lunedì 25 aprile 2016

25 aprile: ricordi della Resistenza Italiana

Oggi si celebra un evento fondamentale per la storia del nostro Paese, ovvero l'anniversario della Liberazione d'Italia dall'occupazione nazifascista, simbolo della lotta di resistenza militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall'8 settembre 1943 contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l'occupazione nazista.
Ecco in sintesi alcuni cenni storici.
Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) - il cui comando con sede a Milano era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani - proclamò l'insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti.
Tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà attaccarono, quindi, i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, ancor prima che le truppe alleate arrivassero. Intanto, il CLNAI emanò diversi provvedimenti assumendo il potere "in nome del popolo italiano e quale delegato del Governo Italiano", stabilendo, tra l'altro, la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, fucilato tre giorni dopo.
Entro il 1º maggio tutta l'Italia settentrionale fu liberata, mentre la guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all'esercito alleato, terminò definitivamente solo il 3 maggio. La data del 25 aprile rappresenta, comunque, simbolicamente il culmine della fase militare della Resistenza e l'avvio effettivo di una fase di governo che porterà alla nascita della Repubblica Italiana.
Numerose le testimonianze di importanti personalità che nel corso degli anni hanno ricordato e celebrato tale avvenimento. Citerò soltanto alcuni di questi "ricordi", quelli che mi hanno colpito maggiormente e che ho avuto modo di rileggere in questi giorni, ad iniziare da Sandro Pertini, componente del comando del CLNAI ed ex Presidente della Repubblica Italiana, con le sue celebri esortazioni e affermazioni: "Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire" ; "È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature".
Indubbiamente, un uomo straordinario che ha cercato di rinnovare il suo impegno nella conquista della libertà, trasmettendo un importante messaggio ai giovani: "Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l’appello ai giovani: di posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l’onestà e il coraggio. L’onestà...".


Altra figura importante è Norberto Bobbio, filosofo, giurista, storico, politologo, la cui giovinezza fu vissuta "tra un convinto fascismo patriottico in famiglia e un altrettanto fermo antifascismo appreso nella scuola". Nel 1942 partecipò al movimento liberalsocialista fondato da Guido Calogero e Aldo Capitini, e nell'ottobre dello stesso anno aderì al Partito d'Azione clandestino.
Bobbio ha affermato: "Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà".
Infine, la commovente poesia di Giuseppe Ungaretti, "Per i morti della Resistenza", dedicata a quei soldati che hanno sacrificato e donato le loro vite per concedere altruisticamente la libertà a tutti gli altri:

Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce.


Come giustamente sottolineato da più parti, non solo da politici, ma anche da numerosi giovani che scrivono sui social, il 25 aprile è una data che non dovrà mai essere dimenticata, da celebrare sempre per i valori che essa rappresenta: pace, libertà, giustizia, solidarietà, democrazia. Come affermato da Enzo Biagi, tale data "è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita".

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