"Già
da tempo cominciavo a pensare ad un nostro premio che nessuno ancora
avesse mai immaginato. L'idea di una giuria vasta e democratica che
comprendesse tutti i nostri amici mi sembrava tornar bene per ogni
verso; dava un significato espressivo anche al gruppo che avrebbe
manifestato così le sue opinioni e le sue tendenze, anzi le avrebbe
rivelate per mezzo di paragoni e discussioni.". (Maria
Bellonci "Il premio Strega")
Era
il 1947 e con queste parole la scrittrice Maria Bellonci descriveva
la nascita del Premio Strega, che è ancora oggi il riconoscimento
letterario più prestigioso in Italia, forte anche di una consolidata
fama in Europa e nel resto del mondo.
Già
da alcuni anni la dimora dei coniugi Maria e Goffredo Bellonci, in
viale Liegi, era divenuta un punto di riferimento per un numeroso
gruppo di intellettuali, gli "Amici della domenica",
che proprio attraverso le periodiche riunioni in casa Bellonci aveva
cercato di tenere vivo il discorso culturale pur nelle difficoltà e
nella precarietà del periodo bellico.
Da
questo sodalizio nacque l'idea di dar vita a un riconoscimento
letterario che avrebbe potuto contribuire alla diffusione della
narrativa italiana, un'idea che i Bellonci realizzarono con Guido
Alberti, titolare della ditta produttrice del liquore "Strega",
che, per spirito mecenatesco e amore per la cultura, si era unito al
gruppo insieme a sua moglie Lucia. Gli "Amici della
domenica" sarebbero stati,
dunque, i giurati di tale premio.
Nel
1951 i Bellonci si trasferirono da Viale Liegi all'attico di via
Fratelli Ruspoli, che divenne una vera e propria biblioteca, semplice
ed elegante, ma dotata di numerosi scaffali, in cui Maria e Goffredo
conservarono i libri di una vita. Le ampie terrazze fiorite
dell'attico erano, poi, l'ideale per accogliere gli amici intervenuti
in occasione del premio.
Nel
corso degli anni la cerimonia di premiazione ha sancito il
riconoscimento di numerosi capolavori di grandi autori, a iniziare da
Ennio Flaiano con "Tempo di uccidere",
per proseguire con Cesare Pavese ("La bella estate"),
Alberto Moravia ("I racconti"),
Mario Soldati ("Lettere da Capri"),
Giorgio Bassani ("Cinque storie ferraresi"),
Elsa Morante ("L'isola di Arturo"), Giuseppe
Tomasi di Lampedusa ("Il Gattopardo"),
solo per citarne alcuni.
La
stessa Maria Bellonci fu premiata nel 1986 con "Rinascimento
Privato", l'esito
conclusivo della sua opera che coniugava storia e narrativa. Con tale
opera la scrittrice si addentra nella vicenda di Isabella d'Este
presentandocela mentre, anziana e ormai priva di responsabilità
dirette di governo, rievoca la propria esistenza sul filo della
memoria nella stanza degli orologi, emblema che anticipa i simboli
barocchi e costituisce l'elemento cardine del romanzo.
Maria
Bellonci muore il 13 maggio 1986 alla vigilia del quarantesimo premio
Strega, a cui aveva accettato di concorrere pur consapevole della sua
salute precaria, incoraggiata dall'appoggio di Giovanni Macchia,
oltre che di Geno Pampaloni che considerava tale romanzo un autentico
capolavoro. Il premio le venne poi assegnato, anche se
simbolicamente, con una larghissima maggioranza di voti.
Il
Premio Strega è legato anche a un'altra fondamentale figura
femminile, Lucia Alberti, moglie di Guido, esperta di astrologia e
donna estremamente sensibile e colta, deceduta nel 1995. Ho avuto modo di conoscerla e
apprezzarla tramite il suo ultimo libro incompiuto "Piccolo
galateo di pensieri e sentimenti"
(Piemme Editore), una garbata conversazione su svariati temi
(tradimento, amore, amicizia, educazione, politica), corredata delle
testimonianze di chi l'ha conosciuta e la ricorda come presenza
sensibile e discreta alle cerimonie di Villa Giulia, tra gli "Amici
della domenica". Questa sua
discrezione la indusse a non far mai "pesare" la sua azione
nei salotti romani e nel premio Strega, pur esprimendo il suo parere
con sincerità: poteva innamorarsi del libro di un oscuro romanziere
e lodarlo pubblicamente, così come poteva criticare apertamente uno
scrittore assai noto che avesse pubblicato un racconto non bello.
Come
da tradizione, il primo giovedì del mese di luglio, nel ninfeo di
Villa Giulia a Roma, viene effettuata, con votazione finale degli
Amici della domenica, la votazione definitiva che proclama l'opera
vincitrice. Quest'anno ha vinto Paolo Cognetti con le "Otto
montagne", che, insieme ad
altri due finalisti (Teresa Ciabatti con "La più
amata" e Matteo Nucci con
"È giusto obbedire alla notte")
avrà un post dedicato all'interno di questo blog.
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