Syncro/Europa
è un marchio editoriale creato, all'interno del gruppo Fandango, con
l’obiettivo di pubblicare una collana di romanzi a tematica LGBT,
un “unico
romanzo in più capitoli della giovane Europa gay nei suoi tanti
protagonisti”,
storie che parlano di ragazzi normali, impegnati ad affrontare la
propria esistenza quotidiana, tra amori, aspirazioni, contrasti e
difficoltà. Romanzi che aiutano a comprendere cosa significhi
vivere la propria omosessualità in vari Paesi europei, dalla più
tradizionale Bucarest alla più aperta e progressista Bilbao.
Questo
viaggio letterario in Europa inizia proprio con Bilbao, la città
spagnola in cui è ambientato “Il
club basco”
di Iker Barreiro, un romanzo incentrato sulle vicende di tre ragazzi,
Mikel, Xabier e Aitor, che, per la loro avvenenza fisica, non passano
inosservati e si incontrano casualmente una sera in un locale gay di
Bilbao, definita “città
di pirati e ombrelli”.
Dopo
aver vinto a pari merito un improvvisato concorso di bellezza, si
recano a casa di Xabier, dove consumano subito un rapporto sessuale,
accesi da una passione che cede, poi, il posto a un solido legame di
amicizia. I tre si ritrovano in salotto a discutere dei benefici
della bellezza: Xabier e Aitor, in virtù di un’indole altruistica
e generosa, sono convinti che il proprio aspetto fisico debba in
qualche modo costituire un mezzo per aiutare gli altri, soprattutto
coloro che di quella bellezza non sono provvisti e finiscono
perennemente per essere vittime dell’insicurezza.
Mikel,
decisamente più realista, cerca di smontare i loro sogni e di
riportarli con i piedi per terra definendo la bellezza un dono
maledetto: «Ti
fa credere che tutto sia facile, che avere amici sia facile, che
avere amanti sia facile, che vivere sia facile. E poi scopri che non
è così e quando lo scopri non sei preparato e …».
Ma i suoi tentativi sono vani e non riescono a far desistere gli
amici che decidono di fondare il “club
basco”
con lo scopo di avvicinare i cosiddetti “nerd”, ragazzi poco
attraenti e insicuri, per infondere loro fiducia e rafforzare la
capacità di credere in se stessi.
La
narrazione, fluida e accattivante, ci guida attraverso le vie di
Bilbao, una città borghese, ma non bigotta, invasa dagli squali
della finanza, sempre ostaggio di una sottile pioggia che “puoi
decidere di sopportare o di mandare al diavolo”,
in cui i nostri tre protagonisti si muovono alla ricerca dei loro
nerd da rassicurare. I loro caratteri sono delineati con grande
efficacia: Xabier, esperto di questioni sindacali, colto, sensibile
ed elegante; Aitor, giovane studente di economia, irrequieto e sempre
alla ricerca di conferme; Mikel, il più adulto e maturo, impegnato
col suo lavoro di elettricista, pessimista e a volte scostante, e a
cui da un giorno all’altro è stato affidato il compito di
prendersi cura del nipote sedicenne.
Il
romanzo ha un’evoluzione imprevista, l’incontro con Fernando, il
ragazzo che il bel Mikel avrebbe dovuto aiutare, ma con cui instaura
un rapporto di amicizia che finisce per trasformarsi in una delicata
storia d’amore, di cui gli altri membri del club sono tenuti
all'oscuro. È una storia che dimostra come l’amore possa essere
non solo un fine, un risultato che si realizza all’interno di una
relazione, ma anche uno strumento per migliorarsi, un’occasione per
crescere: «I
ruoli previsti dal Club basco si erano ribaltati: non avevo nulla da
insegnare a Fernando, non volevo cambiare nulla di lui, semmai ero io
che mi sentivo incoraggiato a cambiare, seppure a fatica. Non mi era
mai successo di provare così tanto il desiderio di assomigliare a un
altro».
Eppure
il rapporto tra Fernando e Mikel si basa su una verità taciuta, su
un dettaglio nascosto, la missione del club che lo stesso Mikel si
trova a trasgredire (i membri del club non possono avere storie
d’amore con i loro “obiettivi”). Può la loro relazione
sopravvivere a questa bugia?
“Il
club basco”
è, dunque, un romanzo ben strutturato, dotato di una certa
immediatezza, che combina insieme elementi di dolcezza e amarezza, di
solarità e pessimismo, un racconto sul “non
detto”
che può avere le sue conseguenze, ma che dimostra come l’amore,
pur nei suoi esiti imprevisti, possa cambiare radicalmente le nostre
vite.
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