mercoledì 8 giugno 2016

La vera indifferenza

In questi giorni, il terribile omicidio di Sara ha notevolmente scosso l'opinione pubblica che ormai si esprime quasi principalmente attraverso i social. La mia impressione, condivisa anche da altri utenti, è che le principali invettive questa volta siano state indirizzate, almeno in una prima fase, alle auto che quella maledetta sera sfrecciavano veloci, indifferenti alle richieste di aiuto della ragazza.
Io mi auguro, invece, che non si dimentichi mai, anche se sono trascorsi alcuni giorni e la coscienza popolare sembra essersi tranquilizzata, che la povera Sara è stata l'ennesima vittima di quella terrificante "cultura" della violenza e del maschilismo di coloro che credono di poter disporre degli altri come fossero oggetti.
Addossare gran parte della responsabilità ai passanti, che non si sono fermati per paura o incapacità di realizzare cosa stesse realmente accadendo, significa distogliere l'attenzione dal vero problema della inarrestabile violenza contro le donne e, più in generale, contro tutti coloro che non sono in grado di difendersi. Persone come Sara andrebbero aiutate prima di ritrovarsi sul ciglio di una strada a fuggire da un maniaco incendiario o in preda ad un compagno folle che fa bere loro soda caustica per farle abortire, come accaduto in provincia di Bologna.

Progetto Fondazione Scarpe Rosse contro la violenza sulle donne

Io credo, poi, che la vera indifferenza più che tra quei passanti, debba essere ricercata altrove, assieme ai motivi da cui questa indifferenza trae origine.
Non condivido l'affermazione secondo cui è la società che ci ha resi ciechi e indifferenti, perchè si tratta di una banalità sconcertante: siamo noi a creare la nostra società e possiamo migliorarla grazie al contributo collettivo, considerato che le istituzioni sociali non sono una mera entità esterna che ci viene imposta dall'alto. Affermare che la colpa è tutta della società significa semplicemente tentare di lavarsi la coscienza.
La vera indifferenza sta nella incapacità di ciascuno di noi di capire se le persone che ci sono vicine ogni giorno hanno realmente bisogno di aiuto. Questo non vuol dire necessariamente dar loro un po' di denaro, perchè a volte è sufficiente una parola di sostegno o di conforto. Non significa nemmeno diventare eroi - come diceva Manzoni, se uno il coraggio non ce l'ha non se lo può dare – anche se certamente acquisire quella consapevolezza che ci porta a chiamare le forze dell'ordine ogni volta che avvistiamo una situazione di pericolo potrebbe essere già un bel traguardo.
Quando il Papa ha parlato di indifferenza, molti si sono concentrati su alcune sue parole, ritenendo che stesse invitando i fedeli a non amare gli animali, mentre il suo vero obiettivo era far comprendere che spesso siamo talmente presi dalle nostre vite che ci dimentichiamo di chi ci sta vicino.
Un episodio di alcune settimane fa, cui i notiziari hanno dato solo un breve cenno, è un esempio drammatico della vera indifferenza. Un uomo è stato ritrovato in casa morto da almeno cinque anni. Nel frattempo, nessuno si era accorto di nulla, nè si era chiesto cosa fosse accaduto a quell'uomo che non si faceva vedere da anni. I vicini non hanno mai pensato di andare a bussare a quella porta per chiedere se ci fosse bisogno di aiuto. Una perdita d'acqua e il successivo intervento dei vigili del fuoco hanno rivelato quella situazione di estrema solitudine e abbandono.
Credo che questo non sia un caso isolato, chissà quanti episodi simili, seppure non così estremi, si verificano quotidianamente. Ma difficilmente potremmo saperlo con certezza, perchè questi episodi generalmente non fanno notizia, se non poche righe nei giornali locali, e non finiscono in pasto agli pseudo moralisti da salotto che dalle loro comode posizioni non fanno altro che condannare la società senza poi compiere alcuna azione concreta per cambiarla.
Questa frase di Einstein dice più di tanti discorsi.

14 commenti:

  1. "alle auto che quella maledetta sera sfrecciavano veloci, indifferenti ...", e magari i conducenti delle auto sono le stesse persone che adesso depongono fiori sul luogo della tragedia, e che dichiarano, a favore delle delecamere della TV, che per loro quanto avevano visto ere un semplice battibecco tra inmnamorati. Buona giornata a te, Tommaso

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    1. Caro Tommaso, come ho detto nel post, non me la sento di condannare quelle persone che per qualsiasi motivo non si sono fermati. Sarebbe potuto succedere a tutti di non capire o di avere paura, a prescindere da quel che poi si dichiara di fronte alle telecamere. La vera indifferenza va cercata nella vita di tutti i giorni. Ciao buona giornata

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  2. Lorenzo l'indifferenza è terribile !

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  3. l'indifferenza è infatti il terreno fertile di ogni morte. E' il non vedere, non sentire, la morte civile. ciao, maresogno67

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    1. Concordo... a volte mi sembra anche contagiosa, ci si influenza a vicenda nell'ignorare ciò che ci circonda. Ciao!

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  4. come ho avuto modo di scrivere quando ho parlato di sara non condanno chi passante non si è fermato, ma chi non ha fatto nemmeno una telefonata. La scoetà fa pena e con essa anche la gente che la popola: tu dici che non è la società? Vero, ma vero anche che in una società pessima riuscire ad andare avanti, a non seguire la massa è davvero difficile.

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    1. Io non voglio condannare i passanti perché è stato un dramma che si è svolto rapidamente e di notte e quindi capisco chi per tanti motivi non ha realizzato cosa stesse accadendo. E ormai condannarli è inutile, in episodi come quelli sono altri i problemi da affrontare. Io condanno l'indifferenza di tutti i giorni, di chi si incontra e nemmeno si saluta in un condominio. Io non dico che non è la società, dico che la società siamo e se è pessima è colpa di ognuno di noi.. io per primo non mi sento esente da colpa e vorrei fare molto di più per cambiare anche qualcosa di piccolo.

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  5. Lorenzo è nella mia indole difendere !

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  6. Ciao Lorenzo,penso che non sia indifferenza non fermarsi ad aiutare qualcuno in difficolta,ma è paura di essere coinvolti in qualcosa di brutto.Buona Domenica. :-) Dolce

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    1. Ciao Dolce... dipende dalle situazioni. Di sicuro in episodi come quello di Sara la paura è un elemento che può giustificare. In altro casi, in cui la paura non ha ragione di esserci, allora si tratta solo di indifferenza. Buona Domenica!!

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  7. Risposte
    1. Una buona domenica a te Lucrezia! Si è nella tua indole difendere è vero!

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