Non
appena, venerdì scorso, si è diffusa la notizia della morte di
Umberto Eco, ho provato diverse sensazioni. Sicuramente un po' di
tristezza per una persona che, tramite libri, giornali e televisione,
era diventata quasi familiare, ma anche quel sentimento di
smarrimento che ci coglie tutte le volte che un grande personaggio se
ne va lasciando un vuoto. Di sicuro Umberto Eco è stato un grande
uomo di cultura, di ammirevole versatilità: filosofo, esperto di
semiotica, romanziere, per citare solo alcuni campi. Non a caso, le
manifestazioni di cordoglio e stima nei suoi confronti si sono
diffuse con grande velocità, testimoniando, ancora una volta, che si
comprende davvero fino in fondo l'importanza di un artista soltanto
dopo la sua morte.
A
questo punto, devo ammettere colpevolmente di possedere diversi
romanzi di Eco, ma di aver letto soltanto alcuni brani de "Il
nome della rosa". D'altronde, per rimediare c'è sempre tempo.
Tuttavia, c'è anche un altro suo libro che mi ha colpito e
interessato molto, dandomi un notevole sostegno durante un episodio
certamente importante della mia vita, un piccolo manuale ricco di
consigli sulla preparazione della tesi di laurea: dalla ricerca del
materiale alla preparazione della bibliografia e alla stesura dei
capitoli. Consigli che nella loro efficacia e semplicità mi hanno
dato diversi spunti, nonostante i differenti ambiti di studio.
Accennavo
prima alle numerose manifestazioni di stima. Tra queste, sono
certamente degne di nota le riflessioni di Michele Serra nella sua
rubrica "L'Amaca", in cui si pone l'attenzione sulla
differenza tra gli eruditi "mortalmente noiosi" che fanno
puro sfoggio di cultura, e Umberto Eco raro esempio di erudito
“divertente”, che si è "premurato di rendere meno
indigesto lo smisurato bolo enciclopedico con dosi massicce di
ingredienti pop, le canzonette, la televisione, il fumetto, i giochi
di parole e i giochi di memoria", e che, grazie al suo
atteggiamento di normalità verso la cultura, è divenuto "un
intellettuale modernissimo e internazionale".
A
proposito di cultura divertente e fumetti, ho avuto modo di rileggere
un saggio di Eco sui "Penauts", in cui lo scrittore mostra
grande ammirazione verso Charles Schulz, definito un poeta, in quanto
la poesia è "capacità di portare tenerezza, pietà,
cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse
attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le
cose". A sua volta, il
mondo dei "Penauts" è "un microcosmo, una
piccola commedia umana sia per il lettore candido che per quello
sofisticato". Anche
io ho amato molto questo fumetto e ancora oggi sulla mia pagina
Facebook condivido spesso vignette dei personaggi di Charles Schulz,
mentre amici ormai "adulti" non smettono di identificarsi
nel piccolo Charlie Brown che, come ci ricorda Eco, è "ingenuo,
testone, sempre inabile e quindi votato all’insuccesso",
ma è assolutamente normale, è come tutti
Non vorrei trasformare questo post in un elenco di citazioni, ma Umberto Eco ne è una miniera quasi inesauribile. Allora non posso non riportare una frase che mi ha colpito molto: "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito.... perché la lettura è un'immortalità all'indietro". Come non condividere? La lettura è per me un bisogno irrinunciabile e poter rivivere le storie passate, le vite di grandi personaggi, come in una sorta di macchina che consente di percorrere il tempo e lo spazio, costituisce un'emozione fortunatamente ancora insostituibile.
Infine, sempre nel campo fumetti, ecco una bellissima vignetta Disney, un omaggio a Umberto Eco tramite la "paperizzazione", un onore riservato ai più grandi!
Io invece l'ho letto il nome della rosa: l'ho odiato all'inizio e amato alla fine. Umberto Eco grande letterato e uomo di cultura, tra l'altro tifoso del toro. Insomma perfetto! :)
RispondiEliminaIo devo rimediare presto alle mie lacune; a parte "Il nome della rosa", che è un super classico, mi intriga "L'isola del giorno prima".. una volta letto, magari ne parlerò più avanti:-)Davvero un grande Eco!
Eliminadai facci sapere...manco io sono un gran lettore ;)
RispondiElimina