martedì 23 febbraio 2016

Umberto Eco e la "cultura divertente"

Non appena, venerdì scorso, si è diffusa la notizia della morte di Umberto Eco, ho provato diverse sensazioni. Sicuramente un po' di tristezza per una persona che, tramite libri, giornali e televisione, era diventata quasi familiare, ma anche quel sentimento di smarrimento che ci coglie tutte le volte che un grande personaggio se ne va lasciando un vuoto. Di sicuro Umberto Eco è stato un grande uomo di cultura, di ammirevole versatilità: filosofo, esperto di semiotica, romanziere, per citare solo alcuni campi. Non a caso, le manifestazioni di cordoglio e stima nei suoi confronti si sono diffuse con grande velocità, testimoniando, ancora una volta, che si comprende davvero fino in fondo l'importanza di un artista soltanto dopo la sua morte.

A questo punto, devo ammettere colpevolmente di possedere diversi romanzi di Eco, ma di aver letto soltanto alcuni brani de "Il nome della rosa". D'altronde, per rimediare c'è sempre tempo. Tuttavia, c'è anche un altro suo libro che mi ha colpito e interessato molto, dandomi un notevole sostegno durante un episodio certamente importante della mia vita, un piccolo manuale ricco di consigli sulla preparazione della tesi di laurea: dalla ricerca del materiale alla preparazione della bibliografia e alla stesura dei capitoli. Consigli che nella loro efficacia e semplicità mi hanno dato diversi spunti, nonostante i differenti ambiti di studio.
Accennavo prima alle numerose manifestazioni di stima. Tra queste, sono certamente degne di nota le riflessioni di Michele Serra nella sua rubrica "L'Amaca", in cui si pone l'attenzione sulla differenza tra gli eruditi "mortalmente noiosi" che fanno puro sfoggio di cultura, e Umberto Eco raro esempio di erudito “divertente”, che si è "premurato di rendere meno indigesto lo smisurato bolo enciclopedico con dosi massicce di ingredienti pop, le canzonette, la televisione, il fumetto, i giochi di parole e i giochi di memoria", e che, grazie al suo atteggiamento di normalità verso la cultura, è divenuto "un intellettuale modernissimo e internazionale".



A proposito di cultura divertente e fumetti, ho avuto modo di rileggere un saggio di Eco sui "Penauts", in cui lo scrittore mostra grande ammirazione verso Charles Schulz, definito un poeta, in quanto la poesia è "capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose". A sua volta, il mondo dei "Penauts" è "un microcosmo, una piccola commedia umana sia per il lettore candido che per quello sofisticato". Anche io ho amato molto questo fumetto e ancora oggi sulla mia pagina Facebook condivido spesso vignette dei personaggi di Charles Schulz, mentre amici ormai "adulti" non smettono di identificarsi nel piccolo Charlie Brown che, come ci ricorda Eco, è "ingenuo, testone, sempre inabile e quindi votato all’insuccesso", ma è assolutamente normale, è come tutti
Non vorrei trasformare questo post in un elenco di citazioni, ma Umberto Eco ne è una miniera quasi inesauribile. Allora non posso non riportare una frase che mi ha colpito molto: "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito.... perché la lettura è un'immortalità all'indietro". Come non condividere? La lettura è per me un bisogno irrinunciabile e poter rivivere le storie passate, le vite di grandi personaggi, come in una sorta di macchina che consente di percorrere il tempo e lo spazio, costituisce un'emozione fortunatamente ancora insostituibile.
Infine, sempre nel campo fumetti, ecco una bellissima vignetta Disney, un omaggio a Umberto Eco tramite la "paperizzazione", un onore riservato ai più grandi!



3 commenti:

  1. Io invece l'ho letto il nome della rosa: l'ho odiato all'inizio e amato alla fine. Umberto Eco grande letterato e uomo di cultura, tra l'altro tifoso del toro. Insomma perfetto! :)

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    1. Io devo rimediare presto alle mie lacune; a parte "Il nome della rosa", che è un super classico, mi intriga "L'isola del giorno prima".. una volta letto, magari ne parlerò più avanti:-)Davvero un grande Eco!

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  2. dai facci sapere...manco io sono un gran lettore ;)

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