo si presenta, dunque, come una commistione tra le vicende
storiche e il mondo interiore di Alessandro, a partire da quel
rapporto conflittuale con i suoi genitori che in qualche modo lo
condiziona, soprattutto con sua madre Emilia che appare più
interessata all'apparenza che all'essenza delle cose e sembra
considerare le capacità di suo figlio come una specie di riscatto,
di ricompensa per qualcosa che le era stato negato, fino al punto di
accogliere quasi con rancore le prime incertezze scolastiche di
Alessandro.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
Il padre Marc, invece, si pone al lato opposto, con la sua
tranquillità, che a volte viene scambiata per arrendevolezza di
fronte alla irrequietezza e alla testardaggine della moglie, e il suo
tentativo di trasmettere al figlio il desiderio di andare oltre le
apparenze e di scoprire le verità celate dietro le mistificazioni di
un regime dittatoriale.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;">La famiglia Rimon, pur tra tali conflitti, rimane unita
nell'affrontare la tremenda sensazione di sentirsi stranieri in
quella che veniva considerata fino a poco tempo prima la propria
patria, privati, ormai, di ogni diritto. Lia Levi riesce
magistralmente a far emergere tale sensazione di smarrimento, che si
accompagna all'iniziale rifiuto di accettare la realtà, alla paura
di affrontare il dolore e di scoprire l'orrore che si cela dietro
un'apparente tranquillità, all'incertezza di chi non sa se sia
meglio cogliere l'occasione e fuggire all'estero oppure rimanere
nella speranza che ogni minaccia si attenui. Con quella rassegnazione
che, secondo il giovane Alessandro, i suoi familiari sembrano ormai
provare, come quel treno, nella citazione iniziale, che continua la
sua corsa sul terreno infido e cerca di adattarsi.</span></span><br />
<span style="font-family: inherit;">
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
Due episodi mi hanno colpito particolarmente riguardo a questo
rifiuto di affrontare la verità e il dolore. Anzitutto quando il
cognato Osvaldo corre a casa Rimon cercando di sminuire le
preoccupazioni circa gli accadimenti di quei giorni e i provvedimenti
contro gli ebrei, che continuavano a cadere "<i>come quei
goccioloni radi ma già carichi che preludono alla tempesta</i>":
«<i>Be'
– si affannava Osvaldo – vuol dire che se qualcuno si trova a
casa tua, hai per lo meno diritto di sapere chi è e cosa fa. Ma
questo non significa essere ostili nei suoi confronti.»; «Marc
aveva simulato un silenzioso battito di mani e con quella sua voce, e
un sorriso a mezz'aria, aveva solo mormorato: "Bravo! Sei
proprio entrato in pieno nella loro mentalità"</i>». </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDld4uYVXmlmi-9eJS9geqc45WBJqXX94HpCrk4qRPSuX74q4tf1qPpqqy0HJ0EAhouIVmEAjQkUFiGbUzkto7Rsalt3cXKI_6LGxoxDIiN144jmnbxBDUks6YirFQdrohZ1a7yTuDjs51/s1600/Corriere_testata_1938.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="153" data-original-width="330" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDld4uYVXmlmi-9eJS9geqc45WBJqXX94HpCrk4qRPSuX74q4tf1qPpqqy0HJ0EAhouIVmEAjQkUFiGbUzkto7Rsalt3cXKI_6LGxoxDIiN144jmnbxBDUks6YirFQdrohZ1a7yTuDjs51/s320/Corriere_testata_1938.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
E poi quando i Rimon accolgono una coppia ebrea fuggita con i loro
due figli dall'Austria, ormai occupata dalla Germania nazista, e
Alessandro cerca di conoscere i dettagli della loro fuga parlando in
francese con la figlia maggiore, di nascosto dai loro padri che non
volevano che quel dolore venisse svelato troppo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
La religione è un altro tema importante su cui il racconto si
sofferma spesso, soprattutto nelle riflessioni di Alessandro, nonché
in vari episodi che coinvolgono la sua famiglia.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>Quando
poi compilerete il maledetto censimento, là dove c'è scritto
"religione", provate pure. Potrete scrivere agnostico,
libero pensatore, cultore di Bakunin o di Giove saturnino, per loro
la traduzione sarà la stessa di noi che recitiamo lo Shenà due
volte al giorno: razza ebraica</i>».
Uno studente rabbino così si rivolge a Marc e Osvaldo con un tono
stranamente aggressivo, ma che serve a far capire loro che rinnegare
la religione e i suoi riti non garantirà loro la salvezza.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">
Ma che ruolo ha la religione per il giovane Alessandro? Fin da
piccolo non mostra una fede particolarmente profonda, ma, come gli
farà notare il rabbino che lo introdurrà ai riti ebraici, appare
comunque molto legato alla tradizione. Forse grazie anche alla nonna
materna, ormai morta da diversi anni, che sempre aveva cercato di
tener viva la memoria dei racconti della tradizione e che al nipote
aveva lasciato in eredità una catenina con la stella ebraica. E quel
legame con la tradizione sarà per Alessandro una fonte di contrasti
interiori, soprattutto quando, forte del suo sentimento antifascista,
cercherà di comprendere la dottrina comunista.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Questa
sera è già domani</i>"
è, dunque, un romanzo ricco di tensione emotiva, capace di suscitare
sensazioni forti pur nel suo stile sobrio e mai enfatico. Un libro
attuale da leggere per comprendere a quale livello di esasperazione
possa essere condotto un popolo a causa di folli discriminazioni e
persecuzioni. </span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd70uEMHwNEikzmnazaQLVOvar_ypCj-5BvvlDtSL3_KGDqJIZBkkD0hIRFS5wb_huM4atxQhx5iMZW6fkX9wA6FRsAemibct8SCV73SzzGhFM4Nc_a0dwgydXfLxAm0dJCKdthCNbH9U_/s1600/Lia-Levi-981x540.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="981" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgd70uEMHwNEikzmnazaQLVOvar_ypCj-5BvvlDtSL3_KGDqJIZBkkD0hIRFS5wb_huM4atxQhx5iMZW6fkX9wA6FRsAemibct8SCV73SzzGhFM4Nc_a0dwgydXfLxAm0dJCKdthCNbH9U_/s320/Lia-Levi-981x540.jpg" width="320" /></a></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-29906719960279952952018-06-03T19:21:00.000+02:002018-06-04T21:43:53.294+02:00Premio Strega 2018 – "Il figlio prediletto" di Angela Nanetti<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Continuano
le mie recensioni su alcuni dei dodici libri candidati al Premio
Strega 2018. (Nei precedenti post un quadro generale dei dodici
autori candidati e la recensione del romanzo di Marco Balzano).</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
***</div>
<div style="text-align: justify;">
«<i>Londra
appariva un'altra, senza la durezza del giorno, e per la prima volta
lui si sentì libero. Dal dolore e dai ricordi, ma anche dalla vita
che aveva condotto fino a quel momento, compressa come una cella di
prigione, fatta di Marie e di Carminucce e di preti come padre Luigi,
che imponevano l'ora del ritiro. E forse per quella luce strana,
forse per quei suoni di chitarra, sentì all'improvviso forte e
dolorosa la voglia di riprendersi il mondo</i>».
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il
desiderio di riprendere in mano la propria vita, la voglia di
liberarsi dall'opprimente peso dei ricordi che continuano a
tormentare o di allontanarsi dai condizionamenti familiari per
ritrovare la propria identità, con Londra a rappresentare una meta
ideale, un punto di netta separazione dalla precedente vita, pur se
con un percorso interiore complesso e non privo di ostacoli. Sono
questi i temi che costituiscono il nucleo essenziale de "<i>Il
figlio prediletto</i>" (Neri Pozza), romanzo di Angela Nanetti
candidato al Premio Strega 2018.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Tutto
ha inizio in una terribile e spietata notte di inizio giugno del
1970, in cui Nunzio e Antonio, promettenti calciatori e compagni di
squadra in un piccolo paese della Calabria, vorrebbero semplicemente
vivere il loro amore, quella passione scoppiata all'improvviso alcuni
mesi prima e che i due ragazzi non avevano potuto fare a meno di
assecondare. Una passione vissuta di nascosto, tra segreti e gioie,
"<i>ansia non detta e futuro cancellato</i>", perché nei loro
ambienti nessuno avrebbe potuto capire e molti avrebbero condannato.
Ma la condanna, tremenda e ineluttabile, arriva comunque dalla
famiglia di Nunzio, i Lo Cascio, una famiglia appartenente alla
'ndrina, alla malavita locale, che non esita a mandare propri uomini
a uccidere Antonio, lasciandolo cadavere di fronte a Nunzio. Il
ragazzo, sconvolto e incredulo, non può far altro che vegliare il
suo amato fino all'alba, ovvero fino a quando suo fratello Santino
non arriva a prenderlo e solo in quel momento tutto appare chiaro.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix08z7mW7Mx7B3u9O_H3KOWTa0NOun7GifX-AqVnupu6YWrnZvS8ScfCSdLN2HA7Wg0Wx-8nScFsqsG5xkADPt1vH8iZq7G2NWAi4M8rEnJ9XZuqsBG97ZbUNvcagg9NLMROeqo5_9QoUu/s1600/Il+figlio+prediletto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="672" data-original-width="763" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEix08z7mW7Mx7B3u9O_H3KOWTa0NOun7GifX-AqVnupu6YWrnZvS8ScfCSdLN2HA7Wg0Wx-8nScFsqsG5xkADPt1vH8iZq7G2NWAi4M8rEnJ9XZuqsBG97ZbUNvcagg9NLMROeqo5_9QoUu/s320/Il+figlio+prediletto.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Questo
episodio costituisce il prologo di un romanzo particolare, che si
compone di due storie distinte, collocate su piani temporali diversi,
storie che all'inizio si svolgono parallelamente, ma che finiscono a
un certo punto per intrecciarsi. Ma il dolore e il desiderio di
ribellione e rivalsa dei due protagonisti, Nunzio e Annina, hanno la
stessa origine, quella famiglia spietata che non ammette che
qualcuno possa infrangere le proprie regole.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La
storia di Nunzio viene narrata in terza persona, con uno stile che
fonde precisione e poeticità, volto a far emergere quella malinconia
di fondo di un giovane che a venti anni si sente già sconfitto e
avverte la pesantezza di un dolore che si porta dietro e finisce
quasi per schiacciarlo: «<i>Il vecchio sembrava aver capito che il
mondo gli aveva mostrato all'improvviso la faccia più feroce, quella
di un padre e due fratelli che gli avevano spezzato le ossa a una a
una. E niente dentro di lui teneva più: non la fiducia negli uomini,
non la speranza di futuro, nemmeno la sua identità. Di Nunzio Lo
Cascio era rimasto solo un mucchio di carne dolorante, che chiedeva
di non avere ricordi né pensieri. Dormire, solo questo voleva</i>».
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Nunzio
dopo quella terribile notte è costretto a partire per Londra. I suoi
familiari lo hanno mandato via, lontano dal suo paese, forse per
punizione o per evitare qualsiasi indiscrezione sulla sua
omosessualità, una macchia per il loro onore. E Nunzio di tale
allontanamento in fondo appare contento: come avrebbe potuto vivere
con il padre e i fratelli dopo ciò che gli hanno fatto, con l'orrore
della morte di Antonio sempre davanti agli occhi?</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgviNhxbM0qlIHJxPYwGS1BAjucqjI-VUTkUIALeDMkalrjFphpb11KIUcJNdGo-nsjbxEwfBjxuTOwxxYWldKo2AzGZy1g5vFyFNouu8p_GL6oTgeg_J0egGRVKAB-ak3rZgIjbcl9Yr61/s1600/Aspromonte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgviNhxbM0qlIHJxPYwGS1BAjucqjI-VUTkUIALeDMkalrjFphpb11KIUcJNdGo-nsjbxEwfBjxuTOwxxYWldKo2AzGZy1g5vFyFNouu8p_GL6oTgeg_J0egGRVKAB-ak3rZgIjbcl9Yr61/s320/Aspromonte.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Le
tappe che caratterizzano il percorso interiore di Nunzio coincidono
con la comparsa di alcuni personaggi che diventano per lui
fondamentali. Sullo sfondo, la Gran Bretagna in un periodo di crisi
economica, di elevata disoccupazione e di numerosi scioperi, scanditi
dalle rivendicazioni sindacali, periodo che culmina nell'elezione di
Margaret Thatcher a primo ministro del Regno Unito nel 1979.
</div>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
In
quegli anni Nunzio, fallita ogni possibilità di intraprendere
l'attività calcistica per un infortunio, conosce dapprima Thomas,
figlio di un lord che rinnega le sue origini e si dedica con ardore
alla lotta comunista. E con lui stringe un rapporto di amicizia
intenso e sincero che gli consente finalmente di risollevarsi e
ritrovare la tranquillità e la voglia di vivere, oltre che
appassionarsi alle tematiche sociali.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
In
seguito, si ritroverà alle prese con un altro stravagante
personaggio, che si rivelerà comunque molto importante per lui, un
artista poliedrico, fotografo, pittore e musicista da tutti
soprannominato 'Funny Jack': «<i>un uomo di età indefinibile, tra i
quaranta e i cinquanta, di un biondo rossiccio, anche sul petto
villoso che esibiva dalla camicia bianca sbottonata, lo stomaco del
bevitore e un vistoso orecchino al lobo sinistro che gli dava un'aria
piratesca</i>». Un mentore che non esiterà ad aiutare Nunzio nel
momento del bisogno, facendogli scoprire il mondo della fotografia.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Nel
cuore e nella mente di Nunzio Antonio è sempre presente, un ricordo
misto all'orrore e anche a un certo rimorso, sensazioni che il
giovane cerca man mano di far colar via dal suo corpo. La piena
accettazione della propria omosessualità e le passioni appena
scoperte sono per lui una forma di riscatto da quel tremendo passato
che si porta dietro.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Nel
frattempo prende avvio anche la storia di Annina, narrata in prima
persona con un linguaggio più immediato e denso di espressioni
dialettali. Nipote di Nunzio in quanto figlia di suo fratello
Santino, nella sua innocenza di bambina non può comprendere l'orrore
che la circonda, ma crescendo dovrà toccare con mano la "tranquilla
ferocia" di cui suo padre può essere capace. Nunzio non lo ho
mai conosciuto, è andato via quando ancora non era nata, ma il suo
nome risuona spesso nelle parole di sua nonna Carmela, madre di
Nunzio e Santino. </div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3QqSAM4bgSLXt-iiPIQNcFbiZ5nyLDQ0vFUqcypt_GUnVFuKSp-lsO13xQghsToiil4hsZoDHRqvugNZmkdH0nl2scEMEo_3z67Pm05ZqpKMLWuA8K5xco9WnMYgzOFL5zShKTueGLSED/s1600/Londra.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="641" data-original-width="960" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3QqSAM4bgSLXt-iiPIQNcFbiZ5nyLDQ0vFUqcypt_GUnVFuKSp-lsO13xQghsToiil4hsZoDHRqvugNZmkdH0nl2scEMEo_3z67Pm05ZqpKMLWuA8K5xco9WnMYgzOFL5zShKTueGLSED/s320/Londra.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La
vita di Annina, scandita dalle imposizioni familiari, con un padre
che cerca di controllarne ogni mossa e una nonna che condanna ogni
sua velleità artistica, viene scossa da un inevitabile moto di
ribellione, una fuga a Londra per inseguire il sogno di diventare
attrice di teatro, un percorso che sarà segnato dalla presenza di
altri uomini che cercheranno di sfruttarla e di imporre la propria
volontà. Le storie di Annina e Nunzio, pur se in modo particolare,
si intrecceranno nel momento in cui Annina si metterà alla ricerca
delle tracce di suo zio e di coloro che lo hanno conosciuto.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Come
ho accennato sopra, entrambi i protagonisti sono alla ricerca di un
riscatto rispetto alla loro precedente esistenza per allontanarsi dai
condizionamenti familiari, pur seguendo un percorso completamente
diverso. Nunzio in qualche modo subisce l'allontanamento dal suo
paese, ma coglie tale occasione per rinascere e buttar via l'orrore
che si porta dietro, grazie anche agli amici che incontra lungo il
sentiero. E il destino che appariva così avverso in alcuni momenti
sembra volerlo aiutare, cercando di portare la sua felicità a un
apice oltre il quale non può esserci più nulla. Annina, invece, ha
bisogno di uno strappo, di un gesto di ribellione per avviarsi verso
quel riscatto, che sembra finalmente concretizzarsi solo quando
deciderà di capire meglio chi era suo zio Nunzio. Forse anche con
lei il destino avverso a un certo punto sembra voler essere benevolo.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"<i>Il
figlio prediletto</i>" è un romanzo denso di malinconia e di
speranza, con personaggi ben caratterizzati, in bilico tra lo
scoraggiamento e il desiderio di rivincita, tra cadute e rincorse,
accompagnato da una narrazione non sempre lineare, fatta di
anticipazioni, strappi, immagini forti, visioni sconsolate o
luminose, in cui appare chiaro che la ferocia dei prepotenti non
sempre riesce a piegare l'animo di chi ha realmente voglia di vivere.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQoZ6RUgRR-RZ4v9tn6n3dL7rrxejNflrcjYc5gmdobKTV5cuPWJZ8gPrKom39oROhyphenhyphen5SM1fX8FlaKS-3lCJdU5RzjwuPPTubDSBwyYMBtxmGyHTZzl28R51e_URg1EfW279AzPgSfdxwR/s1600/Angela+Nanetti.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="240" data-original-width="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQoZ6RUgRR-RZ4v9tn6n3dL7rrxejNflrcjYc5gmdobKTV5cuPWJZ8gPrKom39oROhyphenhyphen5SM1fX8FlaKS-3lCJdU5RzjwuPPTubDSBwyYMBtxmGyHTZzl28R51e_URg1EfW279AzPgSfdxwR/s1600/Angela+Nanetti.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-35376841176777592322018-05-31T21:31:00.001+02:002018-05-31T21:31:08.164+02:00Le peripezie letterarie dell’Accademia svedese
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
In
questi giorni è stato reso noto che forse anche per il 2019 non avrà
luogo l’assegnazione del Premio Nobel per la letteratura. Infatti,
il direttore della Fondazione Nobel ha affermato che il premio verrà
assegnato solo nel momento in cui l'Accademia svedese, in grave crisi
per scandali sessuali e finanziari, riacquisterà la fiducia delle
persone.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Si
potrebbe discutere a lungo su tale decisione di non assegnare il
premio, se si tratti di una scelta squisitamente politica o dettata
da effettive esigenze organizzative. Ciò che è certo è che tale
evento ha contribuito ulteriormente a mettere in discussione il
premio stesso.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Già
in occasione della recente morte del celebre scrittore Philip Roth
(che non mai ricevuto quel premio nonostante la spasmodica attesa
ogni anno da parte di diversi addetti ai lavori e lettori,
accompagnata da una certa ironia) molti si sono interrogati sulla
validità e sulla significatività del premio stesso, chiedendosi se
l’Accademia svedese possa realmente valutare quali scrittori
nell’ambito della letteratura mondiale siano meritevoli di tale
onorificenza.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Personalmente,
non sarei in grado di dare una risposta, sicuramente ho apprezzato
diversi scrittori che in passato hanno vinto tale premio. Penso ai
nostri grandi letterati (Giosuè Carducci, Grazia Deledda, Luigi
Pirandello, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale) o ad autori che
hanno profondamente arricchito la scena letteraria mondiale (Pablo
Neruda, Samuel Beckett, John Steinbeck, Albert Camus e molti altri).</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgot5bPwtJuRyVIJ7y7cn7SB69DKfE2rodear3L9JSkRrHffHKgPgmL8vdgLE6NjBIKPW4Qmf0BUVjbJIYxw2u7WCkUbjwdERG0eJtaLNlJUEFhY1LqNWUgCxthctFx-AgrK0MKpgmtLMGy/s1600/Premio+Nobel.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="540" data-original-width="982" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgot5bPwtJuRyVIJ7y7cn7SB69DKfE2rodear3L9JSkRrHffHKgPgmL8vdgLE6NjBIKPW4Qmf0BUVjbJIYxw2u7WCkUbjwdERG0eJtaLNlJUEFhY1LqNWUgCxthctFx-AgrK0MKpgmtLMGy/s320/Premio+Nobel.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Comunque,
grazie a un articolo del quotidiano online “Il Post” (20 ottobre
2015), tempo fa ho avuto modo di leggere un breve saggio di Tim Parks
dedicato al Premio Nobel per la letteratura (contenuto nella raccolta
“<i>Di che cosa parliamo quando parliamo di libri</i>”- UTET) che
mi ha fornito interessanti spunti di riflessione. In tale articolo
Parks ha messo in luce le criticità e le contraddizioni di tale
Premio con considerazioni condivisibili, soprattutto di ordine
pratico.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Ecco
alcuni estratti del saggio: “<i>Proviamo a immaginare la quantità
di letture richieste. Supponiamo che ogni anno vengano nominati cento
scrittori, un’ipotesi plausibile, e che di ciascuno i membri della
giuria cerchino di leggere almeno un libro. Trattandosi di un premio
indirizzato all’intera opera di un autore, ipotizziamo che, una
volta ridimensionato il numero dei candidati, i membri leggano due
libri di ciascuno dei restanti, poi tre, quattro e così via. È
probabile che ogni anno si ritrovino a leggere intorno ai duecento
libri (in aggiunta al loro consueto carico di lavoro). Di questi,
pochissimi saranno scritti in svedese … Adesso fermiamoci un attimo
e immaginiamo i nostri professori svedesi, chiamati a difendere la
purezza della lingua nazionale, che confrontano un poeta indonesiano,
magari tradotto in inglese, con un romanziere del Camerun,
disponibile solo in francese, un altro che scrive in afrikaans ma è
pubblicato in tedesco e in olandese, e infine una celebrità del
calibro di Philip Roth, ovviamente disponibile in inglese, ma che i
giurati potrebbero benissimo essere tentati, se non altro per un
senso di spossatezza, di leggere in svedese. È un compito
invidiabile il loro? Ha poi tanto senso? … Come affrontiamo
l’impresa? Cercando qualche criterio semplice e ampiamente
condivisibile che ci aiuti a liberarci di questa seccatura. E poiché,
per citare ancora Borges, l’estetica è complessa e richiede una
sensibilità speciale, mentre l’affiliazione politica è più
semplice e rapida da afferrare, cominciamo con l’inquadrare le aree
del mondo che hanno attirato l’attenzione dell’opinione pubblica,
magari per un’agitazione politica o perché accusate di violazioni
dei diritti umani; troviamo gli autori che si sono già guadagnati
una bella dose di rispetto e magari anche qualche premio importante
nella comunità letteraria di quei paesi, e che si sono schierati
apertamente dalla parte giusta dello scontro politico in questione, e
li selezioniamo.</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqkzClfQ_4j6aQFfLFnDswSWKlzsABL3ru2oo12fkugF0AFbbS9VYn5z8SVocUym4WD4aWHOt5-XvQkihY_YDwq1njYa242heNlOH9u1DvIWyq9M8RQi85Tbq69HUWRqbffMiRy99o5Wgl/s1600/Accademia+svedese.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="450" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgqkzClfQ_4j6aQFfLFnDswSWKlzsABL3ru2oo12fkugF0AFbbS9VYn5z8SVocUym4WD4aWHOt5-XvQkihY_YDwq1njYa242heNlOH9u1DvIWyq9M8RQi85Tbq69HUWRqbffMiRy99o5Wgl/s320/Accademia+svedese.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Dunque,
secondo Parks l’Accademia svedese si troverebbe nell’impossibilità
di adottare un criterio puramente estetico, considerata l’estrema
difficoltà di una selezione basata su una approfondita disamina
degli scrittori potenzialmente meritvoli di premiazione. Il criterio
adottato sarebbe, dunque, di carattere più politico. D’altronde,
secondo le intenzioni iniziali, tale premio sarebbe dovuto andare
all'autore nel campo della letteratura mondiale che "<i>si sia
maggiormente distinto per le sue opere in una direzione ideale</i>".
Tale direzione ideale può tranquillamente essere quella descritta da
Parks.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Negli
anni non sono mancate, ovviamente, le sorprese e le polemiche. Come
ho avuto modo di scoprire con una semplice ricerca sul web, sorpresa
vi fu già con il primo premiato, il poeta francese Sully Prudhomme
che fu insignito del primo Premio Nobel per la letteratura nel 1901,
mentre erano molto favoriti scrittori come Émile Zola e Lev Tolstoj.
D'altronde, altri celebri scrittori non lo hanno mai vinto. Soltanto
per citarne alcuni: Marcel Proust, James Joyce, Louis-Ferdinand
Céline, Vladimir Nabokov, oltre, ovviamente, a Philip Roth.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Polemiche
vi furono anche per la premiazione di Dario Fo (molti rappresentanti
della cultura italiana da anni patrocinavano la candidatura di Mario
Luzi, mentre il critico letterario Harold Bloom lo definì
semplicemente ridicolo) e di Elfriede Jelinek, scrittrice austriaca
la cui opera, secondo Parks, è da considerarsi feroce e spesso
indigesta.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Parks
conclude parlando di sostanziale futilità del Nobel, che non
andrebbe preso troppo sul serio: “<i>diciotto (o sedici) cittadini
svedesi avranno una certa credibilità quando si tratta di valutare
opere letterarie svedesi […] ma può davvero esistere un gruppo in
grado di comprendere l’infinita varietà di opere appartenenti a
così tante tradizioni diverse?</i>”. Eppure, credo che in questi
due anni l'attesa della premiazione con immancabile pronostico un po'
ci mancherà.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG1q1TruykPlH5hXupI1lJJERWRVN3fsLFfETUaq-DF2y2GPG55zhRAu5-3-TLVDpOIijsbInH_p04s-lpWjGJ4WTSnvllgmgwDinyqauK42oPBtY3WCkfEKCXXitXKZ0CQDaEg48sX4G7/s1600/Svezia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="528" data-original-width="960" height="176" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjG1q1TruykPlH5hXupI1lJJERWRVN3fsLFfETUaq-DF2y2GPG55zhRAu5-3-TLVDpOIijsbInH_p04s-lpWjGJ4WTSnvllgmgwDinyqauK42oPBtY3WCkfEKCXXitXKZ0CQDaEg48sX4G7/s320/Svezia.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-66200692404385815292018-05-20T20:30:00.001+02:002018-05-21T23:41:33.673+02:00Premio Strega 2018 – "Resto qui" di Marco Balzano<div style="text-align: justify;">
In
un precedente <a href="http://unfaronellanebbia.blogspot.it/2018/05/premi-strega-2018-brevi-note-sui-dodici.html">post</a> avevo riportato alcune brevi note sui dodici
candidati al Premio Strega 2018 (cenni biografici, sinossi, giudizio
formulato dall'"Amico della Domenica" che ha segnalato il
romanzo). In questo post e nei prossimi riporterò man mano le
recensioni su alcuni dei libri candidati che ho avuto modo di
leggere.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
***</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
«<i>Fino
a quel momento, specie in queste valli di confine, la vita era
scandita dai ritmi delle stagioni. Sembrava che quassù la storia non
arrivasse. Era un'eco che si perdeva. La lingua era il tedesco, la
religione quella cristiana, il lavoro quello nei campi e nelle
stalle. [...] Mussolini ha fatto ribattezzare strade, ruscelli,
montagne ... sono andati a molestare anche i morti, quegli assassini,
cambiando le scritte sulle lapidi. Hanno italianizzato i nostri nomi,
sostituito le insegne dei negozi. Ci hanno proibito di indossare i
nostri vestiti</i>».</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Nel
romanzo "<i>Resto qui</i>" (Einaudi), candidato al Premio
Strega 2018, Marco Balzano narra una storia vera di violenza e
invasione, uno scontro, avvenuto all'inizio del ventennio fascista,
tra "<i>la prepotenza del potere improvviso e chi rivendica
radici di secoli</i>", nel momento in cui Mussolini iniziò a
occupare il Sudtirolo con un processo di forzata italianizzazione.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Tali
fatti storici, a loro volta, si intrecciano indissolubilmente con le
vicende intime e quotidiane di Curon, un piccolo paese del Trentino,
i cui abitanti, abituati alla tranquilla faticosità del loro lavoro
nei campi, con il bestiame da allevare e la terra da coltivare, si
sono sempre sentiti protetti dalle montagne intorno, in una
condizione di isolamento che li ha posti al riparo persino nel corso
del primo conflitto mondiale, illudendosi che non vi sarebbero più
state altre guerre. Ma con l'invasione fascista gli abitanti non
riescono a reagire ai soprusi di chi vorrebbe privarli della lingua e
del lavoro e pian piano finiscono per perdere la loro identità: «<i>Ci
eravamo abituati a non essere più noi stessi. La nostra rabbia
cresceva, ma i giorni correvano veloci e il bisogno di sopravvivere
la trasformava in qualcosa di debole e sfibrato</i>».</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmA_f3XsWQCJqnCngP84srfJaKldSWmCnrMc-P_GN_XtMolqjCpyizD4BayYRZogLq727y4FlVQ1HTn1qhlMUH3DddM7iFFE1ZoQVbC0B95eF_iHr-3uCCbYKaIS8R7dC93Mk98a3wZm24/s1600/Resto+qui.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1586" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmA_f3XsWQCJqnCngP84srfJaKldSWmCnrMc-P_GN_XtMolqjCpyizD4BayYRZogLq727y4FlVQ1HTn1qhlMUH3DddM7iFFE1ZoQVbC0B95eF_iHr-3uCCbYKaIS8R7dC93Mk98a3wZm24/s320/Resto+qui.jpg" width="201" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La
narrazione avviene in prima persona con una prosa che in alcuni punti
si avvicina al linguaggio parlato, ma che non perde di scorrevolezza
e precisione. La voce narrante è quella della protagonista Trina,
una donna sensibile e appassionata di libri, ma che nutre un profondo
timore per il futuro, al punto che a volte preferirebbe chiudersi
nella propria stanza, fermare il tempo e aspettare.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Trina
studia per diventare insegnante, nonostante l'invasione fascista
abbia riservato agli italiani tutti i posti all'interno delle scuole,
e, pur con il pericolo imminente di essere scoperta e imprigionata,
inizia a insegnare clandestinamente il tedesco ad alcuni bambini. Il
suo sguardo attento, rivolto alla drammatica situazione che si
profila all'orizzonte, restituisce al lettore riflessioni semplici,
ma significative, come quella sulle lingue, divenute '<i>marchi di
razza</i>', trasformate dai dittatori in armi, dichiarazioni di
guerra, muri continuamente innalzati.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Suo
marito Erich è, invece, un uomo schivo e di poche parole, ma nello
stesso tempo deciso e combattivo, che, oltre a cercare di non farsi
sopraffare dalla prepotenza degli invasori, deve contrastare la
pervicace indifferenza dei suoi compaesani, che, chiusi nella loro
quotidianità, non riescono ad avvertire il pericolo imminente: «<i>La
gente con un dito sulle labbra lascia ogni giorno che l'orrore
proceda. [...] L'uomo col cappello scosse le spalle e annuì con
convinzione. La conosceva bene la gente lui che tutta la vita girava
il mondo. Era uguale ovunque, assetata solo di tranquillità.
Contenta di non vedere</i>».</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy4NyqaGz8uhAjv7qG-O7QeWKToT6zwWNSLRbIa8P_8haOz-EY30ZS0sRdQDZsgycPT2rU7tQo8JrWJCA29BESHFX6nUFV32cOzCCeaunelKKtp8GK5K0mk07_iSwPReOBXBH8c78gBUuZ/s1600/Sudtirolo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="570" data-original-width="960" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgy4NyqaGz8uhAjv7qG-O7QeWKToT6zwWNSLRbIa8P_8haOz-EY30ZS0sRdQDZsgycPT2rU7tQo8JrWJCA29BESHFX6nUFV32cOzCCeaunelKKtp8GK5K0mk07_iSwPReOBXBH8c78gBUuZ/s320/Sudtirolo.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Trina
e Erich rimangono uniti nel combattere contro coloro che vorrebbero
staccarli dalle proprie radici, cercando di difendere la terra in cui
sono nati e insieme affrontano ogni decisione o avversità, dal
rifiuto della proposta tedesca di trasferirsi nel Reich alla fuga
sulle montagne durante il conflitto, fino al progetto della
Montecatini di realizzare una diga per poter sfruttare la corrente
del fiume e produrre energia, un progetto che, tuttavia, comporta il
rischio che i paesi di Resia e Curon vengano sommersi dall'acqua.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Nel
corso di tali vicissitudini emerge un dolore, dapprima acuto e
lancinante poi sempre più sottile, che arriva da un distacco
improvviso e della cui presenza ci accorgiamo fin dalle prime righe.
Una figlia cui Trina si rivolge continuamente in seconda persona e
che all'improvviso scompare. Un tormento che viene descritto in tutte
le sue sfumature e i suoi contrasti, dalla speranza che diviene
sempre più labile alla rabbia di una madre convinta che ogni
sventura sia causata da quel distacco fino al desiderio di bruciare
tutti i pensieri e gli incubi che la perseguitano assieme a quel
quaderno dove per anni ha continuato a scrivere alla sua bambina. Un
dolore che si accompagna ossessivamente a tutte le vicende del
romanzo, divendendone quasi il nucleo essenziale.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"<i>Resto
qui</i>" è, dunque, un romanzo intenso e sincero, forte di una
scrittura limpida ed essenziale, che diventa sempre più solida con
lo scorrere delle pagine, efficace nel sottolineare la tensione
emotiva dei protagonisti, il dolore che li accompagna continuamente,
i timori e le angosce spazzati via dal coraggioso desiderio di andare
avanti. Un romanzo che affronta numerose e delicate tematiche,
partendo da un approfondimento storico serio e rigoroso, e da cui
emerge una ferma condanna verso coloro che, inseguendo esclusivamente
logiche di ricchezza e potere, hanno cercato di sovvertire l'identità
linguistica e culturale di una popolazione e, per i propri interessi
economici, hanno con violenza sradicato intere famiglie dai propri
territori.</div>
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhokTfnxMWPZayiyXsgVmifk0lpugg5zVC6f3hmbzkjTv9KtHwIPmgt2txvtFW__ekt_8KPxtjCyAxOXWx4JUepn7QJleCNO6XwzrRmKqgHoMEGX7hnvo-ip0Z5CENtfiVde2bkCJZwx1Ex/s1600/Marco+Balzano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="800" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhokTfnxMWPZayiyXsgVmifk0lpugg5zVC6f3hmbzkjTv9KtHwIPmgt2txvtFW__ekt_8KPxtjCyAxOXWx4JUepn7QJleCNO6XwzrRmKqgHoMEGX7hnvo-ip0Z5CENtfiVde2bkCJZwx1Ex/s320/Marco+Balzano.jpg" width="320" /></a></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-81757787314435017732018-05-13T22:39:00.001+02:002018-05-13T22:39:42.568+02:00Amori giovanili in Grecia tra crisi e ribellione<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">«<i>Mi
dico che forse siamo davvero dei pericoli pubblici in questa città
bigotta. Ma non per quei pochi grammi di marijuana che Kostas aveva
nel portafogli, no, lo siamo perché vogliamo decidere noi chi amare.
E questo a volte non piace</i>».</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">La
libertà di amare senza il timore di sentirsi giudicati, senza quella
paura che blocca ogni azione e spinge a guardarsi intorno per
assicurarsi che non ci sia nessuno prima di poter dare un bacio o
semplicemente stringere una mano. È questo il tema principale
intorno a cui si snodano le vicende dei protagonisti di "<i>Greco
moderno</i>"
(Edizioni Syncro), un romanzo di Nikos Petrou, scrittore nato a
Salonicco nel 1985 e attualmente residente a Bruxelles. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">È
un romanzo assai godibile che ho scoperto per caso un giorno in
libreria e, sebbene non abbia particolari velleità letterarie o
peculiarità stilistiche, risulta comunque ben scritto e permeato di
ironia e leggerezza. Parla di sentimenti e attrazione fisica, di
ragazzi alle prese con l'accettazione della propria omosessualità e
delle difficoltà derivanti dalle prime relazioni, il tutto senza
scadere in stereotipi, banali luoghi comuni o facili sentimentalismi.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg_D6A_tM6v1L2AjIABGj1fO2Utpp8PI6NE6MGDlrpWMJkq7kAeNf_DyXmPp5UZyCjW38auNlWI39Y6uJc4Imc7vC6vYsnRJYRygHSK-W2BixrhQyQvKTYsCivzni3nIUO1ishSKNEmOV1/s1600/Greco+Moderno.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="450" data-original-width="336" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg_D6A_tM6v1L2AjIABGj1fO2Utpp8PI6NE6MGDlrpWMJkq7kAeNf_DyXmPp5UZyCjW38auNlWI39Y6uJc4Imc7vC6vYsnRJYRygHSK-W2BixrhQyQvKTYsCivzni3nIUO1ishSKNEmOV1/s320/Greco+Moderno.jpg" width="238" /></a></div>
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">La
narrazione avviene in prima persona, con la voce del protagonista
principale, Vasilis, ventunenne studente di Ingegneria Navale
all'Università di Salonicco, che si descrive come un ragazzo nervoso
e impaziente, assillato dalla fretta e dalla paura, ma che con la sua
spiccata ironia riesce a descrivere efficacemente il mondo chiuso e
bigotto della sua città.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Ha
una relazione, che procede da circa un anno, con Dimitris, studente
di filosofia ventitreenne, originario di Katerini, il cui carattere è
esattamente l'opposto di quello di Vasilis: sempre calmo, rilassato,
metodico, nella sua mente sembra esserci un posto preciso per ogni
cosa. Non ha mai nascosto a Vasilis la sua bisessualità e il fatto
di avere una relazione '<i>ufficiale</i>'
con una ragazza, per cui il suo rapporto con il ventunenne si limita
a sporadici incontri clandestini. Salvo poi un giorno cambiare
completamente atteggiamento, tentando di diventare più affettuoso e
presente.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Vasilis
cerca di gestire le continue oscillazioni della sua complicata
relazione con Dimitris senza avere mai il desiderio o la forza di
troncare, fino a quando sulla sua strada non incrocia Kostas, il bel
compagno di scuola di suo cugino Nikos.
</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Si
delinea, così, un intreccio di sentimenti, con Vasilis che prova
un'attrazione sempre più forte nei confronti di Kostas, definito "<i>un
lupo dagli occhi verdi</i>",
e quest'ultimo che non esita a travolgerlo con le sue doti da leader.
Il tutto tra la gelosia di Dimitris e i tormenti del cugino Nikos,
che mostra di non essere più disposto a incarnare quel modello di
insopportabile perfezione che tutti sembrano </span><span style="font-family: inherit;">avergli cucito addosso,
aspirando a una maggior libertà.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGxMM0Aqh1VYy0Uc5WHyYJtIgKcFRGjfkejITInmiyczr7dFNPTfstKGwl9vptbYd6bk85mPkas_Z8dMEtpQoLFATWG_-mkgtiwCRnRc4ZBOXD7JBQL1zR4By4euajbONehCYuCd2ydZAo/s1600/Grecia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="639" data-original-width="960" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjGxMM0Aqh1VYy0Uc5WHyYJtIgKcFRGjfkejITInmiyczr7dFNPTfstKGwl9vptbYd6bk85mPkas_Z8dMEtpQoLFATWG_-mkgtiwCRnRc4ZBOXD7JBQL1zR4By4euajbONehCYuCd2ydZAo/s320/Grecia.jpg" width="320" /></a></div>
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">La
libertà è un argomento che ritorna spesso nel romanzo, un obiettivo
cui i protagonisti aspirano, nel tentativo di realizzare i propri
desideri e di spogliarsi di incertezze e timori, dovendo, tuttavia,
fare i conti, oltre che con l'atteggiamento chiuso e bigotto della
città in cui abitano, anche con la profonda crisi economica che
assilla la Grecia: «<i>Sono
ormai due anni che Yannis non ingrana più con il lavoro. Potrebbe
essere il più bravo agente immobiliare del mondo, ma a Salonicco
farebbe comunque la fame. Non c'è denaro e scarseggia anche la
speranza. Troppo poca, comunque, per entrare in una banca, bussare
alla porta del direttore e firmare le carte necessarie per chiedere
un mutuo</i>». </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">Le
condizioni di precarietà del suo Paese spingono Kostas a organizzare
un'occupazione nel proprio liceo per protestare contro l'arrivo della
Troika previsto in quei giorni. Il diciottenne, con il suo carattere
forte e la sua capacità di persuasione, non esita a coinvolgere
Nikos e gli altri compagni, chiedendo anche il sostegno di Vasilis,
che, tuttavia, si mostra riluttante, convinto che quei liceali stiano
andando incontro a guai seri con tale follia. Ma l'occupazione sarà
l'occasione per far avvicinare ulteriormente i due ragazzi.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;">"<i>Greco
moderno</i>" è,
dunque, un romanzo scorrevole e intrigante, che, seppure animato da
un intento di denuncia sociale, rimane comunque concentrato sul tema
essenziale, quella libertà di amare di cui parlavo sopra, quella
voglia di dare sostanza ai propri sogni e di uscire finalmente allo
scoperto con un bacio in mezzo alla folla festante.</span><br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI-Cla3OZ-WScaWd5-95AaCQd5rpKrjGoANJnCJdxEgFtA-wC1aBcw38YFkIFH65kJSL_veJraO0spwPhszSOQZZYDuLrdi3Jszg2cNTfh5oml0rX3GREWXw-y2KRjUH8rHjyTidWdybfl/s1600/Salonicco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgI-Cla3OZ-WScaWd5-95AaCQd5rpKrjGoANJnCJdxEgFtA-wC1aBcw38YFkIFH65kJSL_veJraO0spwPhszSOQZZYDuLrdi3Jszg2cNTfh5oml0rX3GREWXw-y2KRjUH8rHjyTidWdybfl/s320/Salonicco.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<br /></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><span style="font-family: inherit;"></span>Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-61982843582835608562018-05-11T08:39:00.001+02:002018-05-12T20:55:10.529+02:00Premio Strega 2018 – Brevi note sui dodici libri candidati<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Ogni anno di questi tempi ci si ritrova a discutere del Premio Strega
con le sue regole e i suoi riti; un Premio che, pur con tutte le
polemiche che inevitabilmente nascono intorno ai libri trionfatori,
mantiene intatto da decenni il suo fascino e ha contribuito a portare
alla luce opere significative.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Quest'anno il regolamento ha subito alcune modifiche rispetto alle
precedenti edizioni, in modo da consentire a ciascuno degli "Amici
della Domenica" di segnalare, singolarmente e senza più la
necessità di abbinarsi a un altro "amico", un'opera
ritenuta meritevole tra quelle pubblicate tra il 1° aprile dell’anno
precedente e il 31 marzo dell’anno in corso.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK8V9-G0oSKVDSCpmB2oHDCSuc46-nQxruWwYkZ3MdTe1HlReKtyHgMFJ-nw1IqFjAy1P_cdvq0HctKgsNGI-5y7Ss7rlgUuLfDcpYx9ZFK2J7cGEnN4bZrf4Tal6fs5Njmaupi7KeqsnM/s1600/candidati-premio-strega.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="800" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK8V9-G0oSKVDSCpmB2oHDCSuc46-nQxruWwYkZ3MdTe1HlReKtyHgMFJ-nw1IqFjAy1P_cdvq0HctKgsNGI-5y7Ss7rlgUuLfDcpYx9ZFK2J7cGEnN4bZrf4Tal6fs5Njmaupi7KeqsnM/s320/candidati-premio-strega.png" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Sono 41 le opere complessivamente segnalate dagli "Amici della
Domenica", tra cui il Comitato direttivo ha selezionato il 19
aprile scorso i dodici libri che concorreranno al Premio Strega per
il 2018:</div>
<ul>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Marco Balzano, Resto qui (Einaudi);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Carlo Carabba, Come un giovane uomo (Marsilio);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Carlo D'Amicis, Il gioco (Mondadori);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Silvia Ferreri, La madre di Eva (NEO Edizioni);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Helena Janeczek, La ragazza con la Leica (Guanda);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Lia Levi, Questa sera è già domani (Edizioni E/O);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Elvis Malaj, Dal tuo terrazzo si vede casa mia (Racconti Edizioni);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Francesca Melandri, Sangue giusto (Rizzoli);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Angela Nanetti, Il figlio prediletto (Neri Pozza);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Sandra Petrignani, La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg (Neri
Pozza);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Andrea Pomella, Anni luce (ADD Editore);
</div>
</li>
<li><div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Yari Selvetella, Le stanze dell'addio (Bompiani).</div>
</li>
</ul>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La votazione della cinquina avrà luogo il 13 giugno, mentre la
proclamazione del vincitore si terrà il 5 luglio al Ninfeo di Villa
Giulia, a Roma.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il nuovo regolamento si è rivelato comunque molto interessante: a
parte i dodici candidati, tra le opere segnalate sono emersi diversi
romanzi appartenenti a vari generi e decisamente degni di nota:
l'amore nelle sue diverse sfaccettature con "<i>L’amore a
vent’anni</i>" di Giorgio Biferali e "<i>Gli autunnali</i>"
di Luca Ricci; la poeticità di "<i>Quando sarai nel vento</i>"
di Gianfranco Di Fiore; i misteri da svelare di "<i>A chi
appartiene la notte</i>" di Patrick Fogli; i due romanzi
intrecciati di Loredana Lipperini con "<i>L’arrivo di
Saturno</i>"; Letizia Pezzali e la "<i>Lealtà" </i>nel
mondo finanziario. Ovvero le mie prossime letture.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
***</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Di
seguito</span></span> riporto alcune brevi note sui dodici candidati
al Premio Strega 2018 (cenni biografici, sinossi, giudizio formulato
dall'"Amico della Domenica" che ha segnalato il romanzo).
Seguiranno nel blog schede di approfondimento per i romanzi che avrò
modo di leggere.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>1) Marco Balzano</b>, nato nel 1978 a Milano dove tuttora vive e
insegna, con il suo terzo romanzo, "<i>L'ultimo arrivato",
</i>si è aggiudicato nel 2015 il Premio Campiello, il Premio
Volponi, il Premio Biblioteche di Roma e il Premio Fenice-Europa.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>"</b><i><b>Resto qui</b></i><b>"</b> è una storia
ambientata in epoca fascista in un paese del Trentino Alto Adige,
Curon che venne evacuato e poi sommerso dall'acqua a causa della
costruzione di una diga. Ma è soprattutto la storia di Trina, del
suo dolore per la scomparsa della figlia e della sua caparbietà nel
rimanere accanto al marito a difendere la sua terra.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il romanzo è stato proposto da Pierluigi Battista che afferma: “<i>Nel
libro di Balzano la storia raccontata da una voce narrante femminile
descrive un fatto vero ma dimenticato, una gigantesca catastrofe che
è stata l’atto finale di una persecuzione linguistica, etnica,
culturale, morale avviata con l’italianizzazione forzata di una
valle che da secoli si esprime in lingua tedesca. Ma la scrittura di
Balzano permette di ricostruire sentimenti, passioni, disperazioni e
fughe rocambolesche di un microcosmo vitale eppure condannato
attraverso una forza narrativa che inserisce le vicende private nella
tragedia della grande storia</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1qoR5ILOak50WUTRXv7IxwXsySaSgS4ujPfAS8ne8nDLYRWWhmR97j2GZnNEE_BHJBY3P3c5el0yoeBFiAzyTgfwmDFpOohRDz14yNQPBNmbrDiqULcJbw8CskLX8LBdcfimQ9Eb2gRLC/s1600/Resto+qui.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1586" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1qoR5ILOak50WUTRXv7IxwXsySaSgS4ujPfAS8ne8nDLYRWWhmR97j2GZnNEE_BHJBY3P3c5el0yoeBFiAzyTgfwmDFpOohRDz14yNQPBNmbrDiqULcJbw8CskLX8LBdcfimQ9Eb2gRLC/s320/Resto+qui.jpg" width="201" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>2) Carlo Carabba</b>, poeta e scrittore nato a Roma nel 1980, è
attualmente responsabile editoriale della narrativa italiana
Mondadori. Ha esordito nel 2008 con la raccolta poetica “<i>Gli
anni della pioggia</i>”, cui ha fatto seguito “<i>Canti
dell'abbandono</i>”, vincitore del Premio Giosuè Carducci e del
Premio Palmi 2011.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
“<i><b>Come un giovane uomo</b></i><b>” </b>è il suo romanzo di
esordio. Definito come un “<i>memoir al limite dell'autofiction"</i>,
racconta il delicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il romanzo è stato proposto da Edoardo Nesi che così si è
espresso: “<i>Mi è parsa un’opera notevole, poiché con
tenerezza e stupore Carabba riesce a raccontare compiutamente e
lucidamente del suo personaggio, che soffre sia della nostalgia
lancinante della giovinezza, sia dello sconcerto del dover e poter
restare in vita nonostante la morte di chi più gli era vicino.
Confido che questo romanzo d’esordio possa suscitare lo stesso
interesse che ha suscitato in me</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH5qyCb5tY9AV0K1wd3ARkBUlQn0HSXnY3tgN3YnsGWT-NF5YDVvyKocWtmZyQSwZdSvda9_kiEJO7L9mGGko5doymAl178pP0PlTQSb6DN3HzirWM8AJR8HvcJ6uHJLLQM_JmDjmy3JUE/s1600/Come+un+giovane+uomo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="609" data-original-width="397" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH5qyCb5tY9AV0K1wd3ARkBUlQn0HSXnY3tgN3YnsGWT-NF5YDVvyKocWtmZyQSwZdSvda9_kiEJO7L9mGGko5doymAl178pP0PlTQSb6DN3HzirWM8AJR8HvcJ6uHJLLQM_JmDjmy3JUE/s320/Come+un+giovane+uomo.jpg" width="208" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>3) Carlo D'Amicis,</b> nato a Taranto nel 1964, vive e lavora a
Roma. È redattore e conduttore del programma radiofonico di Radio 3
Fahrenheit, nonché autore del programma di Rai 3 "<i>Pane
Quotidiano</i>". Ha scritto numerose opere, tra cui “<i>La
guerra dei cafoni</i>” (2008, selezione Premio Strega) da cui è
stato tratto un film diretto da Lorenzo Conte e Davide Barletti.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
“<i><b>Il gioco</b></i><b>”</b> ruota attorno alle figure di
Leonardo, Eva e Giorgio, che, dovendo parlare di sesso, raccontano le
rispettive esistenze a un intervistatore che vorrebbe scrivere un
libro sul piacere, e che invece si ritrova ad affrontare il loro
dolore.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il romanzo è stato proposto da Nicola Lagioia con questo giudizio:
“<i>Seguo e inseguo Carlo dai suoi primi libri, e in questo ci ho
trovato tutte le qualità che me lo fanno amare come autore.
Innanzitutto l’attenzione alla scrittura, la cura della lingua che
hanno reso D’Amicis, libro dopo libro, in modo davvero ammirevole,
uno degli scrittori più interessanti degli ultimi anni, lingua che
qui mi pare trovi un raro punto d’equilibrio tra forza espressiva e
sostegno alla storia raccontata. E poi l’audacia di ciò che
racconta. In un periodo in cui il sesso sembra legato a tutto
(legittime battaglie politiche, rivendicazioni, rivincite sociali)
tranne che al desiderio, D’Amicis si inoltra proprio per quella,
che è la strada più accidentata, pericolosa, affascinante. La
prescrizione fa quello che deve. Il desiderio fa quello che può.
Nessuno può permettersi di raccontare ciò che desideriamo
veramente, tranne la letteratura</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitDc_rscYX19ag8RA_av_nN2_X9Ze2ImV1ZGv5AQ8Gd-Habjs7l2OFO9V6IOG0ANZAOCP0NPcr2VpWQK1mzetSLsQ3cpPbs1_N6sxZBgeqSiU9XonQH-GxDdJVuZckWUeHBB98yORN16nl/s1600/Il+gioco.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1537" data-original-width="1000" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitDc_rscYX19ag8RA_av_nN2_X9Ze2ImV1ZGv5AQ8Gd-Habjs7l2OFO9V6IOG0ANZAOCP0NPcr2VpWQK1mzetSLsQ3cpPbs1_N6sxZBgeqSiU9XonQH-GxDdJVuZckWUeHBB98yORN16nl/s320/Il+gioco.jpg" width="208" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>4) Silvia Ferreri</b> è una giornalista e scrittrice. È nata a
Milano, ma vive a Roma con il marito e i figli. È stata autrice per
Rai Tre e Tv2000, ha collaborato con "Io donna” e attualmente
lavora per Rai News 24. Nel 2006 esce “<i>Uno virgola due</i>”,
film documentario di cui è autrice e regista.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
“<i><b>La madre di Eva</b></i><b>”</b> è il suo romanzo
d’esordio, la storia di una madre che ha accompagnato la figlia
diciottenne Eva in una clinica serba per l’operazione di cambio di
sesso e, al di là di una porta dove gli infermieri stanno preparando
la sala operatoria, le parla in un dialogo senza risposte, in cui la
madre racconta la loro vita fino a quel momento, ripercorrendone i
sentieri.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il romanzo è stato proposto da Ottavia Piccolo che così si è
espressa: “<i>È una storia di tormento e dolore, di rabbia e di
fatica, ma soprattutto di straordinario amore. Silvia Ferreri,
giornalista, non nuova alla scrittura, è qui alla sua opera prima
nel romanzo, ed è capace di trascinare il lettore davvero in
profondità. Lo fa con una scrittura lucidissima e affilata per
regalarci un romanzo struggente e potente. Come l’amore che
rappresenta. Sono certa che la sua lettura non vi lascerà
indifferenti</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhJ2Ob6VUsf0BdOcDYGjc-8o61L58wplTGFyShNXHXUquP-quYKV0jQtyzkYbdUgAfLNUWJTpZfvjzmZc09tCAoTaBX3F9L9FaQh67ubniPewhMO8vcRrH8qDAEJWYiwQ64STMHgb7kASx/s1600/La+madre+di+Eva.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="269" data-original-width="187" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhJ2Ob6VUsf0BdOcDYGjc-8o61L58wplTGFyShNXHXUquP-quYKV0jQtyzkYbdUgAfLNUWJTpZfvjzmZc09tCAoTaBX3F9L9FaQh67ubniPewhMO8vcRrH8qDAEJWYiwQ64STMHgb7kASx/s1600/La+madre+di+Eva.png" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>5) Helena Janeczek</b>, nata a Monaco nel 1964 da una famiglia di
ebrei originari della Polonia e naturalizzati tedeschi, vive in
Italia dal 1983, dove ha pubblicato una raccolta di poesie in tedesco
ed è lettrice per Mondadori della sezione Letteratura straniera. Tra
le sue opere, “<i>Le rondini di Montecassino</i>”, il racconto
della presenza di polacchi, pachistani (e altre nazionalità
dimenticate) in una delle battaglie più cruente della seconda
guerra mondiale.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
“<i><b>La ragazza con la Leica</b></i><b>”</b>, già vincitore
del Premio Bagutta 2018, è la biografia della prima fotoreporter
caduta in guerra, Gerda Taro.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La proposta arriva da Benedetta Tobagi che afferma: “<i>Il romanzo
dal vero (non fiction novel) si è imposto da anni nel panorama
internazionale come uno dei più interessanti vivai creativi. Con
quest’opera Janeczek, si conferma una delle voci più originali del
genere, in ambito italiano. La costruzione narrativa è magistrale.
La figura della protagonista Gerda Taro, militante antifascista e
fotografa di guerra (la cui fama è stata oscurata da quella del
celeberrimo compagno di vita e di lavoro Robert Capa) è costruita
giocando con prospettive eccentriche, attraverso la voce (sempre
credibile) di tre personaggi che hanno variamente sfiorato, amato,
ammirato questa giovane donna affascinante, contraddittoria, talvolta
insopportabile, «spensierata per natura, speranzosa per principio»,
che ritorna a loro come un rimpianto e un pungolo. E lo stesso
diventa per noi lettori di oggi. Avvincente, tenero, dissacrante, La
ragazza con la Leica è anche una riflessione antiretorica, oggi
quanto mai attuale e necessaria, sull’antifascismo e sulle scelte
di militanza di una generazione di ragazzi pieni di talento e
affamati di vita. Attraverso Gerda, i suoi amici, Janeczek fa molto
riflettere sul deserto presente</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieM1DOGet8cX-nLMH0Fsk55fWU9lK2ZJaIR26nvRtvu2nh0x0iM1FUhyphenhyphenjTbs-YtWqxkBRtONFkb_u4TrVf4UDbgJL4pB4hvQwPy4TBUm8-lKTHy4mxgxih2HdUM3HeTIQqdDC-RXAeuvbR/s1600/La+ragazza+con+la+Leica.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="465" data-original-width="300" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEieM1DOGet8cX-nLMH0Fsk55fWU9lK2ZJaIR26nvRtvu2nh0x0iM1FUhyphenhyphenjTbs-YtWqxkBRtONFkb_u4TrVf4UDbgJL4pB4hvQwPy4TBUm8-lKTHy4mxgxih2HdUM3HeTIQqdDC-RXAeuvbR/s320/La+ragazza+con+la+Leica.jpg" width="206" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>6) Lia Levi</b> è nata a Pisa nel 1931 da una famiglia piemontese
di origine ebraica. Al principio degli anni Quaranta la famiglia si è
trasferita a Roma, dove la scrittrice vive tuttora. Da bambina ha
dovuto affrontare i problemi della guerra e della persecuzione
razziale, riuscendo a salvarsi dalle deportazioni nascondendosi con
le sue sorelle nel collegio romano delle Suore di San Giuseppe di
Chambéry. Sceneggiatrice e giornalista, è autrice sia di romanzi
per adulti che per ragazzi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
“<i><b>Questa sera è già domani</b></i><b>”</b> è la storia di
una famiglia ebrea negli anni delle leggi razziali, che deve decidere
se cercare di restare comunque nella terra dove è in atto la
persecuzione o se sia meglio fuggire, sempre che vi sia un paese
realmente disposto a dare accoglienza. Un intreccio di destini, una
vicenda di disperazione e coraggio realmente accaduta, ma
completamente reinventata.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
È Dacia Maraini a segnalare tale romanzo, con questo giudizio: “<i>Ho
letto Questa sera è già domani di Lia Levi (Edizioni E/O), un
romanzo che definirei intenso e cristallino. Intensa è l’epopea
delle vicende della famiglia Rimon sotto l’ombra delle Leggi
razziali del ’38 (le stiamo ora ricordando a ottant’anni di
distanza), sempre più incombenti sui cittadini ebrei del nostro
paese. Cristallina e acuminata è la luce che si ferma su emozioni,
sentimenti contraddittori, meschinità e slanci dei singoli
personaggi che, come avviene nella migliore letteratura, ci
sospingono a riflettere sulle mille sfaccettature dell’animo umano.
Questa sera è già domani è un libro che tocca molte corde della
nostra esistenza, con risonanze importanti rispetto a quanto sta
succedendo ai nostri giorni</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqfWy7y4cOTKqkGAUcKicey8NA1yd3opDDm7p6zUx8QgJFXdXFbC_a6prCrsBP2WJRKDWbMTdZIg3v8MJ_7ptkTWBBzaq5oFasqu4SAtbAs_P8Lsdc2BIIsUtXFFE8D-ou4hltY295_fr_/s1600/Questa+sera+%25C3%25A8+gi%25C3%25A0+domani.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="280" data-original-width="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqfWy7y4cOTKqkGAUcKicey8NA1yd3opDDm7p6zUx8QgJFXdXFbC_a6prCrsBP2WJRKDWbMTdZIg3v8MJ_7ptkTWBBzaq5oFasqu4SAtbAs_P8Lsdc2BIIsUtXFFE8D-ou4hltY295_fr_/s1600/Questa+sera+%25C3%25A8+gi%25C3%25A0+domani.png" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>7) Elvis Malaj </b>è nato nel 1990 nel distretto di Malësi e
Madhe, in Albania, e si è trasferito In Italia all'età di quindici
anni, prima ad Alessandria, e oggi a Padova, dove vive e lavora.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>"<i>Dal
tuo terrazzo si vede casa mia</i>" </b><span style="font-weight: normal;">è
una raccolta di racconti sullo smarrimento e l'inadeguatezza, un
invito a superare le distanze, soprattutto tra sogno e realtà. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-weight: normal;">La
proposta arriva da Luca Formenton: “</span><i><span style="font-weight: normal;">Quella
di Elvis Malaj è una voce narrativa autenticamente nuova in epoca di
autonarrazioni compiaciute e lingue esibizioniste, e proprio nel
riaffermare la centralità delle storie la sua prosa mette in scena
una letteratura di guado, un invito ad affacciarsi dal terrazzo e a
guardare i nostri dirimpettai, come facevano gli albanesi dal tubo
catodico sognando un Occidente sgargiante che nei fatti non si è
rivelato tale. Nei racconti di Malaj – perché di racconti si
tratta e questo mi pare un altro motivo di interesse – si misura
tutta la distanza tra il sogno e la realtà, e si mostra cosa voglia
dire essere outsider, in Italia come in Albania</span></i><span style="font-weight: normal;">”.</span><span style="font-weight: normal;"></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRwdVyJ0s5w6tKsBLqs5BJNJjWcIBgUcz3xBqHQtIAwhmT47q0hGMSW-JnFMoNWbewgPlPmEm3YRmEMhuKaV3yvhBBvM92XA467PQazD9FSfiAhtmgdzRJKPPtz5N69g4fuK9hzeapm4iW/s1600/Dal+tuo+terrazzo+si+vede+casa+mia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1073" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRwdVyJ0s5w6tKsBLqs5BJNJjWcIBgUcz3xBqHQtIAwhmT47q0hGMSW-JnFMoNWbewgPlPmEm3YRmEMhuKaV3yvhBBvM92XA467PQazD9FSfiAhtmgdzRJKPPtz5N69g4fuK9hzeapm4iW/s320/Dal+tuo+terrazzo+si+vede+casa+mia.jpg" width="214" /></a><span style="font-weight: normal;"></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b><br /></b></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>8)Francesca Melandri</b>,<b> </b>nata a Roma nel 1964, è
sceneggiatrice, scrittrice e documentarista. Ha iniziato giovanissima
una lunga carriera di sceneggiatrice, firmando le sceneggiature, tra
l'altro, di "<i>Zoo"</i> di Cristina Comencini (1988),
"<i>Chiara e gli altri</i>" (1989/90), "<i>Fantaghirò</i>"
di Lamberto Bava (1991), "<i>Cristallo di Rocca</i>" di
Maurizio Zaccaro (1998), "<i>Nati ieri</i>" di Genovese e
Miniero (2006), molti episodi della serie Don Matteo (2001/2009). Ha
esordito nella narrativa nel 2010 con "<i>Eva dorme</i>",
un romanzo che ripercorre gli anni del terrorismo sudtirolese.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>"</b><i><b>Sangue giusto"</b></i> è un romanzo che
ruota intorno alla vita di Ilaria che si regge su un equilibrio
incerto, dal lavoro d'insegnante alla vita sentimentale, fino al
rapporto con suo padre Attilio, detto "Attila", che le ha
sempre nascosto interi pezzi di storia familiare. Fino a quando una
mattina, davanti alla sua porta di casa, compare un ragazzo di colore
dall'aria smarrita, che dice di essere il nipote di Attilio e della
donna con cui è stato durante l'occupazione fascista in Etiopia.
Ilaria decide, quindi, di indagare nel passato del padre.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il romanzo è stato proposto da Gianpiero Gamaleri che afferma: “<i>Una
trama avvincente capace di catturare e mantenere l’attenzione del
lettore dalla prima all’ultima pagina, una scrittura con un ritmo
che si avvale della sua collaudata esperienza di sceneggiatrice per
legare tra loro quadri lontani nello spazio e nel tempo in una
narrazione coerente, la riscoperta di elementi urbani condannati
all’insignificanza dalla nostra colpevole distrazione, una
documentazione di eccezionale estensione e profondità che le
permette di creare una sapiente fusione tra episodi storici ed
immaginazione, una capacità di narrare con pari intensità scene di
rara crudezza e rapporti personali di profonda tenerezza, tecniche di
suspense non fini a se stesse, ma calate in un racconto tanto
verosimile da renderle indistinguibili rispetto allo scorrere della
vita quotidiana, ma soprattutto una grande sensibilità verso
problemi del nostro tempo che non indulge in tediose analisi
sociopolitiche ma che fa corpo con l’esperienza dei personaggi, che
diventano compagni di viaggio del lettore facendogli vedere le cose
dal di dentro. In questo libro espressioni che ascoltiamo e usiamo
tutti i giorni, come “flussi migratori” si concretizzano in
esperienze profonde, facendoci passare dagli stereotipi a conoscenze,
sentimenti ed emozioni reali</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIURFLdVmwiCcx-07PRqirwThKrMlR77i31e8cxXp0UaOITcO-Wkd-0CQlt0lPhBkumxtLqFka7vAgqHbMV0AWobybSwL46EQH_RjgyZP8oRQtaMo2FQ6GMaNcSYof_D4xtaIHnfP-786T/s1600/Sangue+giusto.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="276" data-original-width="183" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIURFLdVmwiCcx-07PRqirwThKrMlR77i31e8cxXp0UaOITcO-Wkd-0CQlt0lPhBkumxtLqFka7vAgqHbMV0AWobybSwL46EQH_RjgyZP8oRQtaMo2FQ6GMaNcSYof_D4xtaIHnfP-786T/s1600/Sangue+giusto.png" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>9) Angela Nanetti</b> è nata a Budrio (Bologna). Laureata in
storia medioevale, dal 1984 a oggi ha pubblicato più di venti
romanzi per ragazzi, molti dei quali premiati in Italia e all'estero.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>"</b><i><b>Il figlio prediletto</b></i><b>"</b> è un
romanzo che racconta due storie, quella di Nunzio e quella di sua
nipote Annina, che si intersecano nella narrazione e nella ribellione
contro i pregiudizi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
É stato proposto da Carla Ida Salviati con queste parole: “<i>La
vicenda narrata si dipana nell’arco di circa un ventennio a
principiare dal 1970 e ha come poli geografici la Calabria e Londra
nei turbolenti anni dei governi Callaghan e Thatcher. […]La
struttura del racconto, parte in terza persona e parte in soggettiva,
consente di attivare sguardi diversi sulla vicenda, che è densa di
drammaticità, a volte persino cupa, attraversata da un dolore
palpabile che l’autrice preferisce non mitigare</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXh8VyuJphbBgvrg5s52cAUy9AZlOXi-FKIhD7tZrTde4XeU3sJyDLpu4Q2tzETgIHivFX5pVf5encp1B3jNaASuAqxaI35agzyJz7hdn3xNU3E-Bmc-c2NpPg3UxgVzR7Qk1krKFjltBg/s1600/Il+figlio+prediletto.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="247" data-original-width="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXh8VyuJphbBgvrg5s52cAUy9AZlOXi-FKIhD7tZrTde4XeU3sJyDLpu4Q2tzETgIHivFX5pVf5encp1B3jNaASuAqxaI35agzyJz7hdn3xNU3E-Bmc-c2NpPg3UxgVzR7Qk1krKFjltBg/s1600/Il+figlio+prediletto.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>10) Sandra Petrignani</b>, nata a Piacenza nel 1952, è
scrittrice, giornalista e blogger. Dopo un esordio poetico e la
scrittura di una commedia, "<i>Psiche e i fiori di Ofelia</i>",
ha collaborato per dieci anni a Il Messaggero, dove è stata assunta
nel 1987. Nel 1989 è passata a Panorama e ha poi collaborato alle
pagine culturali de L'Unità e Il Foglio. Nel 2014 ha pubblicato una
biografia su Marguerite Duras.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>"<i>La
corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg</i>"</b><span style="font-weight: normal;">:
in questo libro Sandra Petrignani ripercorre la vita di una delle più
importanti protagoniste del panorama culturale italiano, Natalia
Ginzburg, dalla nascita palermitana alla formazione torinese, fino al
definitivo trasferimento a Roma. Ne segue le tracce visitando le case
in cui ha vissuto e parlando con moltissimi testimoni.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La segnalazione è di Biancamaria Frabotta: “<i>Sandra Petrignani
dedica a Natalia Ginzburg un ritratto a più livelli. Evitando i
rischi dell’immedesimazione e la tentazione di specchiarvisi
dentro, in primo luogo l’autrice punta alla rivalutazione della
scrittrice, originalissima e libera nelle sue scelte, e alla sua
centralità, per così dire, “laterale”, nel panorama del romanzo
italiano del secondo Novecento. Trattandola alla pari dei grandi
testimoni del suo tempo, ne esalta il ruolo dell’intellettuale
“corsara” che, senza clamori e al di fuori di ogni narcisistica
esibizione, spaziò dall’attività editoriale nella casa editrice
Einaudi, al giornalismo, sorprendentemente anticonformista, fino
all’impegno civile che svolse in Parlamento nell’ultima parte
della sua vita. La sua vita fu parte integrante della storia
italiana, dall’antifascismo esistenziale della sua giovinezza
torinese fino alla partecipazione all’epopea einaudiana che
Petrignani restituisce nelle sue luci e nelle sue ombre, senza
retorica celebrativa, fedele alla massima di Cesare Garboli, citato
in exergo all’inizio del libro: «Dove va a finire, nei libri che
leggiamo, la persona fisica che li ha scritti?» La Corsara è
un’opera che cerca una risposta a questa domanda, con l’aiuto di
un’intuizione femminile non negata, la forza di una scrittura
limpida e talvolta bruscamente poetica fondata su una irreprensibile
documentazione storica</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVJEsrabEs68mGTwSs-N0pURD1_ToUo_GBVZBw_AXc9Ki9u4K_y5FwLdEiD72C-81Kk08gehT6PWoip22UMSG2WUn8q8MRscfjLlmCua8i8FFr4t6UdCkVC-jZm3N2FLfD4BHD_nQYnAZ4/s1600/La+corsara.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="247" data-original-width="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVJEsrabEs68mGTwSs-N0pURD1_ToUo_GBVZBw_AXc9Ki9u4K_y5FwLdEiD72C-81Kk08gehT6PWoip22UMSG2WUn8q8MRscfjLlmCua8i8FFr4t6UdCkVC-jZm3N2FLfD4BHD_nQYnAZ4/s1600/La+corsara.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>11) Andrea Pomella</b> è nato a Roma nel 1973, scrive su “Il
Fatto Quotidiano” on line e sulle pagine culturali dell’“Unione
Sarda”. Ha pubblicato vari libri d’arte tra cui "<i>I Musei
Vaticani</i>" e "<i>Caravaggio. Un artista per immagini</i>".
Ha pubblicato il romanzo "<i>Il soldato bianco</i>"
(Aracne, 2008).</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"<i>Anni luce</i>" è un romanzo di formazione e una storia
di amicizia, una spedizione sulle strade d'Europa per esorcizzare la
paura di crescere.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La segnalazione è di Nadia Terranova: “<i>Anni luce, di Andrea
Pomella, Add editore, è un romanzo in prima persona in cui lo
sguardo dolente del narratore si fa testimone della generazione che
aveva vent’anni negli anni novanta per raccontare la dissipazione
di futuro e speranze in favore di un ritrarsi esistenziale
programmato e perseguito. Il paradigma di Q., amico e alter ego,
chitarrista incontrato per caso e compagno di strada degli anni più
veri, è speculare al disagio inespresso dell’autore: la sostanza
ontologica dell’io narrante di questo libro diventa invisibile in
favore dell’occhio che ha registrato fatti, eccessi, indolenze e
follie mentre nascondeva sé stesso e la propria infanzia
problematica, diversa. È una scelta letteraria sismografica, che
colpisce nella sua studiata contraddittorietà; sembra che lo
scrittore si chiami fuori mentre tira dentro il lettore come a
dirgli: tutto questo riguarda me, ma soprattutto te. Questo lungo
racconto è scritto in uno stile che punta all’essenziale e resta
alto mentre racconta dettagli cupi e balordi di un’adolescenza
protratta in cui si cercano lo stordimento e l’annientamento; mi
pare che rievochi molto bene il mondo del grunge di quegli anni,
ancora poco raccontato dalla letteratura successiva. I viaggi, le
feste, i concerti – anche quelli mancati – costituiscono i
rituali di passaggio dall’infanzia all’età adulta, dentro cui si
può trovare conforto in nient’altro che nella musica, ma è un
conforto che somiglia all’annullamento («Ten, il primo disco dei
Pearl Jam, fu il treno che travolse la mia giovinezza»), come se per
quei ventenni di allora esistere fosse possibile solo negandosi. Anni
luce è un racconto di amicizia e di crescita (o crescita mancata)
che somiglia all’interludio che precede l’età adulta e ne
estrapola le pozze buie e il girare a vuoto, lo spaesamento e le
gesta ingloriose, sotto la guida, così poco protettiva e insieme
così inevitabile, del mito di Eddie Vedder e delle sue canzoni</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGI3ksW03KJ26HFYNstNMfkByJG0NODgfxT0hiyKzjpiSSO4OoQwT7hsGchExGnSIRM9-veUCrATbXCBPZN85yY782OU8KGTSSo7ufBfp0groC4AdzbTiCGSYNqDMYiPMK3o0zFH20SH1Z/s1600/Anni+luce.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="263" data-original-width="191" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGI3ksW03KJ26HFYNstNMfkByJG0NODgfxT0hiyKzjpiSSO4OoQwT7hsGchExGnSIRM9-veUCrATbXCBPZN85yY782OU8KGTSSo7ufBfp0groC4AdzbTiCGSYNqDMYiPMK3o0zFH20SH1Z/s1600/Anni+luce.png" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>12) Yari Selvetella</b>, nato a Roma nel 1976, è scrittore e
giornalista. Nel 1994 ha vinto il premio Grinzane Cavour per la
giovane critica promosso da La Repubblica. Ha esordito con libri di
argomento musicale e si è a lungo occupato di storia della
criminalità romana, tema di cui è considerato uno dei maggiori
esperti grazie a Roma Criminale (scritto con Cristiano Armati) del
2005.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<b>"</b><i><b>Le stanze dell'addio</b></i><b>"</b> è la
storia di una giovane donna piena di vita, madre di tre figli e di
molti libri, che si ammala e, proprio quando pensava di potercela
fare, muore. Ed è soprattutto il racconto del suo compagno che la
cerca attraverso le stanze che hanno visto il suo passaggio,
un'assidua ricerca dei ricordi per giungere a formulare un addio.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il romanzo è stato proposto da Chiara Gamberale: “<i>Il dolore
come uno spazio chiuso, dove non si può fare a meno di abitare; come
un mare nero, che inghiotte il dorso della balena e in eterno ci
costringe a inseguirla. Ma anche la potenza della vita e delle parole
che – sole – possono tessere e allungare il filo per uscire dal
labirinto. Yari Selvetella è un figlio del Novecento: sa che
l’assurdo non può essere addomesticato. Eppure non si arrende,
continua a cercare una forma, una possibilità di condivisione, e la
trova dentro le stanze di un ospedale che a tutti noi sembra
misteriosamente di avere conosciuto, nell’accezione reale e in
quella poetica dei suoi spazi</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQztc0Z6swGnf0pptEiW9a3gaWiSqFvej-2FAd6qZlXSbhrUOwJKWo0B-YDe2OOm8QQZ0CQSXVvvEoYRIBN17rcpHDIBTgGC3drNj4YnWuyThe8FAbW6juyLv0qWfTVC8Z4X4MnWLSsoEA/s1600/Le+stanze+dell%2527addio.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="266" data-original-width="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQztc0Z6swGnf0pptEiW9a3gaWiSqFvej-2FAd6qZlXSbhrUOwJKWo0B-YDe2OOm8QQZ0CQSXVvvEoYRIBN17rcpHDIBTgGC3drNj4YnWuyThe8FAbW6juyLv0qWfTVC8Z4X4MnWLSsoEA/s1600/Le+stanze+dell%2527addio.png" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
***</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
A margine, una breve considerazione. Si può notare come quattro dei
12 candidati abbiano dedicato la loro opera alla narrazione di fatti
accaduti in epoca fascista o, comunque, durante la seconda guerra
mondiale ("<i>Resto qui</i>", “<i>La ragazza con la
Leica</i>”, "<i>Questa sera è già domani</i>"; "<i>Sangue
giusto")</i>, a testimonianza della sensibilità verso episodi
la cui drammaticità non può essere dimenticata e deve continuare a
essere testimoniata ancora oggi. In tal senso, il lavoro di selezione
operato dal Comitato del Premio Strega può considerarsi degno di
nota.</div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike>Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-3771364473943999182018-04-20T09:08:00.000+02:002018-04-20T09:08:27.568+02:00Premi Pulitzer e scrittori ritrovati
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
In questi giorni si è parlato molto dell'assegnazione dei Premi
Pulitzer per l'anno 2018. Come è noto, il premio Pulitzer è un
ambito premio statunitense, la più prestigiosa onorificenza
nazionale assegnata in varie categorie (attualmente 21),
principalmente per il giornalismo, i successi letterari e le
composizioni musicali.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Venne istituito da Joseph Pulitzer, giornalista e magnate della
stampa statunitense, che alla sua morte, avvenuta nel 1911, lasciò
l'intero patrimonio alla Columbia University di New York che da
allora si occupò di gestire il premio, assegnato per la prima volta
nel 1917.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Per la narrativa, il premio è stato assegnato a partire dal 1918,
quale "Premio Pulitzer per il romanzo" a un romanzo scritto
da un autore statunitense. Dal 1948 il premio ha modificato la
propria denominazione in "Premio Pulitzer per la narrativa",
continuando a essere assegnato a un'opera di narrativa di un autore
statunitense, che tratti in preferenza della vita americana.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Tra le principali opere premiate nel corso dei decenni: "<i>L'età
dell'innocenza</i>" di Edith Wharton (1921); "<i>Via col
vento"</i> di Margaret Mitchell (1937); "<i>Furore</i>"
di John Steinbeck (1940); "<i>Il vecchio e il mare</i>" di
Ernest Hemingway (1953); "<i>Il buio oltre la siepe"</i> di
Harper Lee (1961); "<i>Il dono di Humboldt "</i> di Saul
Bellow (1976); "<i>Pastorale americana</i>" di Philip Roth
(1998).</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Quest'anno il Premio Pulitzer per la narrativa è stato assegnato ad
Andrew Sean Greer con il romanzo "<i>Less" </i>(edito in
Italia dalla Nave di Teseo). </div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQT9vXNQ0I4xjN5gcKtoG9oaqbkFVmXC7w8Xw_k4NGYO8rtZT8uPmlehigFLCe81TbVEmRZB81RiXGPo7UtNPE-o6TXwaHI2rqDywN13hO0Qawg-8Y3splFGHaZrg7bM1XVGv7fJCNau4B/s1600/Andrew+Sean+Greer.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="443" data-original-width="593" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQT9vXNQ0I4xjN5gcKtoG9oaqbkFVmXC7w8Xw_k4NGYO8rtZT8uPmlehigFLCe81TbVEmRZB81RiXGPo7UtNPE-o6TXwaHI2rqDywN13hO0Qawg-8Y3splFGHaZrg7bM1XVGv7fJCNau4B/s320/Andrew+Sean+Greer.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Andrew Sean Greer, nato a Washington nel 1970, è uno scrittore che
ho scoperto casualmente anni fa. Ricordo che mi trovavo a Bari per
lavoro, passeggiavo lungo la principale via del centro in una calda
serata di fine maggio quando venni attratto dalle sfavillanti luci di
una invitante libreria Feltrinelli. Dentro vi era un certo fermento,
che lasciava presagire la presenza di un personaggio importante.
Quella sera, infatti, il cantante Mario Venuti presentava il suo
nuovo disco.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Io mi fiondai nel settore "narrativa". Avevo appena
terminato un libro (un romanzo di Peter Cameron se non ricordo male)
e fui incuriosito da questo titolo di Andrew Sean Greer, titolo
apparentemente semplice e lineare, "<i>La storia di un
matrimonio</i>". Mi convinse soprattutto la recensione in quarta
di copertina, in cui si parlava di un'ansia arcana che percorreva la
lettura in un susseguirsi di colpi di scena, con il giudizio finale
di Antonio D'Orrico: "<i>Romanzo di superba reticenza, che fa
del non detto una strategia narrativa emozionante</i>".</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Lo acquistai subito, lo lessi nei giorni successivi e lo trovai
semplicemente splendido e coinvolgente. Effettivamente nel corso
della lettura provai quella sensazione ansiosa e quasi claustrofobica
cui accennavo sopra, rapito dalle emozioni dell'appassionante storia
di Pearlie e del suo amore per Hollande, un uomo bello e pieno di
lati nascosti. Pearlie con il suo sguardo lucido e disincantato
semina pian piano lungo le pagine gli elementi necessari per
comprendere le sue sensazioni, i sentimenti di una storia fatta di
fantasmi che ritornano dal passato e di vite che cercano di trovare
una propria ragion d'essere. Spesso si ripete questa riflessione, che
risuona come una sentenza inappellabile: "<i>Crediamo tutti di
conoscere la persona che amiamo [...] Crediamo di conoscerli, di
amarli. Ma ciò che amiamo si rivela una traduzione scadente da una
lingua che conosciamo appena</i>".</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il mio rammarico in questi anni è di non aver continuato a leggere
altre opere di questo grande autore. E ora che Andrew Sean Greer ha
avuto finalmente il meritato riconoscimento mi sembra più che giusto
sanare gli arretrati, ovvero "<i>Le confessioni di Max Tivoli</i>"
e "<i>Le vite impossibili di Greta Wells", </i>per poi
proseguire con il romanzo premiato, "<i>Less</i>".</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ317vSev3Mwffyqa_Sn50qunId_t17IKn_PVKGCS03ryh1ZaTaWSHXExsdovgOD3zCZsxvP87bzsrWqz-IBLxRc9PbSCn8pg7kXy7zLqI2IkKG8z1EEx2B4VlnI2THvUfWUiZDe7PtY4G/s1600/Storia+di+un+matrimonio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="941" data-original-width="600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJ317vSev3Mwffyqa_Sn50qunId_t17IKn_PVKGCS03ryh1ZaTaWSHXExsdovgOD3zCZsxvP87bzsrWqz-IBLxRc9PbSCn8pg7kXy7zLqI2IkKG8z1EEx2B4VlnI2THvUfWUiZDe7PtY4G/s320/Storia+di+un+matrimonio.jpg" width="204" /></a></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-82996232123329170962018-04-12T07:45:00.000+02:002018-04-12T12:17:40.658+02:00Tre ragazzi ai margini e una "Santa piccola"<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"<i>A volte sembra che tiene paura di correre, ed è brutto
quando hai paura di correre perché rimani sempre indietro agli altri
che ti superano e si pigliano tutto quello che è tuo, anche la
gioia. Per questo io non ho paura e corro e mi piglio tutto, perché
è tutto mio. Funziona così quando non hai niente, quando parti da
zero. Devi correre più forte degli altri e vincere sempre</i>".</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Questa riflessione del giovane Mario - espressa con un'esuberanza
giustificata dal desiderio di rivalsa - rappresenta uno dei punti
nodali del romanzo di Vincenzo Restivo "<i>La Santa piccola</i>"
(Milena Edizioni). Si tratta della continua corsa di chi si trova a
vivere in una condizione di povertà, disagio, abbandono,
superstizione, violenza e cerca di sopravvivere, di emergere, di
allontanarsi dai margini tentando di conquistare un obiettivo, un
sogno, una piccola vittoria che, però, finisce per rarefarsi sempre
di più, man mano che ci si avvicina, fino a scomparire come fosse un
miraggio.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"<i>La Santa piccola</i>" è ambientato in un caseggiato
popolare di Forcella, una zona di Napoli, in cui gli abitanti sono
ormai abituati all'odore di gas delle vecchie e usurate tubature e
cercano di andare avanti aggrappandosi magari anche a qualche
miracolo. </div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8Apgg5mRc8QaF8SKZ6Yv-3pzzGlU52Q1f_ROJt8FaDGPSMLlwnKf9pItQxIQ23CMaDAFogsbrAZp-6uxepcOqRGOFKU11gl1fIqYpC0uEbaLlX2LiJ_q6UEOwk2rSmlR7DPA4aQh-LYM5/s1600/La+Santa+piccola.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="817" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8Apgg5mRc8QaF8SKZ6Yv-3pzzGlU52Q1f_ROJt8FaDGPSMLlwnKf9pItQxIQ23CMaDAFogsbrAZp-6uxepcOqRGOFKU11gl1fIqYpC0uEbaLlX2LiJ_q6UEOwk2rSmlR7DPA4aQh-LYM5/s320/La+Santa+piccola.jpg" width="195" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
È un romanzo breve, strutturato come un racconto a tre voci, in cui
Assia, Mario e Lino, tre giovani abitanti dello stabile, si alternano
nella narrazione, esprimendo sogni e desideri, ma anche delusioni,
sconfitte e frustrazioni, facendo emergere il proprio punto di vista
sulle vicende vissute e ribaltandolo sugli altri, quasi inseguendosi
l’uno con l’altro in una specie di “<i>circolo emozionale</i>”,
in cui le sensazioni si susseguono e spesso non vengono rivelate
apertamente, se non con uno sguardo, un gesto, una parola.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La scrittura di Restivo è scorrevole, apparentemente semplice, ma
nello stesso tempo attenta nel restituire, anche con parole tratte
dal gergo giovanile napoletano, la spontaneità delle riflessioni dei
tre ragazzi non ancora diciottenni, che appaiono più adulti e maturi
della loro età, forse per il vissuto che li ha costretti a prendere
rapidamente decisioni, ad assumersi responsabilità più grandi di
loro, assorbiti da quella continua corsa a cui accennavo sopra.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Mario, Assia, Lino … come non affezionarsi a loro? Mario è il
primo personaggio che si presenta in scena, colto nel momento in cui
cerca di aiutare il suo migliore amico Lino, pure lui costretto a
darsi da fare per imprescindibili necessità economiche. Mario è un
ragazzo generoso che nutre un forte desiderio di emanciparsi dalla
povertà, avverte innegabilmente la necessità di aiutare i propri
genitori, di sostenerli, di portare a casa i soldi che servono per le
esigenze di tutti. E da un anno non esita a prostituirsi,
coinvolgendo anche Lino. È certamente una situazione di degrado, che
in alcuni casi riesce anche a procurargli piacere, anche se mai
potrebbe ammetterlo. Ma sicuramente è forte il suo disgusto verso
quei personaggi che in pubblico si ammantano di una veste di
rispettabilità e in privato si approfittano di ragazzi come lui.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Mario è preda di un conflitto che non comprende davvero e non sa
risolvere, un sentimento nei confronti del suo amico Lino che gli
rimbomba nel petto, un desiderio con cui cerca di andare avanti. Può
cercare di ridimensionarne la portata, continuare a ripetersi che
quei sentimenti lui li prova solamente verso Lino, che a lui le
donne piacciono fisicamente, ma quel desiderio esiste e non può
negarlo. C'è confusione, incertezza in Mario, tipica di chi si sente
circondato da un muro di intolleranza che guarda con sospetto,
disgusto, vergogna chi appare diverso. Prevale, dunque, la paura di
far trasparire le proprie sensazioni, sembra che non si possa far
altro che nascondere i propri sentimenti, mentire anche a se stessi
fino a quando quel desiderio non esplode irrefrenabile.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-cRR4a9W8zjMgqWzsLc-q59vGr5Q37coeyif8uOuAuNrD9wJZYIYhe6HpZrGfOEcbsxI2IVFf6e2brc1FlaH_jOaLG-eqqhfdiWhBUdXYYC8CRGtEtqAumli1c0iyXrXdHNchzpf3BG5Q/s1600/Forcella.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="1200" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-cRR4a9W8zjMgqWzsLc-q59vGr5Q37coeyif8uOuAuNrD9wJZYIYhe6HpZrGfOEcbsxI2IVFf6e2brc1FlaH_jOaLG-eqqhfdiWhBUdXYYC8CRGtEtqAumli1c0iyXrXdHNchzpf3BG5Q/s320/Forcella.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Assia si sente circondata e oppressa da una situazione familiare che
vorrebbe imporle determinate scelte di vita: una relazione con
qualcuno che si collochi in una situazione migliore, studi
universitari, stabili prospettive di vita. Ma lei rifiuta tali
imposizioni, che finirebbero soltanto per comprimere la sua felicità,
non ha alcuna intenzione di accontentare i suoi familiari per
scontentare se stessa. Dei tre protagonisti è probabilmente il
personaggio più assennato: innamorata di Lino, progetta con lui un
matrimonio e, temendo che il ragazzo possa cacciarsi nei guai, cerca
in ogni modo di metterlo in guardia. Eppure, a volte si trova a
fronteggiare i suoi istinti, i suoi scatti di violenza finendo, a
torto, per assecondarne le giustificazioni, perché in fondo lui è
fatto così e non può farci niente .</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
E poi Lino, finalmente, questo ragazzo che non vuole in alcun modo
mostrare segni di debolezza, che teme che qualsiasi cedimento possa
trasformarlo in una vittima della violenza e dei soprusi altrui, che
considera Mario un debole da fortificare e Assia la sua ragione di
vita e di riscatto. Ma in realtà questa sicurezza nasconde una
profonda paura che di notte gli opprime il petto, soprattutto dopo la
violenta uccisione del padre. Una paura che sfocia in rabbia e
violenza.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Sullo sfondo vi è quella religiosità che rasenta la superstizione,
quel miracolo che tutti aspettano, come una speranza a cui
aggrapparsi, quella ragazzina, Annaluce, la “Santa piccola”
appunto, intorno a cui l'intero caseggiato, e non solo, sembra
affollarsi. “<i>Io un po' la capisco questa gente, perché se
preghi quando le cose non vanno bene, pare che un po' ti passa e ti
senti meglio. Io non lo nascondo che, anche se non ci credo, a volte,
di notte, ci parlo con qualcuno. Non so se è Dio o papà, so solo
che gli parlo e gli chiedo tante cose, anche su di me e su Assia,
anche su mamma. Così mi sento meglio e riesco a dormire senza la
paura in petto</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
“La Santa piccola” è, dunque, un romanzo duro, disincantato,
struggente, che, pur nella sua brevità, semina notevoli spunti di
riflessione, che continuano a germogliare anche dopo aver voltato
l'ultima pagina, sospeso tra speranza, paura, desiderio di riscatto e
le bugie di “<i>uno di quei giorni che poi finivano</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1kCcm-H160F8QL36tAVJEEDJ8MoqSe7gwWIaUbF6NViIxedY1tCxAASqEjFIVW-0bi5W4muNp3R1J6vXyJhB6csX4lKOMV15SybQByEiZsDaRMFk6sv28wB8tZruDA3QbDszrEwbYS8D6/s1600/Vincenzo+Restivo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="960" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1kCcm-H160F8QL36tAVJEEDJ8MoqSe7gwWIaUbF6NViIxedY1tCxAASqEjFIVW-0bi5W4muNp3R1J6vXyJhB6csX4lKOMV15SybQByEiZsDaRMFk6sv28wB8tZruDA3QbDszrEwbYS8D6/s320/Vincenzo+Restivo.jpg" width="320" /></a></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-37873118277244459962018-03-20T08:26:00.001+01:002018-03-20T22:41:11.793+01:00Premi Oscar tra amore e guerra: "Chiamami col tuo nome" e "L'ora più buia"<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Sono ormai trascorse due settimane dalla novantesima cerimonia degli
Oscar, tenutasi il 4 marzo scorso al Dolby Theatre di Los Angeles. È
una proclamazione che sempre rappresenta per me un momento
particolare, attesa ogni anno con una certa trepidazione per scoprire se saranno premiati ed elogiati quei film che nel corso degli ultimi
mesi mi hanno emozionato, stupito, coinvolto o semplicemente
incuriosito. Una cerimonia attorno alla quale ruotano personaggi
straordinari e aneddoti curiosi e che in qualche modo ha contribuito
a costruire la storia del cinema.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Con il mio solito spirito poco giornalistico mi accingo a parlarne
soltanto adesso, più che altro per annotare finalmente nel blog (che
solo in via eccezionale si occupa di cinema) le più che positive
impressioni che mi hanno lasciato due dei film premiati quest'anno:
"Chiamami col tuo nome" e "L'ora più buia".</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"Chiamami col tuo nome" rappresenta l'orgoglio italiano
all'estero: diretto da Luca Guadagnino, candidato, tra l'altro,
all'Oscar come miglior film, alla fine si è dovuto accontentare, pur
con onore, del premio per la miglior sceneggiatura non originale del
mio amato James Ivory (soggetto tratto dal romanzo omonimo di André
Aciman).</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZY9FVtOueSOvIf74nSGX5qxnQXIKlTCVm8DqD9Exj5nCeNVDINU8TW6Up3VmWBrVv7mycAj9aqR9UcAmMekI4G_fGYTb217L7RM5o7aM1eeVLuaJ8wveZ5Ak1DEhFAU-_hVSMwQ3VtB5l/s1600/Chiamami+col+tuo+nome.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="450" height="177" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZY9FVtOueSOvIf74nSGX5qxnQXIKlTCVm8DqD9Exj5nCeNVDINU8TW6Up3VmWBrVv7mycAj9aqR9UcAmMekI4G_fGYTb217L7RM5o7aM1eeVLuaJ8wveZ5Ak1DEhFAU-_hVSMwQ3VtB5l/s320/Chiamami+col+tuo+nome.png" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il protagonista Elio (Timothée Chalamet) sta trascorrendo le vacanze
estive con i suoi genitori nella loro villa immersa nella campagna
del Cremasco. È un'estate molto calda che per il ragazzo
diciassettenne scorre placidamente, tra gli amati strumenti musicali,
gli studi e i bagni al fiume, fino a quando non irrompe nella sua
quotidianità lo studente Oliver (Armie Hammer), giunto in Italia per
completare gli studi di dottorato. I due ragazzi inizialmente
sembrano provare una reciproca diffidenza, entrando l'uno in contatto
con l'altro con una certa cautela. Ma poco alla volta Oliver
travolge Elio in una passione amorosa totalizzante, consumata con
foga giovanile nel timore che possa sfuggire con il volgere al
termine della stagione estiva. Un'esperienza travolgente che in
qualche modo cambia i pensieri e le prospettive di Elio.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
È un film che ti catapulta in un'atmosfera rarefatta, onirica, quasi
sospesa nel tempo (richiamando alla mente alcune opere di James
Ivory), con le musiche coinvolgenti, gli affascinanti e silenziosi
chiaroscuri, i paesaggi che si perdono oltre la vista nel verde
brillante della campagna cremasca.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Dopo averlo visto, ho provato una certa malinconia pensando all'amore
che arriva all'improvviso, sconvolge i sensi e si allontana lasciando
una sensazione amara di vuoto, soprattutto quando manca da una parte
il coraggio di volgere lo sguardo ai propri sentimenti, di dar loro
una struttura stabile, un nutrimento duraturo. Eppure quel vuoto,
come afferma saggiamente il padre di Elio, non deve suscitare paura
fino al punto di paralizzare l'espressione delle proprie sensazioni,
poiché il sentimento, una volta provato, è comunque una fonte da
cui abbeverarsi, di cui arricchirsi, per cui sarebbe uno spreco non
provare nulla per il rischio di soffrire.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbzI8TrGjZr6h9RnOaLbCh5pUo-XnsNNx4fiOtZxu6io0m3voG4Msrn71XsJUzw8aM3GimPOpEyRekXUvWBEI6ISdrsYZkZegsTh50HwPS_-OGmm-mt3CKbISTPH4pG0CncnXXRP2VW-0w/s1600/Chiamami+col+tuo+nome+1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="666" data-original-width="999" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhbzI8TrGjZr6h9RnOaLbCh5pUo-XnsNNx4fiOtZxu6io0m3voG4Msrn71XsJUzw8aM3GimPOpEyRekXUvWBEI6ISdrsYZkZegsTh50HwPS_-OGmm-mt3CKbISTPH4pG0CncnXXRP2VW-0w/s320/Chiamami+col+tuo+nome+1.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"L'ora più buia" è un film di genere storico e biografico
(tratto dall'omonimo libro di Anthony McCarten) diretto da Joe
Wright, incentrato sulla figura e sulle vicende di Winston Churchill,
a partire dal momento in cui venne nominato primo ministro britannico
agli inizi della Seconda Guerra Mondiale. Churchill è interpretato
magistralmente da Gary Oldman che per tale ruolo ha vinto l'Oscar
come miglior attore protagonista, essendo riuscito ad entrare
perfettamente nel personaggio e a riprodurre con straordinaria
esattezza ogni minima sfaccettatura del grande statista britannico.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il film coglie tutta la tensione del Primo Ministro che allo scoppio
del secondo conflitto mondiale si trova di fronte a un grande
dilemma: negoziare un trattato di pace con la Germania nazista di
Hitler, senza alcuna certezza su quali condizioni verranno imposte e
con il rischio che il Regno Unito possa perdere la propria
indipendenza; oppure affrontare una guerra con tutte le conseguenze
che certamente ne deriveranno in termini di ingenti perdite e numero
di vittime, ma battendosi a testa alta per la libertà senza cedere a
compromessi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Churchill è tenacemente combattuto e pressato dai Conservatori del
partito di Re Giorgio VI, che vorrebbero subito stipulare il trattato
di pace; ma lui, che raramente si immerge nei meandri della città,
non si arrende e decide di andare incontro al suo popolo fiero e
orgoglioso per comprendere, nell'ora più buia della sua Nazione,
quale sia la decisione più giusta.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Un film coinvolgente, non privo di ironia e tenerezza, da cui arriva
un chiaro messaggio sulla necessità di non scendere mai a patti con
il nemico nel momento in cui ciò dovesse implicare la rinuncia ai
propri valori e ideali.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPprbVkJZeH3HDzqjVL0GkS82_kuyKKJQiXh8HX-Zh8BHAu-LL1eXtojUx6UrOpVcprGGezcmU4BlSEkjYZpsCY3TUlUdPdZGH8NR4Wd06dHST4ZdUNaIi3xObMGYNmtnFsUqLLgsCACAW/s1600/L%2527ora_pi%25C3%25B9_buia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="514" data-original-width="950" height="173" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPprbVkJZeH3HDzqjVL0GkS82_kuyKKJQiXh8HX-Zh8BHAu-LL1eXtojUx6UrOpVcprGGezcmU4BlSEkjYZpsCY3TUlUdPdZGH8NR4Wd06dHST4ZdUNaIi3xObMGYNmtnFsUqLLgsCACAW/s320/L%2527ora_pi%25C3%25B9_buia.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-846550014235400702018-02-26T20:36:00.000+01:002018-02-26T20:36:19.453+01:00Conflitti e paure di una giovane famiglia
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"<i>Lei guardò il ragazzo e il figlio che aveva appena
partorito spalancando i suoi occhi chiari lucidi di pianto; li guardò
come mai prima di allora aveva guardato, e per un ultimo istante al
mondo non furono che loro tre</i>".</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"<i>Quella solitudine immensa di amarti solo io</i>",
l'opera prima di Paolo Vitaliano Pizzato (Editori Priamo e
Meligrana), è un romanzo intenso, intimo, fortemente introspettivo,
che tocca le corde dell'anima con quella delicatezza di chi arriva in
punta di piedi, ma con la sua sensibilità letteraria riesce sempre a
lasciare il segno. Anche se con le successive opere Paolo ha
raggiunto una diversa maturità stilistica, non posso non sentirmi
legato a questo suo primo romanzo (in ordine di pubblicazione), che
contiene il germe essenziale della sua scrittura.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La trama è, in apparenza, semplice: due giovani hanno appena avuto
un figlio, ma la felicità di tale evento viene ben presto oscurata
dal timore di non essere in grado di diventare bravi genitori, una
paura che sembra bloccarli anche di fronte a banali imprevisti, come
il pianto improvviso del bimbo o le difficoltà della madre nel
dargli il latte. Sono timori dietro cui si celano conflitti mai
risolti con le rispettive famiglie, che tornano di frequente a
tormentarli.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT4DV8CrY4RagBYzYbgSosDsobLSA_GBfAwSgSZAeTSgiSbssws2LiM9UnTQM5HGo7LDuSLcb7DPaWWOOS4xEHi_gEnMRvawotMrCzOuL51D2zW4O6_HdBVfK9WM9fm5gLrrVeS6Kck__u/s1600/Solitudine+immensa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="539" data-original-width="364" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhT4DV8CrY4RagBYzYbgSosDsobLSA_GBfAwSgSZAeTSgiSbssws2LiM9UnTQM5HGo7LDuSLcb7DPaWWOOS4xEHi_gEnMRvawotMrCzOuL51D2zW4O6_HdBVfK9WM9fm5gLrrVeS6Kck__u/s320/Solitudine+immensa.jpg" width="216" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Quella di Pizzato è una scrittura accurata nella scelta dei termini,
nelle descrizioni degli ambienti, filtrate attraverso lo sguardo
attento del protagonista, nella costruzione delle frasi sempre fluide
ed eleganti, una scrittura che nello stesso tempo denota anche una
forte istintività, una spontaneità che trasuda da ogni pagina:
l'autore si dà completamente, con assoluta trasparenza rivela il suo
mondo interiore, mostra la sua visione delle cose, spesso disillusa e
disincantata, una visione che viene trasfusa nei suoi personaggi
principali, colti nelle loro fragilità e paure, smarriti lungo il
percorso alla ricerca di se stessi e della propria identità.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
I protagonisti, i genitori del piccolo Cristiano, sono tratteggiati
in tutta la complessità del loro carattere. Il padre, chiamato
semplicemente "il ragazzo", è un giovane introverso che
mostra una grande attenzione per i dettagli, in una sorta di
ossessione per l'ordine, e nutre una forte passione per i libri,
passione che vorrebbe trasmettere anche a suo figlio.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La sua vita è continuamente attraversata da dubbi e paure, che lo
bloccano e gli impediscono di credere alla possibilità di essere
felice: "<i>Non era, la sua, comune ritrosia, né difficoltà a
rapportarsi agli altri e neppure senso di inadeguatezza, che pure
spesso sentiva acutamente; non si trattava di una specificità del
suo carattere quanto piuttosto di una sorta di "doppio" che
qualche volta si sostituiva a lui. [...] Qualche volta il ragazzo
pensava che la sua vita non fosse altro che questo, una continua
attesa, fradicia di terrore, dell'arrivo del proprio doppio,
l'inevitabile resa alla sua violenza e la faticosa restituzione degli
accadimenti di cui era stato vittima a un ordine possibile talmente
fragile da sfiorare l'inconsistenza, fondato soltanto sulle patetiche
ansie di una fantasia sovraeccitata".</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La continua paura che tale doppio possa presentarsi, quindi, lo ha
sempre indotto a fuggire da difficoltà e responsabilità,
rifugiandosi in un mondo illusorio, in cui ogni ostacolo è già
superato. Sullo sfondo vi è il ricordo di una madre che non c'è più
da alcuni anni, per la quale il ragazzo prova una infinita nostalgia,
un rapporto irrisolto che gli ha lasciato molti sensi di colpa e
l'idea che forse solo con lei potesse esserci una vera famiglia, Un
ricordo che ritorna continuamente nei pensieri del ragazzo,
soprattutto nei momenti di sconforto, quasi un'ancora a cui
aggrapparsi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjznoJ_QzmIBVubz_1kqOKIRFEWCNmc3gr1snNf-Y748mzux_K4iOihRFjt-k9tDyzrnqen_Slg8R1C6FC5I1P1UmQ1fF7s3zgx-202tyPiTulXTq8_4a9tFuEq47fZC1wVlCVfXIRVXk6/s1600/Genitori.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="648" data-original-width="960" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhjznoJ_QzmIBVubz_1kqOKIRFEWCNmc3gr1snNf-Y748mzux_K4iOihRFjt-k9tDyzrnqen_Slg8R1C6FC5I1P1UmQ1fF7s3zgx-202tyPiTulXTq8_4a9tFuEq47fZC1wVlCVfXIRVXk6/s320/Genitori.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Emma, la madre del bimbo, ci viene presentata come una ragazza capace
di donare sempre un sorriso gentile e di amare gli altri per ciò che
sono, inclusi i difetti, le ansie e le piccole ossessioni. Concreta e
intelligente, Emma ha dovuto sopportare il peso di una famiglia che
non ha fatto altro che bloccarla nell'espressione della propria
identità, cercando di imporle le proprie scelte, ritenute più
giuste, e tarpandole le ali. In particolare, sua madre si presenta
come una figura ingombrante che non esita a far valere sulla figlia
la propria esperienza per indurla a seguire le sue convinzioni. Pur
se determinata ad affrancarsi da tale prigionia, cercando di seguire
le proprie passioni e sentirsi realizzata professionalmente, Emma ne
esce fortemente condizionata nell'espressione dei propri sentimenti.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La nascita del bimbo viene, dunque, vista come il momento in cui
tutti i contrasti e i conflitti irrisolti vengono alla luce, una
prova cruciale in cui i due ragazzi mostrano tutta la loro
vulnerabilità. Da un lato, vi è il ragazzo, che vorrebbe
fortemente divenire l'artefice della felicità di suo figlio,
facendolo crescere nella consapevolezza che il dolore esiste, ma
fornendogli tutto l'aiuto necessario per poterlo affrontare, senza
rinchiuderlo in una gabbia dorata, in modo che possa divenire forte e
in grado di sostenere ogni avversità che il destino vorrà porgli di
fronte. È un desiderio che qualsiasi padre proverebbe, quello di
rendere un figlio capace di costruire il proprio futuro, ma che deve
scontrarsi con le paure del ragazzo, la convinzione di non essere in
grado di sopportare una simile responsabilità. Dall'altro lato, c'è
Emma, che pur amando i suoi genitori, vorrebbe liberarsi dai loro
condizionamenti, dimostrare di essere in grado di crescere e badare a
suo figlio, senza vedersi continuamente rinfacciare l'esperienza di
sua madre. Vuole mostrare di essere finalmente una madre e non più
solo una figlia, in questa sua lotta vorrebbe il ragazzo accanto a
sé, libero finalmente dalle sue paure, ma ogni difficoltà diviene
fonte di frustrazioni.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"<i>Lotta, battaglia, scontro, conflitto ... parole che
disegnavano, o meglio abbozzavano, i contorni, la trama di punti di
vista, opinioni, certezze differenti, opposte". </i>Il solco tra
generazioni, è questo il tema fondamentale di questo romanzo, un
solco che spesso diviene una parete di incomunicabilità e
incomprensione, in cui i figli cercano di conquistare la propria
identità, il loro essere un'entità separata rispetto ai loro
genitori, combattendo contro l'incapacità di questi ultimi di
accettarlo.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
È un tema fortemente attuale, che tocca sentimenti comuni, rapporti
che, almeno in parte, in molti hanno sperimentato. Un argomento che
l'autore sviscera fino in fondo, con quella consapevolezza (che
ritornerà anche nei suoi successivi scritti) che le scelte compiute,
anche senza la volontà di far del male, si ripercuotono
necessariamente sugli altri, condizionandone le successive azioni
come "<i>un maligno cordone ombelicale che un dio privo di
misericordia, o molto più banalmente un infermiere distratto, non si
era curato di recidere e che lo teneva legato a un destino minaccioso
e terribile come un cumulo di nubi temporalesche".</i></div>
<div>
<i><br /></i></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW-zP7M6jBlP9rQ0w3rNz_-dBYXQvwaVqLW4h9ZKCrWCxOVh-1O3525rP0HVy5u3oL6R9uB0RvwVFJ2lwpACMc6TLNIWqkMVFtusz5G-9OtSqafgo8iW14dRKXaLLHw5wJ4BS9qZoaRlFk/s1600/Paolo+Vitaliano+PIzzato.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="960" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjW-zP7M6jBlP9rQ0w3rNz_-dBYXQvwaVqLW4h9ZKCrWCxOVh-1O3525rP0HVy5u3oL6R9uB0RvwVFJ2lwpACMc6TLNIWqkMVFtusz5G-9OtSqafgo8iW14dRKXaLLHw5wJ4BS9qZoaRlFk/s320/Paolo+Vitaliano+PIzzato.jpg" width="240" /></a></div>
<div>
<br /></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-13891038814086227552018-02-24T14:54:00.001+01:002018-02-24T14:54:44.663+01:00Il libro del mese – “Le coccinelle non hanno paura” di Stefano Corbetta
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
“<i>E sai perché non hanno paura? Perché sono belle, bellissime.
E sanno di esserlo. Nessuno ucciderebbe una coccinella</i>”. Teo –
il protagonista del bellissimo romanzo di esordio di Stefano Corbetta
“<i>Le coccinelle non hanno paura</i>” (Editore Morellini) - non
può fare a meno di condividere queste parole, pronunciate da un
ragazzino appassionato come lui di fotografia, incontrato
casualmente in un parco. E l'idea che la coccinella, grazie alla sua
bellezza, possa salvarsi dalla mano minacciosa di chiunque, mi
riporta a uno dei temi fondamentali che ho colto in questo romanzo,
ovvero che solo sviluppando una propria forza, una propria ricchezza
interiore si può andare avanti inseguendo determinati obiettivi e
cercando di sconfiggere ogni timore, soprattutto la paura della
morte, nella ricerca dell'eternità.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Teo ha una grande passione per la fotografia, sviluppata sin da
quando era piccolo e andava in giro osservando e riprendendo ogni
angolo della casa da differenti visuali. Questa passione nasconde un
segreto, una capacità particolare che rimane per lungo tempo celata
agli altri, ovvero la possibilità per Teo di catturare immagini con
gli occhi, di inquadrare una scena e immortalarla con il semplice
movimento di una palpebra, per poi conservarla, perfettamente
intatta, nella propria memoria sensoriale, che si trasforma in un
immenso archivio.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0MK0Jg9qc2JlMNCrLVwVG9GFYEhH2sIsjXtPcoXeoiO2bhCwAEXPc4pAFmn9fwCCUtmGa5N7jc2mRa0pJQV-Kl3UZmylDHF5UyU6q8Pcq2GF750bqjYy7hbQUsJwb1bBRzKRLPzeE7r8-/s1600/le-coccinelle-non-hanno-paura.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="529" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0MK0Jg9qc2JlMNCrLVwVG9GFYEhH2sIsjXtPcoXeoiO2bhCwAEXPc4pAFmn9fwCCUtmGa5N7jc2mRa0pJQV-Kl3UZmylDHF5UyU6q8Pcq2GF750bqjYy7hbQUsJwb1bBRzKRLPzeE7r8-/s320/le-coccinelle-non-hanno-paura.jpg" width="211" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
È un dono che per Teo si rivela ben presto molto simile a una
maledizione, che lo porta a vedere “<i>la muta condanna di tutte le
cose</i>”, l'evoluzione successiva, sino alla morte, di qualsiasi
essere vivente lui riprenda. E ciò lo spinge a non fotografare mai
persone o animali, ma soltanto elementi inanimati e paesaggi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Teo ha scoperto da poche settimane di avere un tumore al cervello:
l'assenza di sintomi ha portato ad un accertamento tardivo, per cui
il cancro si è talmente diffuso da non essere più operabile. E a
quel punto decide che vi può essere un solo modo per affrontare il
poco tempo che gli è rimasto da vivere, ovvero “<i>trattare la
faccenda nello stesso modo in cui scatta fotografie: osserva la luce,
fa clic e non pensa a nient'altro che non sia la foto successiva</i>”.
In questo, dimostra, quindi, una ostinata determinazione nel volere
procedere linearmente lungo una traiettoria che non ammette
deviazioni, come se stesse giocando una partita a scacchi in cui le
strategie si susseguono regolarmente senza discutere, allontanando da
sé ogni forma di compatimento.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
In questo suo percorso gli unici che possono stargli vicino e
assecondare la sua volontà sono i suoi migliori amici, Luca ed
Elena, che si conosciuti e innamorati proprio grazie a lui e adesso
aspettano un figlio. Soltanto loro sono a conoscenza del reale stato
di salute di Teo, ma non riescono ad arrendersi all'idea che il loro
amico a breve dovrà abbandonarli.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Eppure qualsiasi strategia, qualunque traiettoria non può non
conoscere una deviazione improvvisa che distoglie l'attenzione dal
percorso già delineato. E questa deviazione è rappresentata da una
persona che Teo non ha mai conosciuto e che non potrà più
conoscere, la zia di Elena, Grazia, che, durante il viaggio
intrapreso per raggiungere la nipote, viene coinvolta in un incidente
mortale. Un evento luttuoso che sconvolge la vita di Teo che “<i>si
chiede cosa stia facendo lì a svuotare la casa di una donna che non
ha mai conosciuto, tra il pieno e il vuoto di quelle mura a fare lo
stesso lavoro che un giorno qualcun altro farà a casa sua</i>”.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
A questo punto, il racconto diviene un gioco a incastro, in cui si
compongono differenti destini e le vite presenti e passate finiscono
per intersecarsi le une con le altre, mentre Teo si sforza di trovare
un filo conduttore. Elemento scatenante di questa ricerca è una
vecchia fotografia in bianco e nero che ritrae Grazia assieme a un
uomo misterioso, una foto contenuta in una cartellina, intestata a un
certo Signor P., con alcuni fogli dattiloscritti che Teo ritrova tra
le cose di Grazia temporaneamente depositate a casa sua.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi43gH8XkUeYBZfKQj2ZFp2djQCkm6vsMV2e9pKzBRogj2BMQaeaoN-nH9RDmGFOT6QUTa6AauFjX7iBtFVPPT3JJ9P5ynZdO1e98d7JRSGGP14MSLbY6sOaIKduefTCbGzDHRXdzw0rS4Y/s1600/La+Verna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1050" data-original-width="1600" height="210" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi43gH8XkUeYBZfKQj2ZFp2djQCkm6vsMV2e9pKzBRogj2BMQaeaoN-nH9RDmGFOT6QUTa6AauFjX7iBtFVPPT3JJ9P5ynZdO1e98d7JRSGGP14MSLbY6sOaIKduefTCbGzDHRXdzw0rS4Y/s320/La+Verna.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
L'autore, partendo da questo elemento, ha costruito un solido
intreccio narrativo, basato su una scrittura nel complesso immediata
e lineare, ma che riserva diverse pagine dense di una poeticità a
tratti malinconica, senza mai essere banale o scadere nel patetico,
capace di suscitare immagini che si fissano nella mente nitide come
fotografie. Corbetta indaga a fondo le sensazioni di Teo nel suo
percorso che costituisce l'ultima fase di un'esistenza che non ha
fatto in tempo a godere pienamente, in cui cerca di procedere senza
sbandare, fuggendo sempre un attimo prima dalla tentazione di cedere
alla disperazione e di lasciarsi andare al suicidio.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Nell'intreccio all'improvviso si materializza Arianna, una giovane
psicologa temporaneamente impiegata in un negozio in cui Teo si
ritrova ad acquistare cinque t-shirt nere, e a cui il romanzo riserva
uno spazio speciale, con pagine narrate in prima persona, quasi un
diario. Si rivedono pochi giorni dopo l'acquisto, quando Arianna gli
restituisce la cartellina del misterioso Signor P. che lui aveva
distrattamente dimenticato sul bancone. È, quindi, il caso, o il
destino, a farli incontrare di nuovo. E Teo non può evitare di
essere conquistato da lei, dalla sua semplicità, dal suo entusiasmo,
dalla capacità di percepire i mondi che si celano dietro le parole e
di dire sempre qualcosa in grado di destare sorpresa.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La storia tra i due inizia pian piano a farsi strada, delicatamente,
tra scambi di vedute sull'arte della fotografia e ricordi lontani di
foto in bianco e nero, tra sorrisi e rimpianti. E Teo, inizialmente
timoroso di legarsi a lei per il troppo poco tempo che le potrebbe
dare, vince le sue resistenze, allarga l'orizzonte della sua
consapevolezza e comprende che non può buttar via gli ultimi istanti
della sua esistenza. È la malattia a fargli vedere, a un certo
punto, le cose con occhi diversi, ma anche l'incontro con il Signor
P., ovvero Primo Guerrieri, della cui storia, trascritta in quei
fogli, inizia ad appassionarsi, coinvolgendo anche Arianna: il
viaggio intrapreso anni prima in un santuario toscano, l'incontro con
Grazia, il mistero attorno al diario di un bambino coinvolto nei
bombardamenti tedeschi, al termine del secondo conflitto mondiale,
presso la Linea Gotica, che tanto sconvolge Primo. Storie racchiuse
le une nelle altre come scatole cinesi.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
“<i>Il Signor P. era stato vinto dagli eventi e dalla propria mente.
Teo si sente così simile a quell'uomo da pensare che in fondo anche
la sua vita finirà così, senza capirci niente e senza poter
reagire, sospeso tra il mondo reale e un soffocato desiderio di
rivalsa</i>”. E Teo, reagendo a questo pensiero, quasi per chiudere
il cerchio in cui si muovono tutte queste storie, pur nella
consapevolezza che la sua forza fisica è ormai esaurita per il
repentino progredire della malattia, di quella maligna massa tumorale
che si estende sempre di più, non si arrende e va alla ricerca del
Signor P.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Dopo aver terminato il romanzo, non posso fare a meno di pensare a
quello che mi ha lasciato Teo, uno di quei personaggi di cui si sente
la mancanza dopo aver chiuso il libro: il suo desiderio di fuggire da
quelle immagini di muta condanna, la sua voglia di eternità, che
insegue fotografando il cielo e lasciando in un foglio scritto parole
destinate ai suoi cari, e quella sottile speranza, rappresentata da
una coccinella che si muove lenta sulla superficie di un finestrino.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUIUGXbboCUUVlIk7MjzwE1sO0DFk4JxJzZrQHgP61MepRZ7mFgZetMzwP5_QAQ14AD6CLdxptweyJ6QCLzgTwN3C8F_n8HVVZr9zj9CPhGjBNfNSsncr6FDZeM3xvdSDRj9729ZkOXmLX/s1600/stefano-corbetta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="416" data-original-width="351" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUIUGXbboCUUVlIk7MjzwE1sO0DFk4JxJzZrQHgP61MepRZ7mFgZetMzwP5_QAQ14AD6CLdxptweyJ6QCLzgTwN3C8F_n8HVVZr9zj9CPhGjBNfNSsncr6FDZeM3xvdSDRj9729ZkOXmLX/s320/stefano-corbetta.jpg" width="270" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-78920789934302720762018-02-11T21:58:00.001+01:002018-02-19T16:40:17.150+01:00Un giallo metropolitano tra conflitti sociali e incomunicabilità<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Alcune settimane fa ho avuto di modo di rileggere un romanzo dello
scrittore Raffaele Crovi cui mi ero già dedicato circa venti anni
prima, intitolato "<i>L'indagine di Via Rapallo". </i>Un
giallo, quindi, finalista al Premio Strega nell'edizione del 1997, la
cui rilettura, oltre a riportarmi indietro nel tempo all'estate dopo
la maturità, mi ha svelato e fatto riscoprire nuovi aspetti.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
L'indagine si concentra essenzialmente intorno alla morte di uno
scrittore, Orio Zaniboni, in apparenza caduto accidentalmente da un
balcone. A valutare se si sia trattato di un incidente o di un omicidio
viene inviato il vice ispettore Gino Pompei, che si finge cugino del
defunto, incaricato di effettuare un inventario dei beni che dovranno
formare oggetto di una eredità dello scrittore in favore di
un'università.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT5cKm0cZuAebBJNixbddCWNumfkiFVjo2jisX818LxUtIrYrBOI-HrLFKUtL54K_D_16tirae2RYreazeEXjBMFJXZN5yXo_TOreoCgIFY2DWXUB6VuYI2z9IBq8IubIzIaI2Z6_FWi_S/s1600/Via+Rapallo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="306" data-original-width="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT5cKm0cZuAebBJNixbddCWNumfkiFVjo2jisX818LxUtIrYrBOI-HrLFKUtL54K_D_16tirae2RYreazeEXjBMFJXZN5yXo_TOreoCgIFY2DWXUB6VuYI2z9IBq8IubIzIaI2Z6_FWi_S/s1600/Via+Rapallo.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Pompei, esperto di idraulica, approfitta di tali doti per girare tra
gli appartamenti degli otto piani del condominio di Via Rapallo in
cui il presunto incidente (o omicidio) è avvenuto. E tra un
rubinetto che perde, tubature da riparare e termosifoni che scaldano
poco, cerca di scoprire nuovi elementi chiacchierando con gli
abitanti di quel palazzo, tra cui spiccano diversi personaggi ambigui
e bizzarri.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
L'indagine mette in luce una realtà piena di conflitti sociali e di
disagio, con condomini che dialogano poco tra di loro e non conoscono
quasi nulla l'uno degli altri, vivendo realtà parallele che
difficilmente sembrano intersecarsi, se non quando si tratta di
lasciarsi andare a ripicche e rivalse.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Tutto ciò accade in una metropoli, Milano, in cui "<i>la
solitudine, la mancanza di dialogo familiare e comunitario, genera in
molti il cancro della depressione, che suggerisce il corteggiamento
della morte".</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il vice ispettore, nel suo peregrinare tra un appartamento e l'altro,
incontra, quindi, molteplici personaggi che sembrano abitare pianeti
distanti: gli Allegretti, padre e figlio, ladri gentiluomini e forse
più sinceri di tanti finti perbenisti; il giovane Felice, ben presto
orfano di entrambi i genitori e privo di altri legami di parentela
(la nonna, unica familiare, è morta da poco), preso dai suoi studi e
avvolto da un alone di mistero assieme alla sua amica Alice; la
portinaia Sonia, che sfrutta il sesso e le gravidanze come strategia
di sopravvivenza, per sfuggire a una condanna a seguito dell'omicidio
del marito; l'infido amministratore.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghS4jcmqtmGFtNpbALm-_GxzjKRAnVA5ft1qpuCob1738LiWmFMdypp1qLG__6885M64AwGrjAoGao4LnJNDy1i94BM45x8yMt8jOYOugPi0ZeQaLFrAGpH6vnzHHiyHNxyN6jQNYw6zcE/s1600/Milano+Navigli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="640" data-original-width="960" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEghS4jcmqtmGFtNpbALm-_GxzjKRAnVA5ft1qpuCob1738LiWmFMdypp1qLG__6885M64AwGrjAoGao4LnJNDy1i94BM45x8yMt8jOYOugPi0ZeQaLFrAGpH6vnzHHiyHNxyN6jQNYw6zcE/s320/Milano+Navigli.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"<i>In un palazzo urbano non c'è dialogo: c'è l'incontro
casuale per le scale o in ascensore che può diventare scontro di
avare parole; non ci sono discorsi, ci sono silenzi, invettive o
delazioni". </i>E gli inquilini si svelano anche nel loro
rapporto con il defunto, quello scrittore impiccione che amava
indagare e intromettersi nelle vite altrui, per rinvenire materiale
narrativo per un nuovo romanzo sui conflitti urbani oppure, come
molti sostengono, con un intento moralizzatore.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
L'autore adotta uno stile assai sobrio, quasi cronachistico, e a
tratti ironico, nel suo mostrare i resoconti degli incontri
quotidiani del vice ispettore. E non manca, forse, qualche stereotipo
nella costruzione di alcuni personaggi e di talune vicende.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
In particolare, nel romanzo viene introdotta la figura del professore
trentenne, Sergio Conti, che rivela di essere omosessuale e viene
descritto, secondo un canone di frequente utilizzato in narrativa, come impeccabile
amante dell'ordine, un uomo solo, infelice, inquieto, pieno di sensi
di colpa, soprattutto dopo il suicidio dei genitori. E per il suo
"<i>atteggiamento eccessivamente morbido</i>", uno
stereotipo che risente di pregiudizi diffusi ancora oggi, il professore viene respinto dal giovane deejay, Luigi
Neirotti, presso cui si era recato per farsi prestare alcuni dischi.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il Neirotti, descritto come il classico deejay rinchiuso in un suo
mondo di musiche, discoteche, luci colorate, riceve, come gli altri,
la visita del vice ispettore che, in qualche modo, si convince che il
ragazzo sia omosessuale, salvo poi ricredersi (il Neirotti ha un
flirt con un'altra ragazza che abita nel palazzo) e toglierlo dalla
"<i>lista degli ambigui e, quindi, dei sospettabili"</i>.
E, a questo punto, non si può fare a meno di chiedersi perchè mai, secondo l'autore,
un omosessuale, in quanto tale, debba essere automaticamente incluso
nella lista dei sospettati per un omicidio.</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
Il finale, in ogni caso, non presenta particolari soprese o colpi di
scena nella scoperta del colpevole, per cui il romanzo, più che come
giallo, è interessante in quanto propone, pur con i limiti sopra
evidenziati, un'analisi sociologica con un'indagine dei conflitti e
delle ambiguità che caratterizzano quei numerosi microcosmi
quotidiani tra loro non comunicanti che si collocano nella realtà
metropolitana.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqgv-lAXUCyXY7B9Z-TB5SMYmQRUAP9pdRuF2YJMjwO26U4SsrXQIZQxzuPCAk03QjuNoc-1q7OpIP-lgy907zMZhzty2uKwEBjgoFG-mGQ4FNmPH03XdpbXaM-GH8A_HP1nVxI3Y6TvLe/s1600/Crovi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="431" data-original-width="610" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqgv-lAXUCyXY7B9Z-TB5SMYmQRUAP9pdRuF2YJMjwO26U4SsrXQIZQxzuPCAk03QjuNoc-1q7OpIP-lgy907zMZhzty2uKwEBjgoFG-mGQ4FNmPH03XdpbXaM-GH8A_HP1nVxI3Y6TvLe/s320/Crovi.jpg" width="320" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<b></b><i></i><u></u><sub></sub><sup></sup><strike></strike><br />Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-300078467980296414.post-43050080223363723962018-01-28T22:54:00.001+01:002018-01-28T22:54:50.440+01:00Il libro del mese – "I tre volti di Ecate" di Vito Santoro
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Una statua rappresentante la dea Ecate, mitologica figura con le
sembianze di tre donne unite per la schiena (una giovane, una adulta
e una anziana) e con il compito di accompagnare gli uomini ancora in
vita nel regno dei morti, è l'elemento centrale di un interessante
romanzo <i>noir</i> di Vito Santoro, intitolato appunto "<i>I
tre volti di Ecate" </i>(Edizioni Spartaco). Si tratta di una
statua di grande valore, attorno a cui si snodano inevitabilmente le
vicende dei protagonisti che, per desiderio di possesso o semplice
casualità, si ritrovano a contatto con essa.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
La vicenda ha, dunque, inizio con Alberto e Dario, due ragazzi che,
per guadagnare qualcosa, spesso si fanno coinvolgere in lavoretti non
proprio legali e che sono stati inviati da Messala, proprietario
alberghiero dedito a loschi affari, nella villa del Conte Balsamo per
rubare la preziosa statua. Tutto sembra andare per il meglio:
l'antifurto disattivato, la porta della sala dove è conservata la
statua agevolmente scassinata. A un certo punto accade l'imprevisto:
un uomo che sembra comparso dal nulla e che non sarebbe dovuto essere
lì, interviene puntando una pistola contro Dario, ma viene colpito a
morte da Alberto, che nel frattempo si era nascosto. Tale imprevisto
è simile alla tessera di un domino che, cadendo, travolge tutte le altre
diffondendo presagi di morte: infatti, subito dopo quanto accaduto
nella villa, ha inizio una girandola di fughe e inseguimenti alla
ricerca della statua, che passa di mano in mano lasciando dietro di
sé una scia di cadaveri. </div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_sUzWINyQPxuHbeC3fhRmE0SqcB1KSUsyeY5GzWi-feDeP19XoHWe2AWNeXldtokQg2vMJWt8qMJ61IRKuSBERXs0JmVXaOJpu-e-TXSAGxZ8dwweNQ0eEfNnQIMQpSHmb7H01VDLbfTb/s1600/I+tre+volti+di+Ecate.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1058" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_sUzWINyQPxuHbeC3fhRmE0SqcB1KSUsyeY5GzWi-feDeP19XoHWe2AWNeXldtokQg2vMJWt8qMJ61IRKuSBERXs0JmVXaOJpu-e-TXSAGxZ8dwweNQ0eEfNnQIMQpSHmb7H01VDLbfTb/s320/I+tre+volti+di+Ecate.jpg" width="211" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il romanzo si distingue per la sua scrittura precisa e lineare, con
un stile privo di ridondanze, ma ricco di interessanti sfumature, con
una particolare attenzione alla scelta dei termini, specialmente
nella descrizione dei luoghi in cui si dipana l'intreccio narrativo.
</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Attenta è anche la costruzione dei personaggi per i quali la linea
di separazione tra bene e male, come si dirà dopo, non è mai così
netta. Alberto e Dario sono due giovani che cercano di affrontare
un'esistenza vissuta in un ambiente popolare: molto legati tra loro,
ma completamente diversi, l'uno più riflessivo, attento e leale,
l'altro più istintivo e incapace di star lontano dai guai, tentano
di sbarcare il lunario come possono, anche se ciò significa
infrangere la legge, e guardano con disprezzo i ragazzi più ricchi
e viziati che non hanno mai dovuto faticare per ottenere qualcosa.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
I ragazzi cercano di cavarsi di impaccio rivolgendosi a un loro
amico, Mario Sforza, definito "il mercenario" e con un
passato poco chiaro. Sforza è in realtà un uomo di grande umanità,
che ha perso tragicamente i propri cari e che non esita a intervenire
in favore di chi è in difficoltà. Molto affezionato ai due
giovani, tenta in ogni modo di salvarli da quella che sembra una
condanna a morte già scritta e di contrastare chiunque cerchi di far
loro del male.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV0uyiNEy_30eP6tfE1UMiCgcQZwDBId2B-wYj-xwDVzd44SS97zIyo5re64ql_U-7jFwUy4UWBCGpcpEolE-T44pa9v51Zt2oy3GgaXKTnVjth3VzTf5zh5E7WKL_vRNaAB2CwnVag7vD/s1600/Ecate.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="418" data-original-width="538" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjV0uyiNEy_30eP6tfE1UMiCgcQZwDBId2B-wYj-xwDVzd44SS97zIyo5re64ql_U-7jFwUy4UWBCGpcpEolE-T44pa9v51Zt2oy3GgaXKTnVjth3VzTf5zh5E7WKL_vRNaAB2CwnVag7vD/s320/Ecate.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Il commissario Nebbio, colui che dovrebbe indagare sul furto e
sull'omicidio avvenuto nella villa, è in realtà un poliziotto
corrotto, l'intermediario tra il misterioso personaggio che ha
commissionato il furto e Messala che ha, invece, avuto il compito di
organizzare la rapina. E Nebbio, considerato l'evolversi degli
eventi, non esita a intimare a Messala di recuperare la statua e di
eliminare qualsiasi testimone, inclusi Alberto e Dario. Nebbio è un
uomo spietato che uccide semplicemente per il gusto di farlo e che
esprime chiaramente la sua concezione di bene e male: "<i>Voi e
la vostra visione incantata della vita. Mi chiedevo come fosse
possibile filtrare la realtà in questo modo, ma poi ho capito che la
vostra è solo cecità. Il male, il bene. Qual è il significato del
bene se non si conosce il suo opposto? Male e bene sono un'unica
cosa, l'uno ha bisogno dell'altro.".</i></div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
Questa commistione tra bene e male sembra trapelare in molti aspetti
della vicenda, rivestendo di una certa ambiguità alcuni personaggi.
Come Messala, che nella sua attività non esita a intraprendere
azioni illecite, ma poi, recuperata in qualche modo la statua, fugge
via non solo per evitare di affrontare i propri nemici, ma per
inseguire un desiderio passato, una storia d'amore che avrebbe
potuto, ma non ha mai avuto un seguito. O come il Conte Balsamo che
ambisce a riavere la sua amata e preziosa statua, mantenendo un alone
di mistero sui veri motivi che lo legano a tale oggetto.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
"<i>I tre volti di Ecate</i>" è, dunque, un romanzo
avvincente, ma nello stesso tempo pieno di intriganti spunti di
riflessione. Sullo sfondo l'ambita e ambigua statua, un oggetto che
crea un misterioso turbamento in chi la osserva attentamente, come se
riuscisse a captare il fatale messaggio di cui la dea si faceva
portatrice nell'antichità. Quel destino ineluttabile verso cui
ognuno viene condotto.</div>
<div align="JUSTIFY" style="font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKr2GE3dyT-51JzxeOn5cP8c3uGaNCqgTO9pibZyI19wgm5ojfYPy47OT0cckuUWcZjtTSf-tLh1Q_ztNKlOCF6DPN82izT50AkARH16hQg3QDku3QbC-IFSX2zJ0qPVjl6VkJjYXdrdbQ/s1600/vito-santoro-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1139" data-original-width="1139" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKr2GE3dyT-51JzxeOn5cP8c3uGaNCqgTO9pibZyI19wgm5ojfYPy47OT0cckuUWcZjtTSf-tLh1Q_ztNKlOCF6DPN82izT50AkARH16hQg3QDku3QbC-IFSX2zJ0qPVjl6VkJjYXdrdbQ/s320/vito-santoro-1.jpg" width="320" /></a></div>
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Lorenzo Adducihttp://www.blogger.com/profile/08612493245543959509noreply@blogger.com0