Come di consueto, il Palazzo delle Esposizioni, sontuosa architettura
di epoca fascista, ha organizzato una triplice mostra. Questa volta
i protagonisti sono tre grandi artisti molto distanti tra loro,
ovvero Botero, Caravaggio e Matisse.
Ovviamente, non potevo perdere tale occasione e, nonostante il clima
non proprio favorevole, ho approfittato della festività del 25
aprile durante la quale i Musei statali sono rimasti eccezionalmente
aperti.
La prima mostra riguarda Fernando Botero, pittore e scultore
colombiano, ed ha come oggetto la "Via Crucis. La Passione di
Cristo", un ciclo di opere realizzate dall'artista tra il
2010 e il 2011, con 27 dipinti ad olio e 34 opere su carta.
Botero è noto per aver realizzato mondi popolati da soggetti colmi
di piacere, con un'abbondanza a dir poco sontuosa. Nella Via Crucis
l'abbondanza non viene meno, mentre scompare il tono ironico,
sostituito da uno spirito compassionevole, con una riflessione
intorno alla drammaticità, intensità e crudeltà della Passione di
Cristo.
Molti i dipinti che hanno attirato la mia attenzione. In particolare,
il quadro che rappresenta Gesù che incontra sua madre mostra le
figure principali con i loro colori vivaci che si pongono in netto
contrasto con il complesso di volti sullo sfondo, lividi nelle loro
espressioni sconcertate.
Negli episodi delle cadute di Cristo, si intravedono sia soldati
vestiti da gendarmi moderni che centurioni, in un'alternanza di
soggetti dell'epoca ed elementi moderni. Addirittura, nelle
rappresentazioni della flagellazione, si possono osservare donne
urlanti che si affacciano da porte o balconi di palazzi di epoca recente, in
un'atmosfera surreale. Nei dipinti, i colori utilizzati sono molto
vivaci, a volte violenti (ad esempio, il viola adoperato per alcune
vesti).
Il pittore ha donato la serie al Museo di Antioquia che si occupa di
portarla in giro per il mondo. La mostra è arrivata, quindi, a Roma
in occasione del Giubileo.
La seconda mostra riguarda Michelangelo Merisi da Caravaggio, pittore
straordinario e celeberrimo, nativo di Milano e vissuto tra il 1571 e
il 1610.
In realtà, non si tratta di una mostra intesa in senso tradizionale,
con quadri fisicamente presenti nelle sale, ma di una
"installazione-spettacolo" molto suggestiva, un insieme di
proiezioni e musica in onda contemporaneamente lungo tutto il
percorso.
Non appena entrati in sala, siamo stati sommersi da un'atmosfera
magica, di musiche avvolgenti e bellissime immagini proiettate
simultaneamente sulle pareti a ritmo vorticoso, con i quadri
caravaggeschi rappresentati alternativamente a figura intera e nei
particolari, in una sorta di analisi dettagliata, ma seguendo sempre
il ritmo della musica.
Otto i temi trattati in altrettante video composizioni, a partire
dalla Luce, l'elemento compositivo che contraddistingue in
maniera preponderante l'arte di Caravaggio. Il quadro per eccellenza
che mostra tale elemento è la "Vocazione di San Matteo",
con i fasci di luce che fanno emergere i personaggi dall'oscurità.
Di seguito, il Naturalismo, ovvero l'attitudine di Caravaggio
a dipingere la realtà che lo circonda, i fatti concreti e umani, la
natura morta, le scene di vita vissuta; poi, il Narciso, il
giovane che viene sorpreso da un temporale e si innamora della sua
immagine riflessa in uno specchio d'acqua.
Particolarmente, interessante il tema della Teatralità: il
video ci mostra una sorta di processo compositivo che simula la
creazione delle opere del grande artista, come se si stessero
formando sotto i nostri occhi: la posizione dei corpi, gli equilibri
tra i personaggi, l'illuminazione, le preparazioni bianche sulle
tele.
Quindi gli altri temi: la Medusa, immobile sulla parete,
mentre sullo sfondo i serpenti che tale figura mitologica aveva al
posto dei capelli si espandono assieme ai fiotti di sangue; la
Violenza, ovvero le immagini più violente (Decollazione del
Battista, Crocifissione di San Pietro, Davide con la testa di Golia)
mostrate in un vorticoso ritmo tribale; i Luoghi, ovvero mappe
e immagini dell'epoca con i percorsi intrapresi dall'artista nella
sua tumultuosa vita fino al drammatico epilogo del viaggio in mare
verso Porto Ercole; una carrellata di tutti i suoi dipinti, una
sequenza di grandi capolavori realizzati nel corso di un'esistenza
troppo breve. Qui sotto alcune foto che sono riuscito a realizzare.
Uscito quasi frastornato da questa immersione nel talento di
Caravaggio, ho dato uno sguardo molto rapido al "Giardino di
Matisse", ovvero una mostra che nasce da un libro che, a sua
volta, nasce dall’opera di Henri Matisse, interpretata con
leggerezza e raffinatezza dal testo di Samantha Friedman e dai
collage dell’illustratrice italiana Cristina Amodeo.
Unico neo di questa visita è stata la conferma della totale assenza
di controlli all'ingresso, ma il problema della sicurezza nei musei
italiani è abbastanza noto. In ogni caso, un'esperienza davvero
interessante.