lunedì 20 giugno 2016

Predicare e diffondere amore: un precetto applicato da tutti?

Mi riprometto sempre di non parlare più di attualità e di dedicarmi agli argomenti che mi interessano maggiormente (libri, musica, arte), ma poi accade sempre qualcosa che mi trascina nuovamente alla realtà quotidiana. Ma procediamo con ordine.
Nel precedente post, ho accennato alle mie idee in fatto di religione che vorrei chiarire meglio. Secondo la mia opinione, le persone "umane" (ovvero quelle che provano sentimenti di altruismo, generosità, solidarietà, lealtà, empatia e potrei continuare a lungo) non sono necessariamente credenti, l'assenza di fede non implica assenza di sensibilità, anzi la capacità di riconoscere il bene e di metterlo in pratica prescinde da qualsiasi fede religiosa. A sua volta, la fede in qualcosa di ultraterreno è un elemento aggiuntivo che, se vissuto in maniera autentica e non solo per il timore della "dannazione eterna", può anche essere gratificante, purché abbinato a quella sensibilità di cui parlavo prima. Una sensibilità che ci porta ad avere rispetto degli altri, senza giudicarli (come spesso ci ricorda Papa Francesco).
Si può tranquillamente affermare, quindi, che non tutte le persone credenti purtroppo sono "umane", soprattutto quando tradiscono il precetto fondamentale che una religione che possa definirsi tale generalmente tramanda, ovvero amare gli altri.
Don Pusceddu ne è un esempio eclatante. Nella sua omelia, questo "simpatico" prete cagliaritano ha detto che gli omosessuali meritano la morte, "poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa".


Queste parole piene di odio parlano da sole. Gli insulti rivolti agli omosessuali dimostrano come questo personaggio non conosca affatto il mondo di cui sta parlando, nutrendosi solo di preconcetti alterati da una fanatica esaltazione religiosa, non lontana dai rigurgiti fascisti e nazisti di cui si parla spesso.
Ma, come se non bastasse, Alberto Agus, ex candidato sindaco di Cagliari per il Popolo della famiglia (un adepto di Adinolfi per intendersi), meravigliandosi del caos mediatico causato dalle parole di Don Pusceddu, ha affermato che il prete ha solo  esercitato  il suo diritto a confessare il proprio credo religioso e il diritto alla libera manifestazione del pensiero. Chi lo accusa di augurare la morte agli altri non ha voluto cogliere la differenza tra "morte spirituale e morte fisica".
Dunque, l'esaltazione fanatica intrisa di rancore viene difesa come libertà religiosa. Tuttavia, di fronte a tutto questo odio, mi chiedo: l'amore e la misericordia che la Chiesa dovrebbe predicare sono solo belle parole? Probabilmente sì, così come sono solo belle parole i precetti di povertà e umiltà (che nell'attico di Bertone si praticano poco), per non parlare della castità.
Mi chiedo se qualcuno abbia ancora il coraggio di dire che sono gli Islamici ad odiare gli omosessuali.


21 commenti:

  1. Don Gallo si che era immenso Lorenzo ^-^

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    1. Concordo, Don Gallo era una figura straordinaria... sarà per questo che la Chiesa non lo guardava di buon occhio?

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  2. il brutto è che ancora qualcuno li ascolta!

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    1. E soprattutto gli consentono di influenzare la politica

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  3. Ma un prete non dovrebbe amare indistintamente ogni essere umano qualunque esso sia?Una volta era così,adesso cos'è cambiato ne cervello di questo prete?Mah!Buon Pomeriggio. :-) Dolce

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    1. Hai detto bene, un prete dovrebbe fare questo, ma sono pochi quelli che amano davvero le persone. Gli altri sono confinati nel rispetto delle rigide regole canoniche di sapore medioevale, senza capire che ciò che conta è la persona. Un buon pomeriggio a te!

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  4. chiaramente ci sono preti che non seguono le indicazioni del papa. E chiaramente ci sono preti che sono diventati tali perchè non sapevano far altro: sai la storia di Don Abbondio raccontata dal Manzoni non è poi così distante dalla realtà. E per quanto uno possa studiare prima di diventare prete, se capra era capra rimarrà tutta la vita. Ciao

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    1. Le indicazioni del Papa difficilmente faranno presa sull'intero mondo ecclesiastico. Secondo me, i preti alla Don Abbondio, diventati tali per comodità, se fregano della religione. Qui siamo di fronte ad un certo fanatismo di chi pensa che essere prete significa castigare gli altri invece che diffondere amore. E sicuramente, c'entra molto l'ignoranza... alla fine capra comunque! Ciao!!

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  5. Che dire, mi viene subito da dire, rischiando la banalità che, come le mezze stagioni, non ci sono più i preti di una volta, almento quelli della mia infanzia, quando i giovani prendevano i voti perchè avevano ricevuto "la chiamata" e riuscivano a coinvolgere noi ragazzi nel rispetto degli altri, soprattutto di quelli meno fortunati, e non fare distinzione di colori della pelle, della lingua parlata, e dei credi e tendente magari sessuali. Personalmente, ateo fin dall'età della ragione, assorbivo tutto come una spugna. E certamente c'erano anche quelli che sceglievano il sacerdozio per abbandonare la campagna e la museria, ma erano onesti, e il loro "lavoro" lo svolgevano al meglio, senza farsi tentare dalle mode come accade adesso. Sempre parlando della realtà nella quale vivo, vedo che i preti, come le suore, in prevalenza vengono dall'Africa, sono giovani che, nella loro ingenuità, è stato facile canonizzare da parte dei missionari come ai tempi di Cristoforo Colombo. Per chiudere, sono d'accordo con te quando scrivi: "l'assenza di fede non implica assenza di sensibilità, anzi la capacità di riconoscere il bene e di metterlo in pratica prescinde da qualsiasi fede religiosa". Buona giornata! Tommaso

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    1. Io penso che la Chiesa in generale si sia sempre lasciata travolgere dallo spirito di condanna, senza valutare che i fedeli e non sono prima di tutto persone. Non dico che bisogna essere indulgenti su tutto, specie con chi fa davvero del male agli altri, ma la tolleranza e l'amore dovrebbero essere elementi propri di una Chiesa degna di tale nome. Papa Francesco in questo è innovativo. Buon pomeriggio!

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  6. mio caro Lori qui mi verrebbe da fare uno di quei commenti lunghissimi... ma cercherò di essere breve.. intanto penso che chi rispetta il prossimo, cerca di vivere una vita onesta senza fare mai del male consapevolmente è in automatico una buona persona senza che necessariamente vada tutti i giorni in chiesa... Riguardo sto Don Pusceddu mi rifiuto di pensare che con quella affermazione abbia espresso il suo credo religioso.. in materia non sono molto ferrata ma mi pare che nessuna religione condanni.. ai tempi se non ricordo male Gesù accolse Maddalena.. Sarei curiosa di sapere cosa pensa di lei il buon Don Pusceddu...
    e poi vorrei dire ma nel 2016 ancora gente cosi ignorante esiste? Preti, suore e religiosi non dovrebbero migliorare il mondo????????

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    1. Carissima Debora, la tua opinione è in linea con il mio pensiero. La fede per me è un qualcosa di aggiuntivo, prima di tutto vengono la sensibilità e il rispetto del prossimo e questi non te li da la fede, ma il vivere davvero insieme agli altri. Purtroppo, preti come Don Pusceddu non sanno cosa sia la misericordia, hanno un'idea distorta della fede, derivante da una profonda ignoranza e ce ne sono tanti!

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