Oggi ricorre la nona
edizione della Giornata Mondiale della consapevolezza dell’autismo,
una giornata di sensibilizzazione voluta dall’Onu con molte
iniziative volte a promuovere la conoscenza di questa disabilità.
Per l'occasione, i monumenti di molte città italiane e mondiali sono
stati illuminati di blu.
Leggo che in realtà si
tratta di una delle malattie meno conosciute e meno indagate. Secondo
alcune stime in Italia le persone colpite sarebbero circa mezzo
milione, ma non vi è certezza di questi numeri, così come non vi è
consapevolezza delle cause e delle conseguenti terapie da adottare.
La maggior parte degli studi e delle ricerche parla di autismo
infantile, senza considerare che quei bambini poi cresceranno e
l'autismo, quel peso che si portano addosso, non scomparirà con il
raggiungimento della maggiore età. Arrivati a quel punto, piuttosto,
le difficoltà saranno ancora più grandi perché lo Stato (almeno
quello italiano) non è pronto a questo passaggio e la società
ancora non è preparata ad accoglierli.
Riguardo
all'atteggiamento della società, in un mio precedente post (Alla
ricerca di piccole gocce di umanità) avevo parlato della storia di
Andy, ragazzo inglese autistico, cameriere in un ristorante di
Manchester difeso dal suo datore di lavoro contro la stupidità e
l'ignoranza dei clienti.
Adesso, comunque, vorrei
parlare di un episodio che mi ha toccato molto più da vicino.
Un mio collega di lavoro aveva due figli, tra cui una bambina
autistica, alla quale si è dedicato con tutte le sue forze per farla
crescere con serenità, con le cure adatte e, soprattutto, con
immancabile affetto, dovendo supplire a quello della madre che ha
pensato bene di abbandonare tutti e andarsene. Purtroppo devo parlare
al passato, perché il mio collega se ne è andato quasi due anni fa
per un tumore al cervello. La bambina, ovviamente, non può essere
affidata ai nonni troppo anziani e adesso si trova in un Istituto.
Noi colleghi abbiamo cercato di star vicino alla famiglia anche
economicamente con piccole collette. Tuttavia, se la situazione è
quella descritta negli articoli che ho appena letto, mi viene una
grande tristezza nel pensare a cosa accadrà a quella bambina una
volta divenuta maggiorenne. Spero, quindi, che lo Stato intervenga
per risolvere situazioni simili a questa e per aiutare persone che
non possono essere lasciate da sole.
Hai fatto bene a toccare questo argomento di cui si sa davvero poco. Leggevo tempo fa di un uomo il cui figlio autistico aveva compiuto 18 anni e per lo stato era "guarito". Quindi fine sovvenzioni e cure. Spero che queste giornate portino ad una maggiore consapevolezza anche per i governati e per il legislatore ma non solo: tutti quanti dovremmo sapere di più sull'autismo
RispondiEliminaSì è uno dei temi che mi sta a cuore anche per quanto accaduto al mio collega.. spero davvero che questa consapevolezza sull'autismo di diffonda.
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