L'inizio del periodo adolescenziale è, indubbiamente, un momento
cruciale nella vita di una persona, un momento durante il quale ci si
sente smarriti, si avverte il cambiamento in atto e si teme di non
riuscire a comprenderlo e a dominarlo.
Riccardo Gazzaniga, scrittore genovese già vincitore nel 2013 del
Premio Calvino con "A viso coperto", nel suo nuovo
romanzo "Non devi dirlo a nessuno" (Edizioni
Einaudi) cerca di indagare i sentimenti di un ragazzino che alla fine
degli anni Ottanta si ritrova a crescere e ad affrontare tutti i
problemi legati alla pubertà, alla scoperta del corpo e della
sessualità. Un libro di formazione, ma anche un avvincente racconto
ricco di tensione e atmosfere da thriller.
Luca Ferrari, di 13 anni, vive a Genova con i suoi genitori e il
fratellino Giorgio, in un'atmosfera opprimente, abituato alle colate
di cemento del quartiere di Sampierdarena. Ama giocare a calcio, ma
sua madre, molto apprensiva, non gli permette di andare all'oratorio
("Non mi fido di quelli" diceva, riferendosi ai preti),
né di unirsi alla squadra di calcio del quartiere, preoccupata che
ciò possa influire negativamente sulle sue crisi di asma.
Ma ogni volta che la famiglia Ferrari si trasferisce a Lamon, piccolo
paese situato su un altopiano tra le province di Belluno e Trento,
per trascorrere le vacanze estive nella propria villetta, Luca
rinasce: può correre in bicicletta, giocare a calcio con gli amici
finalmente ritrovati, immergersi nel verde del bosco.
Eppure, l'estate del 1989, all'inizio apparentemente uguale alle
altre, fa emergere un elemento disturbante, uno sguardo nel bosco,
una figura che emerge dall'oscurità e che sembra fissare
minacciosamente Luca e il suo fratellino, giunti tra gli alberi alla
ricerca di un tasso. E l'ossessione per quello sguardo spinge Luca a
cercare di scoprire chi possa essersi nascosto nel bosco, tra i
racconti della nonna su folletti dispettosi e un abitante di Lamon
accusato anni prima di aver rapito un bambino e poi scomparso nel
nulla; tra le indiscrezioni raccolte ascoltando di nascosto i
discorsi dei genitori e le strane sensazioni vissute quattro anni
prima, quando i carabinieri venivano a citofonare a casa loro a
Genova per sincerarsi che tutto fosse a posto.
Non mancano i colpi di scena (che ovviamente non svelerò) legati
alle scoperte di Luca, che si ritrova a frugare tra le carte del
padre magistrato, per poi rendersi conto che quanto avvenuto nel
passato sembra ancora minacciare il presente.
Questi eventi giustamente appaiono a Luca come insormontabili, fin
troppo grandi per la sua età, ma non possono, però, fargli
dimenticare che, nonostante tutto, è ancora un ragazzino che deve
affrontare sensazioni e scoperte legate al suo corpo, vissute con
quella ingenuità priva di malizia, che oggi ci sembra così strana,
e con tanti sensi di colpa (il terrore per il giornalino rubato in
edicola). Nel vivere queste sensazioni, si accompagna ai suoi amici,
personaggi ben definiti e caratterizzati all'interno del romanzo:
Alessio, un po' fanfarone, assai estroverso e molto legato a Luca;
Marica, infatuata di Luca e leggermente egocentrica; Chiara di cui
Luca è innamorato, più timida della sua amica Marica, ma anche più
matura; Samuele un "bello e irraggiungibile", che conquista
Chiara e tratta Luca con distacco e quasi con disprezzo; David,
grosso e bonaccione. E con loro Luca affronta paure e complessi di
inferiorità, cercando di crescere e maturare.
Molto bello e ben delineato nel racconto è anche il rapporto tra i
due fratelli Luca e Giorgio, fatto di complicità e anche di senso di
protezione. Giorgio, appena nato, ha avuto parecchi problemi di
salute, avendo subito un lungo intervento all'intestino. Da piccolo è
stato, quindi, strappato alla morte per un soffio, come racconta
spesso nonna Ada. E Luca, molto affezionato al fratello, vuole a
tutti i costi evitare che la morte possa tornare di nuovo indietro a
riprenderselo.
Particolare è pure la descrizione del paese di Lamon, che fa da
scenario a questa storia, un luogo che sembra un mondo a parte e la
cui comunità tutto vede, tutto sa e tutto giudica; in cui anche le
bestemmie assumono una connotazione singolare e dove la coltivazione
e produzione di fagioli viene difesa a tutti i costi dall'invasione
dei forestieri: "Dopo il raccolto fuori dalle case spuntavano
cartelli con scritto "Qui fagioli" e ognuno smerciava i
suoi. Per questo i lamonesi non sopportavano i foresti che cercavano
di spacciare fagioli di altre zone per prodotti del loro altopiano.
Francesco Cotoletta, lo zio di David, era famoso per aver rovesciato
tutti i sacchi di fagioli di un ambulante di Venezia urlandogli:
"Pensa alle gondoe, ma i fasòi làgheli star, dioscatenato!"".
"Non devi dirlo a nessuno" è, dunque, un bel
romanzo, tenero e commovente, ma nello stesso tempo avvincente e
pieno di mistero, realizzato con un stile semplice e immediato che
cerca, in diversi momenti, di riprodurre il linguaggio giovanile
senza cadere in fastidiosi stereotipi. Un romanzo che ha anche avuto
il merito di avermi fatto rivivere la nostalgia degli anni Ottanta,
con quei mitici personaggi richiamati spesso nei discorsi dei
ragazzi: "Tirò fuori l'arma segreta che si era procurato al
minimarket vicino a casa dei nonni: un tubetto di Gommina Simmons.
Impiastricciò di gel i capelli ancora bagnati cercando di farsi dei
riccioletti. Avrebbe voluto somigliare a Kirk Cameron, ma il
risultato fu un inquietante mix tra Little Tony e Mirko dei Bee
Hive". Atmosfere di altri tempi ...
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