In questi giorni, il terribile omicidio di Sara ha notevolmente
scosso l'opinione pubblica che ormai si esprime quasi principalmente
attraverso i social. La mia impressione, condivisa anche da altri
utenti, è che le principali invettive questa volta siano state
indirizzate, almeno in una prima fase, alle auto che quella maledetta
sera sfrecciavano veloci, indifferenti alle richieste di aiuto della
ragazza.
Io mi auguro, invece, che non si dimentichi mai, anche se sono
trascorsi alcuni giorni e la coscienza popolare sembra essersi
tranquilizzata, che la povera Sara è stata l'ennesima vittima di
quella terrificante "cultura" della violenza e del
maschilismo di coloro che credono di poter disporre degli altri come
fossero oggetti.
Addossare gran parte della responsabilità ai passanti, che non si
sono fermati per paura o incapacità di realizzare cosa stesse
realmente accadendo, significa distogliere l'attenzione dal vero
problema della inarrestabile violenza contro le donne e, più in
generale, contro tutti coloro che non sono in grado di difendersi.
Persone come Sara andrebbero aiutate prima di ritrovarsi sul ciglio
di una strada a fuggire da un maniaco incendiario o in preda ad un
compagno folle che fa bere loro soda caustica per farle abortire,
come accaduto in provincia di Bologna.
Progetto Fondazione Scarpe Rosse contro la violenza sulle donne |
Io credo, poi, che la vera indifferenza più che tra quei passanti,
debba essere ricercata altrove, assieme ai motivi da cui questa
indifferenza trae origine.
Non condivido l'affermazione secondo cui è la società che ci ha
resi ciechi e indifferenti, perchè si tratta di una banalità
sconcertante: siamo noi a creare la nostra società e possiamo
migliorarla grazie al contributo collettivo, considerato che le
istituzioni sociali non sono una mera entità esterna che ci viene
imposta dall'alto. Affermare che la colpa è tutta della società
significa semplicemente tentare di lavarsi la coscienza.
La vera indifferenza sta nella incapacità di ciascuno di noi di
capire se le persone che ci sono vicine ogni giorno hanno realmente
bisogno di aiuto. Questo non vuol dire necessariamente dar loro un po' di denaro,
perchè a volte è sufficiente una parola di sostegno o di conforto.
Non significa nemmeno diventare eroi - come diceva Manzoni, se uno il
coraggio non ce l'ha non se lo può dare – anche se certamente
acquisire quella consapevolezza che ci porta a chiamare le forze
dell'ordine ogni volta che avvistiamo una situazione di pericolo
potrebbe essere già un bel traguardo.
Quando il Papa ha parlato di indifferenza, molti si sono concentrati
su alcune sue parole, ritenendo che stesse invitando i fedeli a non
amare gli animali, mentre il suo vero obiettivo era far comprendere
che spesso siamo talmente presi dalle nostre vite che ci
dimentichiamo di chi ci sta vicino.
Un episodio di alcune settimane fa, cui i notiziari hanno dato solo
un breve cenno, è un esempio drammatico della vera indifferenza. Un
uomo è stato ritrovato in casa morto da almeno cinque anni. Nel
frattempo, nessuno si era accorto di nulla, nè si era chiesto cosa
fosse accaduto a quell'uomo che non si faceva vedere da anni. I
vicini non hanno mai pensato di andare a bussare a quella porta per
chiedere se ci fosse bisogno di aiuto. Una perdita d'acqua e il
successivo intervento dei vigili del fuoco hanno rivelato quella
situazione di estrema solitudine e abbandono.
Credo che questo non sia un caso isolato, chissà quanti episodi
simili, seppure non così estremi, si verificano quotidianamente. Ma
difficilmente potremmo saperlo con certezza, perchè questi episodi
generalmente non fanno notizia, se non poche righe nei giornali
locali, e non finiscono in pasto agli pseudo moralisti da salotto che
dalle loro comode posizioni non fanno altro che condannare la società
senza poi compiere alcuna azione concreta per cambiarla.
"alle auto che quella maledetta sera sfrecciavano veloci, indifferenti ...", e magari i conducenti delle auto sono le stesse persone che adesso depongono fiori sul luogo della tragedia, e che dichiarano, a favore delle delecamere della TV, che per loro quanto avevano visto ere un semplice battibecco tra inmnamorati. Buona giornata a te, Tommaso
RispondiEliminaCaro Tommaso, come ho detto nel post, non me la sento di condannare quelle persone che per qualsiasi motivo non si sono fermati. Sarebbe potuto succedere a tutti di non capire o di avere paura, a prescindere da quel che poi si dichiara di fronte alle telecamere. La vera indifferenza va cercata nella vita di tutti i giorni. Ciao buona giornata
EliminaLorenzo l'indifferenza è terribile !
RispondiEliminaTerribile davvero. Notte Lucrezia
Eliminal'indifferenza è infatti il terreno fertile di ogni morte. E' il non vedere, non sentire, la morte civile. ciao, maresogno67
RispondiEliminaConcordo... a volte mi sembra anche contagiosa, ci si influenza a vicenda nell'ignorare ciò che ci circonda. Ciao!
Eliminacome ho avuto modo di scrivere quando ho parlato di sara non condanno chi passante non si è fermato, ma chi non ha fatto nemmeno una telefonata. La scoetà fa pena e con essa anche la gente che la popola: tu dici che non è la società? Vero, ma vero anche che in una società pessima riuscire ad andare avanti, a non seguire la massa è davvero difficile.
RispondiEliminaIo non voglio condannare i passanti perché è stato un dramma che si è svolto rapidamente e di notte e quindi capisco chi per tanti motivi non ha realizzato cosa stesse accadendo. E ormai condannarli è inutile, in episodi come quelli sono altri i problemi da affrontare. Io condanno l'indifferenza di tutti i giorni, di chi si incontra e nemmeno si saluta in un condominio. Io non dico che non è la società, dico che la società siamo e se è pessima è colpa di ognuno di noi.. io per primo non mi sento esente da colpa e vorrei fare molto di più per cambiare anche qualcosa di piccolo.
EliminaLorenzo è nella mia indole difendere !
RispondiEliminaCiao Lorenzo,penso che non sia indifferenza non fermarsi ad aiutare qualcuno in difficolta,ma è paura di essere coinvolti in qualcosa di brutto.Buona Domenica. :-) Dolce
RispondiEliminaCiao Dolce... dipende dalle situazioni. Di sicuro in episodi come quello di Sara la paura è un elemento che può giustificare. In altro casi, in cui la paura non ha ragione di esserci, allora si tratta solo di indifferenza. Buona Domenica!!
EliminaGià Lorenzo !
RispondiEliminaDolce Domenica Lorenzo ^-^
RispondiEliminaUna buona domenica a te Lucrezia! Si è nella tua indole difendere è vero!
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